Lorenzhorn
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Ogni volta la stessa sensazione.
Quando si arriva ad un colletto e ci si prepara per scendere nel versante opposto, ogni volta è la stessa sensazione di avventura, la sensazione di stare facendo qualcosa di speciale.
Ed è così che mi sento arrivato alla Chilchalplucke dopo essere partiti da Hinterrhein, quando guardo la nostra meta di oggi ancora lontana nella vallata opposta. Quando guardo il meraviglioso scivolo del ghiacciaio tutto intonso e quel piccolo corno roccioso che oggi ci "costringe" a portarci anche una corda.
Salutiamo simbolicamente il Chilchaphorn poco sopra di noi, super classica gita di scialpinismo, normalmente molto battuto ma forse non in questo periodo, viste le condizioni non ottimali del percorso. Ci buttiamo in direzione del Fanellgletscher e con questa neve polverosa in un baleno siamo già sulla piana pronti a ripellare.
I primi passi nel candido lenzuolo del ghiacciaio sono i più belli, offrono un senso di libertà che si assapora poche altre volte. La nostra traccia disegna un linea dolce sulla neve.
Arriviamo sotto lo sperone roccioso della vetta e ci prepariamo per la salita, pochi metri, forse una cinquantina, ma che richiedono attenzione. Uno sciatore si potrebbe accontentare della cima cosiddetta sciistica, ma noi siamo più della sfera degli scialpinisti e cerchiamo la vetta vera.
Affrontiamo il primo scivolo imbrattato di neve che nasconde qualsiasi appiglio, portandoci la corda per poter scendere con più sicurezza. Le relazioni parlano di I grado ma in queste condizioni, alla fine, sarà la parte più difficile della salita. Giunti in alto a questo scivolo e superato uno sperone roccioso, affrontiamo i blocchi rocciosi e molto esposti della cresta finale. Anche qui abbiamo la corda ma di fatto praticamente non la utilizziamo.
Con percorso molto aereo ma anche ben appigliato, tocchiamo la vetta del Lorenzhorn, stupenda cima in una giornata spaziale. Sfruttando parzialmente la nostra corda, arriva anche un altro gruppetto che ci ringrazia per il "servizio": abbiamo fatto la traccia, abbiamo piazzato la corda ... insomma, gli abbiamo servito la cima su un piatto d'argento. Ma siamo ben contenti di averlo potuto fare e di condividere la gioia di questa vetta con altri: chissà magari un giorno inconsapevolmente ci renderanno il favore.
Tornati tutti agli sci, il gruppetto ci ringrazia nuovamente per l'utilizzo della corda, dopodichè iniziamo la nostra bella sciata negli ampi e goduriosi spazi che questo pendio offre. La neve scivola morbida sotto le solette e continuiamo a sciare finchè il pendio non diventa pianeggiante. Ripelliamo per salire alla Chilchalplucke.
Un ultimo sguardo al nostro percorso, ora un po' meno candido di stamattina, e poi giù verso Hinterrhein, e nel cuore l'emozione di aver vissuto una gran bella avventura.
Quando si arriva ad un colletto e ci si prepara per scendere nel versante opposto, ogni volta è la stessa sensazione di avventura, la sensazione di stare facendo qualcosa di speciale.
Ed è così che mi sento arrivato alla Chilchalplucke dopo essere partiti da Hinterrhein, quando guardo la nostra meta di oggi ancora lontana nella vallata opposta. Quando guardo il meraviglioso scivolo del ghiacciaio tutto intonso e quel piccolo corno roccioso che oggi ci "costringe" a portarci anche una corda.
Salutiamo simbolicamente il Chilchaphorn poco sopra di noi, super classica gita di scialpinismo, normalmente molto battuto ma forse non in questo periodo, viste le condizioni non ottimali del percorso. Ci buttiamo in direzione del Fanellgletscher e con questa neve polverosa in un baleno siamo già sulla piana pronti a ripellare.
I primi passi nel candido lenzuolo del ghiacciaio sono i più belli, offrono un senso di libertà che si assapora poche altre volte. La nostra traccia disegna un linea dolce sulla neve.
Arriviamo sotto lo sperone roccioso della vetta e ci prepariamo per la salita, pochi metri, forse una cinquantina, ma che richiedono attenzione. Uno sciatore si potrebbe accontentare della cima cosiddetta sciistica, ma noi siamo più della sfera degli scialpinisti e cerchiamo la vetta vera.
Affrontiamo il primo scivolo imbrattato di neve che nasconde qualsiasi appiglio, portandoci la corda per poter scendere con più sicurezza. Le relazioni parlano di I grado ma in queste condizioni, alla fine, sarà la parte più difficile della salita. Giunti in alto a questo scivolo e superato uno sperone roccioso, affrontiamo i blocchi rocciosi e molto esposti della cresta finale. Anche qui abbiamo la corda ma di fatto praticamente non la utilizziamo.
Con percorso molto aereo ma anche ben appigliato, tocchiamo la vetta del Lorenzhorn, stupenda cima in una giornata spaziale. Sfruttando parzialmente la nostra corda, arriva anche un altro gruppetto che ci ringrazia per il "servizio": abbiamo fatto la traccia, abbiamo piazzato la corda ... insomma, gli abbiamo servito la cima su un piatto d'argento. Ma siamo ben contenti di averlo potuto fare e di condividere la gioia di questa vetta con altri: chissà magari un giorno inconsapevolmente ci renderanno il favore.
Tornati tutti agli sci, il gruppetto ci ringrazia nuovamente per l'utilizzo della corda, dopodichè iniziamo la nostra bella sciata negli ampi e goduriosi spazi che questo pendio offre. La neve scivola morbida sotto le solette e continuiamo a sciare finchè il pendio non diventa pianeggiante. Ripelliamo per salire alla Chilchalplucke.
Un ultimo sguardo al nostro percorso, ora un po' meno candido di stamattina, e poi giù verso Hinterrhein, e nel cuore l'emozione di aver vissuto una gran bella avventura.
Tourengänger:
Andrea!

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