Si ritorna in Appennino....per conquistare il c...Orsaro Matto -Atto 1°-
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Eh sì...è proprio così....il c...Orsaro Matto, nel senso del Monte Orsaro e del Monte Matto, due rilievi che si trovano nel Parco dei Cento Laghi, una porzione di territorio all'interno dell'Appennino Tosco Emiliano.
E' lunedì pomeriggio quando io e Mauro arriviamo in camper nella splendida piana di Lagdei, a 1250 metri di altezza e parcheggiamo nei pressi dell'omonimo Rifugio, da dove partono e arrivano gran parte dei sentieri escursionistici che permettono di esplorare l'interno del Parco.
Siamo ancora indecisi sulla meta dell'indomani e, pur avendo una scarsa conoscenza di questa zona, su alcune di queste montagne siamo già saliti....l'Aquila, il Marmagna, il Braiola.....
Ci mancherebbe l'Orsaro.....e alla fine decidiamo che Orsaro sia!
E' ancora buio quando, martedì mattina, veniamo svegliati dal vociare delle persone arrivate fin qui per andare in cerca di funghi.
In breve il parcheggio si riempie di auto traboccanti di individui bardati di tutto punto: pantaloni mimetici, zaini portafunghi rigorosamente di color verde, cappellini con visiera.....tutti che partono con passo deciso, quasi avessero una missione da compiere.
Li capisco....anche io provo piacere nel cercare e raccogliere funghi, ma devo dire che preferisco situazioni più tranquille....anche se alla fine mi ritrovo con il cestino mezzo vuoto....o mezzo pieno, dipende dai punti di vista.....
Ristabilitosi il silenzio io e Mauro dormiamo ancora un po' e alle 8:00 siamo pronti a partire in compagnia di Borg, il nostro cane!
Proprio di fianco al Rifugio imbocchiamo il sentiero n.727 che sale ripidamente nel bosco di faggi e che in un'oretta e mezza ci porta fino alla Capanna Braiola.
Salendo incontriamo qualche "fungiatt", ma la raccolta sembra magra per tutti, sempre che si possa credere a quanto ci dicono.....
Il bosco però è davvero secco, ha piovuto poco durante tutta l'estate e di funghi, neanche di quelli matti, a parte un piccolo porcino che non possiamo esimerci dal raccogliere, c'è il minimo segno....
Arrivati alla Capanna Braiola siamo finalmente fuori dal bosco e ci godiamo le montagne che si innalzano davanti a noi, tra le quali riconosciamo la cresta dell'Orsaro che culmina in quella che crediamo essere una croce di vetta, ma che croce non è.....
In breve arriviamo alla Bocchetta dell'Orsaro e qui ci aspetta un altro tratto ripido, che percorriamo con cautela, tenendo Borg al guinzaglio, in modo da poter controllare la sua esuberanza che su questi ripidi versanti potrebbe costargli cara.....
E' sempre una grande soddisfazione per me raggiungere la cima di una montagna, alta o bassa non importa, la sensazione rimane la stessa....mi spoglio di ogni frivolezza e mi rendo conto che è solo grazie alle mie gambe e ai miei occhi che posso ammirare e godere della bellezza di tutto ciò che mi circonda.
E quassù la montagna diventa la metafora della vita, dove la strada è in salita...o in discesa...quasi mai in piano.
Scendiamo dal versante opposto, che si rivela decisamente più facile, fino a raggiungere una grande sella dove è posto il bivio che immette su un sentiero quasi pianeggiante che si ricongiunge a circa metà del percorso di salita, completando questa piacevole e gratificante escursione appenninica.
............................to be continued.......................
E' lunedì pomeriggio quando io e Mauro arriviamo in camper nella splendida piana di Lagdei, a 1250 metri di altezza e parcheggiamo nei pressi dell'omonimo Rifugio, da dove partono e arrivano gran parte dei sentieri escursionistici che permettono di esplorare l'interno del Parco.
Siamo ancora indecisi sulla meta dell'indomani e, pur avendo una scarsa conoscenza di questa zona, su alcune di queste montagne siamo già saliti....l'Aquila, il Marmagna, il Braiola.....
Ci mancherebbe l'Orsaro.....e alla fine decidiamo che Orsaro sia!
E' ancora buio quando, martedì mattina, veniamo svegliati dal vociare delle persone arrivate fin qui per andare in cerca di funghi.
In breve il parcheggio si riempie di auto traboccanti di individui bardati di tutto punto: pantaloni mimetici, zaini portafunghi rigorosamente di color verde, cappellini con visiera.....tutti che partono con passo deciso, quasi avessero una missione da compiere.
Li capisco....anche io provo piacere nel cercare e raccogliere funghi, ma devo dire che preferisco situazioni più tranquille....anche se alla fine mi ritrovo con il cestino mezzo vuoto....o mezzo pieno, dipende dai punti di vista.....
Ristabilitosi il silenzio io e Mauro dormiamo ancora un po' e alle 8:00 siamo pronti a partire in compagnia di Borg, il nostro cane!
Proprio di fianco al Rifugio imbocchiamo il sentiero n.727 che sale ripidamente nel bosco di faggi e che in un'oretta e mezza ci porta fino alla Capanna Braiola.
Salendo incontriamo qualche "fungiatt", ma la raccolta sembra magra per tutti, sempre che si possa credere a quanto ci dicono.....
Il bosco però è davvero secco, ha piovuto poco durante tutta l'estate e di funghi, neanche di quelli matti, a parte un piccolo porcino che non possiamo esimerci dal raccogliere, c'è il minimo segno....
Arrivati alla Capanna Braiola siamo finalmente fuori dal bosco e ci godiamo le montagne che si innalzano davanti a noi, tra le quali riconosciamo la cresta dell'Orsaro che culmina in quella che crediamo essere una croce di vetta, ma che croce non è.....
In breve arriviamo alla Bocchetta dell'Orsaro e qui ci aspetta un altro tratto ripido, che percorriamo con cautela, tenendo Borg al guinzaglio, in modo da poter controllare la sua esuberanza che su questi ripidi versanti potrebbe costargli cara.....
E' sempre una grande soddisfazione per me raggiungere la cima di una montagna, alta o bassa non importa, la sensazione rimane la stessa....mi spoglio di ogni frivolezza e mi rendo conto che è solo grazie alle mie gambe e ai miei occhi che posso ammirare e godere della bellezza di tutto ciò che mi circonda.
E quassù la montagna diventa la metafora della vita, dove la strada è in salita...o in discesa...quasi mai in piano.
Scendiamo dal versante opposto, che si rivela decisamente più facile, fino a raggiungere una grande sella dove è posto il bivio che immette su un sentiero quasi pianeggiante che si ricongiunge a circa metà del percorso di salita, completando questa piacevole e gratificante escursione appenninica.
............................to be continued.......................
Tourengänger:
patripoli

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