Grassen
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Ultima gita degli "Incontri di Avvicinamento alla Montagna" 2015. Quindici giorni fa avevamo rinunciato all'esercitazione su ghiaccio, prevista al Furka, per le pessime condizioni meteo. Recuperiamo quindi questo sabato allo Steingletscher sotto il Sustenpass. Poi, finita l'esercitazione, risaliamo in macchina, riattraversiamo il Sustenpass e scendiamo a Sustlibrücke, ci carichiamo zaini e corde in spalla e saliamo alla Sustlihütte.
Siamo in 23, nel pomeriggio ed in serata arriveranno anche altri cinque accompagnatori. Saliamo dal sentiero normale e non da quello con le scale: il risparmio di tempo con il secondo è veramente minimo e con questi zaini pesanti ed il tempo che minaccia acqua è meglio essere prudenti.
Poco prima del rifugio infatti inizia a piovere ma in breve siamo all'asciutto, ci cambiamo e prendiamo possesso delle due camerate assegnateci, la cena è alle 18,30. L'orario è un po' ospedaliero ma tant'è. Fuori si alternano scrosci di pioggia a brevi schiarite, comunque le previsioni meteo danno bello per domani. Speriamo.
La cena è più che dignitosa ed è abbondante anche se lontana dai gusti tipici italiani.
Alle 22,30 siamo tutti in branda, domani sveglia alle 5.
Al mattino il cielo è terso: le nuvole ristagnano solo sul fondovalle ed il sole illumina già la cima del Sustenhorn.
Facciamo colazione, ottima ed abbondante come si dice, ed alle 6,10 siamo tutti in marcia verso la nostra meta: il Grassen.
Ieri sera ho formato le cordate: otto da tre ed una, quella mia e di Monica, da quattro.
Saliamo per il sentiero, segnalato in bianco-blu, in breve siamo ben alti sopra il rifugio, il sentiero presenta qualche passaggio su roccette e qualche attraversamento di nevai, la traccia è buona e la neve qui è ancora abbastanza morbida ma qualche traverso è abbastanza esposto per cui li attraversiamo piccozza alla mano, arriviamo ad un pianoro da cui possiamo ammirare la nostra cima e ci prepariamo per salire alla Stoessensattel, calziamo i ramponi e ci leghiamo.
La mia cordata e quella di Carlo chiudono il gruppo che si snoda lungo il traverso ascendente che porta alla sella già illuminata dal sole.
La salita alla Stoessensattel, pur con qualche risalto abbastanza ripido, non presenta problemi ed in breve vediamo spuntare l'inconfondibile mole del Titlis.
Siamo all'inizio della lunga cresta che ci porterà alla cima. La seguiamo integralmente con i suoi diversi saliscendi, i tratti di neve si alternano con quelli di roccia, un ultima cimetta, una breve discesa ed ecco il risalto finale che ci porterà alla cima.
Io e Monica con Veronique e Claudia ora siamo posizionati in posizione centrale fra le varie cordate, diversi accompagnatori ed allievi sono già in vetta. In qualche minuto li raggiungiamo, lo spazio non è molto ma il panorama intorno è veramente impagabile.
Breve spuntino e decidiamo di scendere, non seguiamo la cresta fatta in salita ma stiamo un po' più bassi, seguendo il percorso che si fa normalmente con gli sci, così da evitare i saliscendi, le roccette e, soprattutto, non intralciare le numerose altre cordate che stanno salendo al Grassen dopo di noi.
Scendendo non si può non ammirare le magnifiche cime che ci attorniano: gli Spannort, il Kronten, il Wichelplanggstock, il Murmetplanggstock, il Trotzigplanggstock, il Gross e il Chli Sustenhorn... nomi bellissimi di cime già salite o da salire.
Tornati alla Stoessensattel ci abbassiamo un po' poi troviamo un bel pendio nevoso, lungo ma non esposto, ci sleghiamo e siamo pronti a far effettuare agli allievi le prove di scivolata ed arresto che ieri non eravamo riuscita a far loro fare.
Come sempre all'inizio sono tutti ritrosi e titubanti, poi non vogliono più smettere!
Quando tutti hanno raggiunto il fondo del pendio, riprendiamo la marcia e proseguiamo fino al pianoro, dove stamane ci eravamo legati, per le prove di recupero: ieri non tutti gli allievi erano riusciti a farle.
Io e Monica decidiamo di supervisionare da lungi le manovre mentre ci mangiamo un panino: sono le 12 e la fame si fa sentire.
Dopo un'ora abbondante di recuperi simulati riprendiamo il cammino per il rifugio, ci rinfreschiamo, diamo fondo alle ultime cibarie, ci prendiamo un caffè e poi riprendiamo, chi per il sentiero di ieri, chi per quello con le scalette, la strada del ritorno.
Tre quarti d'ora e siamo tutti alle auto, a Varese riprendo in carico tutto il materiale: piccozze, caschi, imbraghi e ramponi.
Il corso è quasi finito, ci ritroveremo martedi per la cena finale e poi a settembre per una gita di due giorni sull'Adamello.
