Valle dell'Inferno, il lato oscuro - Bassa Ossola


Publiziert von atal , 2. Juni 2019 um 19:35.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 1 Juni 2019
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 10:30
Aufstieg: 1400 m
Abstieg: 1400 m

La Valle dell'Inferno, appartata e selvatica valle laterale dell'Ossola minore, ha sulla destra idrografica il suo lato oscuro, quasi sempre all'ombra e perciò poco visibile anche nelle foto aeree, vecchie e nuove.

Nel corso di un giro di due anni fa (vedi qui), avevo notato l'inizio di un sentiero che dalla Colla d'Umenig si inoltrava proprio nella zona buia ma c'era ancora neve e l'esplorazione era stata rimandata ad un momento più propizio.

L'occasione finalmente è arrivata, nella breve finestra temporale tra un Maggio da dimenticare e l'imminente arrivo dell'estate, stagione poco favorevole a queste quote basse dove l'acqua scarseggia e la vegetazione intralcia.

Quello che scopriremo è che il sentiero traversa fino ad una giavina e poi, apparentemente, si perde. Proseguendo in traversata verso Sud il terreno diventa ripido e, a tratti, esposto. Salendo senza traccia, per lo più in arrampicata su erba alternata a qualche passaggio su roccia (max II), abbiamo raggiunto il colletto alla base del caratteristico dente roccioso alla testata della valle dell'Inferno (a circa 1600 m).

Il giro è stato l'occasione per visitare anche Balmarossa, alpeggio di Anzola costituito da tre distinti nuclei (come mostrato solo sulla prima edizione della carta IGM), abbandonato da tempo e non più raggiunto da un sentiero degno di questo nome.

Avvertenze
Il percorso sul lato della Valle dell'Inferno tra la Colla d'Umenig e Balmarossa è impegnativo. Utili corda e GPS.

Per il resto, non ci sono difficoltà particolari, tranne qualche incertezza sull'orientamento.
Può risultare difficoltoso trovare il percorso giusto tra Balmarossa e la Colla d'Umenig sul versante di Anzola.

Andata
Parto con Ferruccio dai caratteristici Cantinitt (per i curiosi, consiglio l'interessante articolo Un bicchiere di 'merican ai Cantinitt) di Megolo di Fondo e prendo il sentiero per Albarè noto da una precedente visita, questa.

Il percorso da seguire è segnalato da bolli rossi fino ad un punto in cui la vernice e una freccia invitano a perdere quota in direzione del Rio Inferno. Qui, memori della precedente esperienza, non diamo credito alla segnaletica (che infatti ad Albarè non ritroveremo...) e proseguiamo su una modesta traccia, priva di bollatura, che risale il versante con diversi cambi di direzione.

Da Albarè, grande alpeggio abbandonato, il sentiero entra in piano nella Valle dell'Inferno, attraversa un torrente laterale in corrispondenza ad un bella pozza tra due cascate (unica fonte d'acqua degna di questo nome…) e quindi il greto asciutto del Rio Inferno, dove il percorso diventa più confuso, arrivando ai ruderi dell'Alpe Pianale, circondati dalle felci.

Fino qui 1:30, difficoltà T3+

A Ovest dei ruderi una traccia (ometti), inizialmente poco marcata, risale la boscaglia in direzione Sud tra il Rio Inferno e una zona sassosa fino ad entrare in un ombroso canalino, da cui esce sulla destra per risalire la costa sul lato Ovest, dove assume le sembianze di un sentiero. Intorno agli 800 m di quota il percorso volge a Nord per attraversare due canalini, giungendo in breve ad un bivio.

A sinistra, in leggere discesa, si giunge alle rovine imboscate dell'alpe I Motti (circa 860 m). A destra il sentiero risale il ripido versante a balze con molti cambi di direzione e quindi volge a Sud per inoltrarsi nella faggeta dove, con alcuni tornanti, guadagna un colletto su una costa secondaria ai piedi di un rudere azzerato. Risalendo il pendio soprastante in breve si giunge al prato della Colla d'Umenig (Colla di Megolo sulla Mappa Rabbini, 1330 m). I ruderi sono sulla sinistra (Nord), pochi metri sotto la dorsale, sul lato della Valle dell'Inferno.

Il luogo è dei più grami, nonostante la relativa ampiezza del pascolo, per la lontananza dall'acqua. Un pozzo-stagno sulla dorsale è la testimonianza più eloquente delle miserie del passato.

Da Pianale alla Colla d'Umenig circa 1:30 (escludendo la deviazione per i Motti), difficoltà T4-

Risaliamo l'ampia dorsale superando un cippo confinale ed il pozzo. Prima dell'inizio del tratto roccioso, ci affacciamo sulla valle dell'Inferno ritrovando il muro di sostegno notato nella precedente occasione. Il sentiero, completamente abbandonato da molto tempo, prosegue in piano fino ad una giavina, che superiamo traversando sulla sua sommità. Più avanti le pareti rocciose costringono a scendere leggermente. Proseguendo nel traverso (esposto), oltre un pendio ripido attraversato da un canalino franoso, il fianco alla nostra sinistra inizia a presentare dei punti deboli (rampe, canalini, cenge) che consentono di risalire il versante, faticosamente e con qualche difficoltà (in un passaggio abbiamo usato la corda), fino a raggiungere la cresta tra il colletto dove si trova il nucleo principale di Balmarossa e un caratteristico dente roccioso, visibile anche dalla valle del Toce.

