Fanellhorn (3124 m), la rivincita
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Tredici mesi fa diedi forfait a 400 metri dalla vetta. Troppo caldo, troppa neve, troppa fatica.
Ora, sono tornato. Più determinato, più in condizione e consapevole di trovare meno neve sul percorso.
Ormai lo conosco bene e so perfettamente che l’unica difficoltà è non lasciarti scoraggiare dal vedere davanti a te la tua meta, imponente, una volta giunto alla Chilchalplücke e sapere che devi attraversare la valle sotto di te, perdendo 200 metri di altezza.. e che quella discesa la dovrai affrontare al ritorno, quando le energie se ne saranno andate..
Sveglia alle 2. Voglio essere a Hinterrhein il prima possibile. So che sarà lunga..
Stavolta scelgo di partire leggero, con le scarpette da trail e seguire l’interminabile strada asfaltata che conduce a Chilchalp, invece che salire “dritto per dritto” come feci l’altra volta. Il problema non è il tempo, sono le energie ! Quando la strada, prima di Chilchalp, incomincia a scendere, l’abbandono, metto gli scarponi e parto in direzione Chilchalplücke. Vedo un alpinista che scende in solitaria dal Chilchalphorn e si dirige anche lui alla sella. Spero che la sua meta sia il Fanellhorn (mi piacerebbe sempre poter trovare qualcuno, lungo la via di salita, con cui poter condividere le fatiche e la vetta, ma non è facile.. le mete che scelgo di solito sono pochissimo frequentate !), ma purtroppo invece si dirige lungo la cresta che porta al Wenglispitz. Lo osservo per un po’ librarsi nei passaggi in cresta, poi lo perdo di vista. Raggiungo senza problemi la sella. Inaspettatamente, soffia un po’ di piacevole venticello. Mi metto uno strato e mi rampono. La mia meta è di fronte a me. Sembra distante decine di chilometri.. ma so che ce la farò ! Discesa e traverso senza problemi, neve ancora buona. Il ghiacciaio è coperto, ma di crepacci neanche l’ombra. Lo attraverso stando un po’ più basso della volta scorsa. Arrivato sull’altra sponda, lascio giù ramponi e scarpette e mi incammino per salire la pala di 500 metri di parete del Fanellhorn. Il terreno è ottimo, la salita facile. Evito i pochi nevai rimasti, senza seguire una via particolare per la cima, ben riconoscibile per i suoi 4 enormi ometti. Alle 11:40, 1 ora e mezza dopo, sono in vetta ! Ottimo. Ammiro il panorama, stavolta a 360° ! Firmo il libro di vetta, faccio un po’ di foto, mangio qualcosa e scendo. La strada è ancora lunga e c’è ancora una risalita. In discesa sfrutto i nevai che in salita avevo accuratamente evitato, si possono fare delle belle scivolate ! Recupero il materiale e riattraverso il ghiacciaio. Le mie impronte sono quasi cancellate dal caldo che ha sciolto la neve e che ora si fa sentire alla grande ! Nella salita alla Chilchalplücke mi fermo due o tre volte a riposare.. ma una volta raggiuntala “è fatta”, mi dico. E invece no. Scendo ancora per nevai, cercando di scovare le tracce del morente Chilchalpgletscher.. finché, dopo aver accumulato circa 1000 m di discese, il ginocchio incomincia a farmi male. Lo sapevo.. la bandelletta, infiammata nelle scorse gare di ultra, si fa sentire.. e le discese tecniche, come queste, fatte direttamente sul pendio, sono la cosa peggiore, per lei. Stringo i denti e arrivo alla strada. Da lì, le cose migliorano. Arrivato quasi a Hinterrhein, scoppia il temporale, che le previsioni davano per la serata. Piove e soffia forte il vento, ma chi se ne frega ! La giornata è stata perfetta !!
Dopo il ritorno alla montagna, ecco il ritorno alle cime “di pregio”. E si continua così ! Alla prossima...

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