Sasso della Guardia (2'093 m.s.m.) - Rifugio Alpe di Luarn (1'656 m.s.m.)
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Sapevamo che la meteo non sarebbe stata bellissima, però ci aspettavamo qualcosa di leggermente meglio di tutte quelle nuvole!
A parte questo si può dire che abbiamo trascorso una divertente giornata in piacevole compagnia di Andrea, che finalmente dopo anni di latitanza è tornato ad unirsi a noi per questa escursione in terra mesolcinese.
La gita ci ha permesso di osservare il finora sconosciuto Rifugio Alpe di Luarn e di salire alla cima chiamata Sasso della Guardia.
Il tragitto effettuato andata-ritorno è stato il seguente:
Diga della Roggiasca (956 m) – Mont di Lanès (1260 m) – quota 1578 m – quota 1563 m – Rifugio Alpe di Luarn (1656 m) – quota 1881 m – Sasso della Guardia (2093 m)
Il punto di partenza è la Diga della Roggiasca, raggiungibile in auto da Roveredo.
Fino ai Mont di Lanès tutto tranquillo (T2), anche il seguente tratto fino al Rifugio Alpe di Luarn non ci mette di fronte a grosse difficoltà se non per l’attraversamento di un canalone ancora coperto di neve che è necessario aggirare dal basso facendoci strada tra i cespugli. Da notare che il sentiero in questo tratto taglia orizzontalmente tutto il pendio e corre a strapiombo sopra i Monti di Lanès, la pendenza è notevole e in alcuni punti è necessario prestare attenzione soprattutto in periodi di mezza stagione dove si possono ancora incontrare residui di neve da scavalcare (T3). Altra segnalazione da fare è che la traccia è ben evidente ma i segni di demarcazione del sentiero dai monti in poi sono stati cancellati, forse perché a breve è in programma la riverniciatura? Comunque dopo quasi due ore e mezza di cammino raggiungiamo l’Alpe di Luarn e il suo piccolo rifugio. In loco scambiamo quattro chiacchiere con un pastore salito a cercare e controllare le sue capre. Ci spiega che il Rifugio è stato riattato da volontari pochi anni fa e viene utilizzato soprattutto dai cacciatori durante la stagione venatoria. L'alpeggio invece non viene più caricato e le uniche bestie in zona sono appunto le sue capre.
Visto che conosce bene la regione gli chiediamo qualche info sul sentiero per il Sasso della Guardia che ci dice essere ben visibile, ci suggerisce anche di prestare attenzione al tempo e di scappare immediatamente se dovesse minacciare di far temporale, infatti la zona è soggetta alla caduta di fulmini, come dimostreranno i numerosi larici bruciati che vedremo poi salendo alla cima! Per ora le nuvole non sembrano marcare pioggia così salutiamo il pastore e continuiamo verso la vetta, il rifugio lo visioneremo con calma quando saremo di ritorno. Attraversati i pascoli dell’alpe il sentiero fa un’impennata, per ora sempre visibile e sempre più ripido. Arrivati dove iniziano le rocce della cresta la traccia si fa meno evidente, di sicuro non ci arrampicheremo tra i sassi, ci spostiamo nel versante sopra i Monti di Lanès ed ecco riapparire un sentierino delle capre, questo tratto è il più delicato, poiché il pendio è davvero molto ripido e l’erba alta oltre ad essere scivolosa nasconde anche delle buche, per chi soffre di vertigini come la sottoscritta non è il massimo ma con l'aiuto delle mani riesco a farmi strada.
Prestando molta attenzione e facendo capo alle ultime energie raggiungiamo la cresta tra il Sasso della Guardia e il Piz de Papagal, senza incontrare ulteriori ostacoli percorriamo gli ultimi metri fino alla vetta dove si trova un piccolo uomo di pietre senza libro.
La cima si trova a cavallo tra la Val di Lanés e la Val Grono della quale possiamo osservare il roccioso anfiteatro sommitale composto da numerose cime ancora abbondantemente innevate. È un peccato che la giornata sia così nuvolosa, perché il panorama non è niente male e con il sole acquisterebbe sicuramente fascino! Non me l’aspettavo ma in lontananza si scorge pure il Lago Maggiore!
La pausa purtroppo non dura a lungo, infatti vediamo avvicinarsi dall’alta Mesolcina una minacciosa nuvola nera carica d’acqua e memori dei consigli del pastore decidiamo di scendere subito verso il Rifugio Alpe di Luarn dove arriviamo 50 minuti più tardi seguendo a ritroso lo stesso itinerario di salita.
Arrivati al rifugio entriamo a visitarlo e poi ci rimettiamo in cammino per i Mont di Lanès e la Diga della Roggiasca.
Bella gita in ambiente selvaggio, un grazie ad Andrea per la compagnia e speriamo di non dover aspettare altri 6 anni per vederti di nuovo in montagna con noi!
