Alle origini della Sesia: rifugi Pastore e Barba Ferrero

Dalla parete sud del monte Rosa nasce il fiume Sesia che in tutta la valle ed in buona parte del Piemonte viene chiamata, forse affettuosamente, al femminile: la Sesia.
Oggi, con mia moglie e un'amica decidiamo per un'esplorazione in questo magnifico regno di acqua.
Lasciamo l'auto al piazzale di Wold, un km dopo Alagna, dove la strada diviene vietata al traffico privato. Per andare più avanti occorre farlo a piedi o servirsi di un bus navetta. Noi decidiamo per la prima opzione e ci incamminiamo su asfalto che sale dolcemente sino ad un ponte. Qui, volendo si può prendere il sentiero diretto al rifugio, tuttavia noi proseguiamo su strada sino a giungere alla cascata dell'Acquabianca dove l'asfalto temina ed occorre procedere su una larga mulattiera che sale ora decisa. In breve usciamo su un pianoro ove il Pastore è già ben visibile.
Qui le strade si dividono: le ragazze optano per i prati assolati e rilassanti del rifugio mentre il sottoscritto, attratto da un segnavia (sentiero 7), decide per salire al Barba Ferrero.
Procedo su buon sentiero pressochè pianeggiante sino alla testata della valle. Alla mia sinistra il fiume scorre impetuoso disegnando delle magnifiche caldaie. Giunto in fondo, la traccia molto evidente comincia a risalire il pendio. Prendo la faccenda di petto e salgo svelto, complice il tracciato molto ben disegnato e mai veramente ripido. Supero diversi escursionisti ed esco sui prati sommitali che mi basta attraversare per giungere al rifugio dopo un'ora e mezza di marcia dal bivio per il Pastore.
Il Barba Ferrero sta in un posto fantastico: si presenta come una vertiginosa balconata che guarda l'alta Valsesia, mentre se ci si gira volgendo gli occhi a nord, la sud del Rosa sembra ad un passo. La punta Giordani e la punta Parrot sono ben visibili da una prospettiva per me insolita mentre la punta Gnifetti è e resterà celata da un'antipatica nuvola. Da queste cime precipitano, impressionanti,  ghiacciai tribolati che prendono mille diramazioni e nomi a seconda del canale in cui s'infilano.
Dopo una breve pausa per ammirare tanta meraviglia, m'incammino per il ritorno scegliendo un percorso ad anello. Dal rifugio risalgo per qualche decina di metri sino a trovare un ponte sul fiume, lo attraverso e mi immetto sul sentiero 7E.
La discesa per questa via è un po' più impegnativa: ci sono molti guadi, il sentiero a volte tende a perdersi in un mare di rododendri proprio oggi in fiore ed occorre, specie nella parte alta, muoversi con circospezione su cengie talvolte esposte e scivolose. La difficoltà rimane comunque, a mio avviso, T2; se fosse possibile aggiungerei un +.
Dopo aver transitato per diversi alpeggi perlopiù abbandonati, la via entra nel bosco, lo attraversa a mezza costa ed esce sulla larga carrarreccia che rappresenta la parte basse della salita al colle del Turlo.
Seguo per qualche centinaio di metri questa strada e giungo all'alpe Fum Bitz. Qui mi basta scendere al ponte coperto che attraversa, di nuovo, la Sesia e le sue diaboliche forre per ritrovarmi sugli ameni prati del Pastore dove ritrovo pure le mie compagne di viaggio dedite al pranzo. Non mi resta pertanto che unirmi alle bisbocce prima di intrapprendere la discesa che decidiamo effettuare per la via diretta.
E diretta lo è per davvero perchè si transita su una mulattiera molto ripida e splendidamente disegnata che serpeggia tra prati, boschi e acqua sino ad uscire sulla strada.
Da qui, in un chilometro circa, giungiamo aa Wold dove l'auto ci attende tranquilla da un po' di ore.
I tempi comprendono la marcia e le pause di rito mentre escludono la lunga pausa al rifugio Pastore.
Sviluppo: 14 km circa; SE: 24 km circa.