Decisamente questo è stato un buon corso: nonostante il tempo a volte inclemente, le difficoltà di alcuni per le difficoltà dovute all'esposizione o alla lunghezza delle gite, gli allievi si sono sempre dimostrati entusiasti, solidali e coesi.
Siamo in 23, nel pomeriggio ed in serata arriveranno anche altri cinque accompagnatori. Saliamo dal sentiero normale e non da quello con le scale: il risparmio di tempo con il secondo è veramente minimo e con questi zaini pesanti ed il tempo che minaccia acqua è meglio essere prudenti.
Poco prima del rifugio infatti inizia a piovere ma in breve siamo all'asciutto, ci cambiamo e prendiamo possesso delle due camerate assegnateci, la cena è alle 18,30. L'orario è un po' ospedaliero ma tant'è. Fuori si alternano scrosci di pioggia a brevi schiarite, comunque le previsioni meteo danno bello per domani. Speriamo.
La cena è più che dignitosa ed è abbondante anche se lontana dai gusti tipici italiani.
Alle 22,30 siamo tutti in branda, domani sveglia alle 5.
Al mattino il cielo è terso: le nuvole ristagnano solo sul fondovalle ed il sole illumina già la cima del Sustenhorn.
Facciamo colazione, ottima ed abbondante come si dice, ed alle 6,10 siamo tutti in marcia verso la nostra meta: il Grassen.
Ieri sera ho formato le cordate: otto da tre ed una, quella mia e di Monica, da quattro.
Saliamo per il sentiero, segnalato in bianco-blu, in breve siamo ben alti sopra il rifugio, il sentiero presenta qualche passaggio su roccette e qualche attraversamento di nevai, la traccia è buona e la neve qui è ancora abbastanza morbida ma qualche traverso è abbastanza esposto per cui li attraversiamo piccozza alla mano, arriviamo ad un pianoro da cui possiamo ammirare la nostra cima e ci prepariamo per salire alla Stoessensattel, calziamo i ramponi e ci leghiamo.
La mia cordata e quella di Carlo chiudono il gruppo che si snoda lungo il traverso ascendente che porta alla sella già illuminata dal sole.
La salita alla Stoessensattel, pur con qualche risalto abbastanza ripido, non presenta problemi ed in breve vediamo spuntare l'inconfondibile mole del Titlis.
Siamo all'inizio della lunga cresta che ci porterà alla cima. La seguiamo integralmente con i suoi diversi saliscendi, i tratti di neve si alternano con quelli di roccia, un ultima cimetta, una breve discesa ed ecco il risalto finale che ci porterà alla cima.
Io e Monica con Veronique e Claudia ora siamo posizionati in posizione centrale fra le varie cordate, diversi accompagnatori ed allievi sono già in vetta. In qualche minuto li raggiungiamo, lo spazio non è molto ma il panorama intorno è veramente impagabile.
Breve spuntino e decidiamo di scendere, non seguiamo la cresta fatta in salita ma stiamo un po' più bassi, seguendo il percorso che si fa normalmente con gli sci, così da evitare i saliscendi, le roccette e, soprattutto, non intralciare le numerose altre cordate che stanno salendo al Grassen dopo di noi.
Scendendo non si può non ammirare le magnifiche cime che ci attorniano: gli Spannort, il Kronten, il Wichelplanggstock, il Murmetplanggstock, il Trotzigplanggstock, il Gross e il Chli Sustenhorn... nomi bellissimi di cime già salite o da salire.
Tornati alla Stoessensattel ci abbassiamo un po' poi troviamo un bel pendio nevoso, lungo ma non esposto, ci sleghiamo e siamo pronti a far effettuare agli allievi le prove di scivolata ed arresto che ieri non eravamo riuscita a far loro fare.
Come sempre all'inizio sono tutti ritrosi e titubanti, poi non vogliono più smettere!
Quando tutti hanno raggiunto il fondo del pendio, riprendiamo la marcia e proseguiamo fino al pianoro, dove stamane ci eravamo legati, per le prove di recupero: ieri non tutti gli allievi erano riusciti a farle.
Io e Monica decidiamo di supervisionare da lungi le manovre mentre ci mangiamo un panino: sono le 12 e la fame si fa sentire.
Dopo un'ora abbondante di recuperi simulati riprendiamo il cammino per il rifugio, ci rinfreschiamo, diamo fondo alle ultime cibarie, ci prendiamo un caffè e poi riprendiamo, chi per il sentiero di ieri, chi per quello con le scalette, la strada del ritorno.
Tre quarti d'ora e siamo tutti alle auto, a Varese riprendo in carico tutto il materiale: piccozze, caschi, imbraghi e ramponi.
Il corso è quasi finito, ci ritroveremo martedi per la cena finale e poi a settembre per una gita di due giorni sull'Adamello.
Decisamente questo è stato un buon corso: nonostante il tempo a volte inclemente, le difficoltà di alcuni per le difficoltà dovute all'esposizione o alla lunghezza delle gite, gli allievi si sono sempre dimostrati entusiasti, solidali e coesi.
Hike partners:
paoloski,
Mauronster
Communities: Hikr in italiano
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