Tempo impiegato:
Salita 3h 30 minuti (2h 25' al Rifugio Alpe di Luarn)
Discesa 2h 45 minuti (50' al Rifugio Alpe di Luarn)
(soste comprese)
A parte questo si può dire che abbiamo trascorso una divertente giornata in piacevole compagnia di Andrea, che finalmente dopo anni di latitanza è tornato ad unirsi a noi per questa escursione in terra mesolcinese.
La gita ci ha permesso di osservare il finora sconosciuto Rifugio Alpe di Luarn e di salire alla cima chiamata Sasso della Guardia.
Il tragitto effettuato andata-ritorno è stato il seguente:
Diga della Roggiasca (956 m) – Mont di Lanès (1260 m) – quota 1578 m – quota 1563 m – Rifugio Alpe di Luarn (1656 m) – quota 1881 m – Sasso della Guardia (2093 m)
Il punto di partenza è la Diga della Roggiasca, raggiungibile in auto da Roveredo.
Fino ai Mont di Lanès tutto tranquillo (T2), anche il seguente tratto fino al Rifugio Alpe di Luarn non ci mette di fronte a grosse difficoltà se non per l’attraversamento di un canalone ancora coperto di neve che è necessario aggirare dal basso facendoci strada tra i cespugli. Da notare che il sentiero in questo tratto taglia orizzontalmente tutto il pendio e corre a strapiombo sopra i Monti di Lanès, la pendenza è notevole e in alcuni punti è necessario prestare attenzione soprattutto in periodi di mezza stagione dove si possono ancora incontrare residui di neve da scavalcare (T3). Altra segnalazione da fare è che la traccia è ben evidente ma i segni di demarcazione del sentiero dai monti in poi sono stati cancellati, forse perché a breve è in programma la riverniciatura? Comunque dopo quasi due ore e mezza di cammino raggiungiamo l’Alpe di Luarn e il suo piccolo rifugio. In loco scambiamo quattro chiacchiere con un pastore salito a cercare e controllare le sue capre. Ci spiega che il Rifugio è stato riattato da volontari pochi anni fa e viene utilizzato soprattutto dai cacciatori durante la stagione venatoria. L'alpeggio invece non viene più caricato e le uniche bestie in zona sono appunto le sue capre.
Visto che conosce bene la regione gli chiediamo qualche info sul sentiero per il Sasso della Guardia che ci dice essere ben visibile, ci suggerisce anche di prestare attenzione al tempo e di scappare immediatamente se dovesse minacciare di far temporale, infatti la zona è soggetta alla caduta di fulmini, come dimostreranno i numerosi larici bruciati che vedremo poi salendo alla cima! Per ora le nuvole non sembrano marcare pioggia così salutiamo il pastore e continuiamo verso la vetta, il rifugio lo visioneremo con calma quando saremo di ritorno. Attraversati i pascoli dell’alpe il sentiero fa un’impennata, per ora sempre visibile e sempre più ripido. Arrivati dove iniziano le rocce della cresta la traccia si fa meno evidente, di sicuro non ci arrampicheremo tra i sassi, ci spostiamo nel versante sopra i Monti di Lanès ed ecco riapparire un sentierino delle capre, questo tratto è il più delicato, poiché il pendio è davvero molto ripido e l’erba alta oltre ad essere scivolosa nasconde anche delle buche, per chi soffre di vertigini come la sottoscritta non è il massimo ma con l'aiuto delle mani riesco a farmi strada.
Prestando molta attenzione e facendo capo alle ultime energie raggiungiamo la cresta tra il Sasso della Guardia e il Piz de Papagal, senza incontrare ulteriori ostacoli percorriamo gli ultimi metri fino alla vetta dove si trova un piccolo uomo di pietre senza libro.
La cima si trova a cavallo tra la Val di Lanés e la Val Grono della quale possiamo osservare il roccioso anfiteatro sommitale composto da numerose cime ancora abbondantemente innevate. È un peccato che la giornata sia così nuvolosa, perché il panorama non è niente male e con il sole acquisterebbe sicuramente fascino! Non me l’aspettavo ma in lontananza si scorge pure il Lago Maggiore!
La pausa purtroppo non dura a lungo, infatti vediamo avvicinarsi dall’alta Mesolcina una minacciosa nuvola nera carica d’acqua e memori dei consigli del pastore decidiamo di scendere subito verso il Rifugio Alpe di Luarn dove arriviamo 50 minuti più tardi seguendo a ritroso lo stesso itinerario di salita.
Arrivati al rifugio entriamo a visitarlo e poi ci rimettiamo in cammino per i Mont di Lanès e la Diga della Roggiasca.
Bella gita in ambiente selvaggio, un grazie ad Andrea per la compagnia e speriamo di non dover aspettare altri 6 anni per vederti di nuovo in montagna con noi!
Tempo impiegato:
Salita 3h 30 minuti (2h 25' al Rifugio Alpe di Luarn)
Discesa 2h 45 minuti (50' al Rifugio Alpe di Luarn)
(soste comprese)
Communities: Hikr in italiano, Hütte / Cabane / Capanna / Chamanna
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare