Val Gerola, Val Masino e Val Malenco: una bella cavalcata


Publiziert von mattia , 12. August 2015 um 19:33.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:19 Juli 2015
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Klettern Schwierigkeit: 6a (Französische Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I   CH-GR 
Zeitbedarf: 6 Tage
Aufstieg: 5905 m

Per questo racconto c'è bisogno di armarsi di pazienza e di disporre un po' di tempo, perchè quella che vi sto per raccontare è la storia di una cavalcata durata sei giorni.

Sabato sera è difficile preparare lo zaino, bisogna farci stare tutto e non dimenticarsi nullo, contemporaneamente non deve essere troppo pesante.

Domenica mattina si parte. Inizia la spedizione 2015.

 

Giorno 1

Si parte. Dopo aver stipato il tutto in macchina (non con poca difficoltà) io, Riki e Poty ci dirigiamo verso la prima meta. Arriviamo in Val Gerola e siamo già in ritardo con la nostra tabella di marcia prima ancora di aver iniziato. Visto che il tempo stringe e ci aspetta una settimana non poco faticosa decidiamo di spendere 7 euro e di bruciare un po' di dislivello utilizzando la seggiovia.

Dal rifugio Salmurano in mezzoretta scarsa arriviamo alla base dei denti della vecchia. I ricordi riemergono, proprio qua quasi un anno fa abbiamo compiuto la nostra prima salita di una via; qua abbiamo deciso di tornare un anno dopo per scaldare un po' gli avambracci in vista delle fatiche del giorno successivo.

La scelta ricade sulla via Impossible Florens che porta in cima ad uno dei due denti, la roccia ricca di tacchette e buchetti ci offre una bella arrampicata, mai troppo complicata ma molto divertente, unica mia ricriminazione è aver tirato il rinvio nel punto chiave, ce ne ancora di strada da fare.

Durante la salita stringiamo amicizia con una coppia che sale dalla stessa via e con cui ci caleremo insieme dopo aver fatto le foto di rito in vetta.

La via è divisa in 6 tiri che vanno dal 4b al 6a del tiro chiave. Si scende alla base del dente con tre comode calate che depositano all'attacco della via dove riprendiamo gli zaini e in fretta ci dirigiamo verso le macchine. E' tardi e per oggi non è ancora finita.

Alle 5 arriviamo a Bagni di Masino, cambiamo gli zaini e dopo aver bevuto la benaugurante acqua delle terme un po' accaldati e per niente dissetati ci mettiamo in marcia.

Non poco affaticati verso le 7 e mezza di sera posiamo i nostri zaini una decina di minuti sopra la capanna Omio, qui bivaccheremo.

Ottima cena e dopo esserci gustati il tramonto andiamo a dormire, il giorno dopo ci aspetta la vera sfida.

 

Giorno 2

Ci svegliamo alle 6, di fronte a noi l'imponente mole del Disgrazia, facciamo colazione e smontiamo tutto. Alle 7 siamo pronti a partire e alle 8 circa arriviamo ai piedi della Sfinge seguendo il sentiero che dalla capanna Omio conduce al passo del Ligoncio. Sopra di noi si mostra nella sua imponenza. Dai suoi piedi si mostrano le giganti moli del Badile e del Cengalo. L'ambiente è indescrivibile. Ci imbraghiamo e siamo pronti a partire, la via che saliremo è lo spigolo Fiorelli, ci divideremo i 7 tiri della via, le soste sono attrezzate a chiodi o con anelloni di calata, nei tiri qualche chiodo e qualche spit proprio dove servono, le difficoltà si aggirano attorno al IV+.

Inizia Riki che apre i primi due tiri fino a giungere all'intaglio che ci deposita sullo spigolo vero e proprio, in 55 metri usa davvero poche protezioni, una rarità per lui.

I due tiri successivi li apre Poty, sono i tiri più difficili ma sono davvero belli, poi è il mio turno, gli ultimi tre tiri e siamo in vetta alla Sfinge. L'emozione è unica, abbiamo appena salito la nostra prima via alpinistica e la vista che si gode dalla cima ripaga ogni faatica. Ma non è ancora finita, bisogna scendere e noi non andiamo molto d'accordo con le doppie. Dopo qualche difficoltà a trovare il primo anello di calata (si trova su un grande sassone vicino all'ultima sosta della via di salita cosituita da numerosi cordoni) e le successive calate affidate ad ancoraggi così così arriviamo ai piedi della sfinge.

Dopo un veloce pranzo fuori orario ripartiamo verso Bagni dove abbiamo giusto il tempo per un veloce bagno nel fiume prima che si scateni il temporale.

Conclusi questi primi due giorni votati alla roccia, in macchina cambiamo valle, ci spostiamo in Valmalenco e alle 7 circa arriviamo a Chiareggio. Ennesimo cambio di zaino, questi volta belli grossi e pesanti, poi andiamo a mangiare una pizza. Nei prossimi 4 giorni percorreremo parte dell'Alta via della Valmalenco, le ultime 5 tappe.

Sono le 9 e dobbiamo trovare un posto per dormire così ci incamminiamo con l'idea di fermarci poco fuori dal paese, poi però la frescura ci fa cambiare idea e così alla luce dei frontalini camminiamo fino all'alpe Fora, dove l'unico punto pianeggiante sembra essere la mulattiera che sale verso l'alpeggio..

 

Giorno 3

Il risveglio è brusco, è il rumore lontano di un motore e poi quello vicino di un clacson. D'altra parte non ci potevamo aspettare altro decidendo di piazzare il nostro bivacco proprio sulla mulattiera.