Tempi: circa 1:30 dalla Colla d'Umenig, difficoltà T5+

Balmarossa e ritorno
Dopo qualche divagazione sul fianco e monte del dente roccioso alla ricerca di possibili passaggi per la zona di Camoi, visitata qualche anno fa (link), scendiamo sul lato di Anzola incontrando il sentiero Balmarossa - Vingiolo (abbastanza visibile e segnalato da qualche taglio) e raggiungiamo i ruderi di Balmarossa situati nei pressi della dorsale. Spostandoci poi verso Sud visiteremo anche le baite totalmente azzerate del nucleo più interno, che chiamerò Balmarossa Dentro, la cui collocazione non è riportata sulle carte attuali (solo sulla prima IGM).
 
Per ritornare alla Colla d'Umenig, non avendo trovato sentieri evidenti, dal nucleo sulla dorsale traversiamo a Nord alla base delle rocce e poi scendiamo su terreno ripido, incrociando il sentiero, che per un breve tratto è contrassegnato da bolli di vernice rossa. Facciamo quindi una breve deviazione nella direzione di Balmarossa fino ad una balma, realizzata sotto un grande masso erratico sul limitare di una giavina (circa 1340 m). E' questo il nucleo di Balmarossa più a Nord tra quelli segnati sulla prima IGM.

Riprendiamo la direzione della Colla d'Umenig (Nord) seguendo la bollatura fino a dove si interrompe. Traversando più o meno alla stessa quota si ritrova un discreto calpestio segnalato da qualche taglio che porta alla base di una bella scalinata sorretta da un grande muro a secco. Il sentiero esce su una spalla rocciosa, in punto panoramico ed esposto, ed rientra nel bosco dove prosegue in piano arrivando in breve alla dorsale della Colla d'Umenig poco più a Sud dello stagno.

Tempi: circa 1:30 da Balmarossa Dentro, compresi errori e divagazioni; altrimenti circa 45' sarebbero stati sufficienti (ma questo lo scopriremo in un altro giro…)
Difficoltà di questo tratto T4- (per la variante fuori sentiero)

Dalla Colla d'Umenig facciamo ritorno ai Cantinitt di Megolo di Fondo lungo il percorso dell'andata.

Tempi: circa 2 ore dalla Colla d'Umenig a Megolo di Fondo

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (8)


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GAQA hat gesagt:
Gesendet am 2. Juni 2019 um 21:04
Complimenti per quest'altra esplorazione e grazie per l'interessante link che hai proposto: incredibili queste storie d'altri tempi!.
Un saluto.
Alessandro.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 2. Juni 2019 um 23:02
Grazie Alessandro. Incredibile anche l'idea di una caverna tra la Valle dell'Inferno e la Buca d'la val…
Ciao,
Andrea

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 3. Juni 2019 um 09:52
Dopo il Twergi, il Cüsch!

Dire che Camoi risale già da tre anni ... quel tempo passa in fretta.

Sulla mappa c'è una cornice "relativamente piatta" all'altezza di 1200 metri che si separa dal sentiero sotto Colla d'Umenig e conduce al Rio del Inferno. Da lì è possibile raggiungere Camoi utilizzando la strada "Ciolly". Ma tutto questo è ovviamente una teoria virtuale eseguita davanti allo schermo di un computer. Tutto è più facile davanti allo schermo!

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Juni 2019 um 13:26
Già, il tempo passa in fretta ma la Valle dell’Inferno conserva ancora il sapore delle prime volte.

Idea interessante la tua. In effetti è strano quell’inizio di sentiero costruito che poi si perde e ipotizzare un collegamento con Camoi non pare del tutto fuori luogo.
Ciao,
Andrea

ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Juni 2019 um 15:53
La foto dell'inizio del percorso mostra una costruzione piuttosto avanzata e potrebbe ricordare una relazione con Camoi. Ma forse questo è solo un percorso per:

a) prendere l'acqua (al Rivo del Seevrone secondo la mappa di Rabbini ... ma il flusso non sembra molto importante)?
b) portare le capre al ghiaione (NE di P.1518)?
c) unire una modesta struttura mancante che permettesse di conservare prodotti freschi all'ombra della scogliera?

Il nome "Seevrone" è piuttosto sorprendente, tuttavia ...

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Juni 2019 um 21:09
Ripensandoci, quello che dovrebbe essere il sentiero principale per Camoi (l'unico disegnato sulla vecchia IGM) è molto meno di questo.


Forse l'ipotesi dell'acqua è la migliore.
PS: penso che il nome del Rivo sia Scevrone e non Seevrone

aquila59 hat gesagt:
Gesendet am 5. Juni 2019 um 12:49
bell idea x l' autunno grazie e bravi

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. Juni 2019 um 20:37
Grazie aquila59. Deve essere bello in autunno ma sconsiglio l’autunno inoltrato perché ci vogliono tante ore di luce...



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