Porgiamo le nostre scuse e spieghiamo la situazione della sera prima, poi con calma iniziamo a prepararci, il tempo non mancherà, infatti aspetteremo fino alle 10 quando all'Alpe ci raggiungeranno gli altri amici con cui condivideremo questa seconda parte di viaggio.

Marzio e Davide salgono accompagnati da Cristina e Marco che staranno con coi solo fino al rifugio Longoni (nelle gambe avevano i 2800 metri di dislivello del Pizzo Stella in giornata).

In un'ora dall'alpe Fora giungiamo sullo sperone su cui è costruito il rifugio Longoni, in lontananza si inizia a vedere il lago Palù, nostra meta.

In 4 ore vi giungiamo, rimontando una serie interminabile di dossi che danno sempre l'illusione di avere il lago a portata di mano. Facciamo un bel bagno, l'acqua ha una temperatura piacevole. Poi però dato un occhio alla cartina decidiamo di portarci un po' avanti e così risalendo all'alpe Roggione e poi rimontando il Bocchel del Torno ci dirigiamo all'alpe Campascio dove finalmente ci fermiamo per la notte.

 

Giorno 4

E' la mattina della giornata più impegnativa, quella con più dislivello e con più ore di cammino, i buoni propositi di partire alle prime luci dell'alba non vengono poi portati a termine e così un po' a rilento ci mettiamo in moto.

Giungiamo all'alpe Musella, le gambe girano bene e passando dal rifugio Carate e i suoi famigerati "sette sospiri" giungiamo alla bocchetta delle forbici, la vista che si apre su questo versant ci ricarica, in tutta la loro imponenza ci appaiono il pizzo Roseg, il pizzo Shersen e infine il Pizzo Bernina, i ghiacciai spaventosamente ritirati e in lontananza la Marinelli, nostra meta per pranzo.

Vi giungiamo dopo molto più del previsto, non arriviamo mai e il peso degli zaini si fa sentire lungo il ripido sentiero, qui pranziamo e ci riposiamo.

A questo punto ci aspetta la bocchetta di Caspoggio, che da lontano incute qualche timore, presentando un pendio innevato piuttosto ripido e non avendo noi ramponi e piccozze, ma che rappresenterà quel passaggio un po' più alpinistico capace di alleggerire anche il peso degli zaini.

Seguendo i bolli dell'alta via per sfasciumi arriviamo all'attacco del ghiacciao, Poty in testa gradinerà tutta la via che ci condurrà alla bocchetta.

Da qui vediamo il rifugio Bignami nostra meta. La discesa è interminabile e dovremo bruciare quasi 1000 metri di dislivello ma una volta giunti qui, non contenti della faticaccia decidiamo di portarci ancora un po' avanti, e dopo due orette circa giungiamo all'alpe val Poschiavino, costeggiando il lago di Campo Gera, passando a ridosso di imponenti cascate e fermandoci a scambiare due parole con gli anziani degli alpeggi incontrati.

Qualche goccia ci impensierisce mentre montiamo le tonde ma poi la pioggia non ci disturberà mentre esausti ci gusteremo un buon risotto ai funghi.

 

Giorno 5

 

Dormiamo fino quando il caldo in tenda si fa insopportabile, poi dopo una bella colazione ci rimettiamo in marcia. Non dobbiamo camminare molto oggi, dopo aver svalicato il passo di Campagneda dobbiamo arrivare agli omonimi laghetti, dove ci attende un nutrito gruppo di amici.

Sono saliti altri 10 amici per passare insieme questi ultimi due giorni. Passiamo il pomeriggio tra un tuffo e l'altro, partite di carte e palleggi. Stiamo in compagnia di una numerosa mandria di mucche e montiamo le tende fino al momento della cena, quando si scatena un bel temporale che ci farà mangiare a più riprese. La serata continua tra chiacchiere e risate fino a tarda sera.

 

Giorno 6

 

Smontiamo tutto e dopo un'ultima spartana colazione ci rimettiamo in cammino in direzione del rifugio Cristina, a questo punto ci separiamo. In una decina decidiamo di salire al Cornetto per goderci il paesaggio dall'alto, gli altri si dirigono al rifugio per prenotare il pranzo.

Nonostante non troviamo subito il sentiero per salire in un'ora scarsa siamo sulla cima del cornetto (sembra di volare senza gli zaini come zavorre) e poi giù a rotta di colla, tra un sorpasso e l'altro in un quarto d'ora ci mangiamo il dislivello tanto sudato in salita.

Giunti al rifugio Cristina un ottimo pranzo ci ridà tutte le forze perse nei giorni precedenti, due parole con il signor Pio, storico gestore del rifugio e poi sotto un violento temporale corriamo alle macchine.

Si conclude così, inzuppati dai piedi ai capelli ma con un sorriso enorme stampato sulla faccia di tutti questa incredibile settimana.


 

Relazione spigolo Fiorelli http://www.gulliver.it/itinerario/10953/
Relazione Alta via della Val Malenco http://www.sondrioevalmalenco.it/03_escursioni/01_altavia.html

 

Tourengänger: mattia


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Kommentare (2)


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danicomo hat gesagt:
Gesendet am 13. August 2015 um 11:00
Bella ragazzi...
Avete un bel modo di andare in montagna.
Ciao
Daniele

mattia hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. August 2015 um 13:40
Grazie mille! A presto!


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