Escursione sulla sconosciuta Corna Zeno o Corna Alta.
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Daje e ridaje ed eccomi sulla cima che alle origini del mio girovagare da queste parti, doveva essere la prima ad essere visitata, ma avendo “scoperto” questa meta solo quest’inverno, ho aspettato la primavera per farci il tanto agognato giro; la prima escursione fù la salita al M. Paghera, poi il M.Breda, il sentiero attrezzato del Perlè e poi ancora il M. Cingla, mentre adesso col rialzo delle temperature, ecco la Corna Zeno, il cuore delle Piccole Dolomiti Bresciane. Poco o nulla si conosce di questa cima, io personalmente ho trovato solo una mezza descrizione su come arrivarci, e questo ha attirato sia la mia attenzione sia la mia preoccupazione di non riuscire a trovare la via giusta visto le scarse notizie. Ma partiamo…
Lasciata l’auto (2 posti) su un tornante destrorso poco più avanti della chiesa di S. Petronilla, sulla mia sinistra trovo subito la stradina agro-pastorale che porta a Tese di Sopra, la strada che sale in moderata pendenza, risulta asfaltata sino alla piccola località che lasceremo alla nostra destra arrivati alle prime case.
Proprio all’ingresso di Tese, la strada prosegue verso sinistra diventando ora sterrata, costeggia una lunga recinzione, e con numerosi tornanti che risalgono un bellissimo bosco, ignoriamo le varie deviazioni che si staccano sulla nostra destra, puntando belli freschi sino ad una sorta di selletta (1270 m ca.) dove sulla sinistra osserviamo la ruvida cima del M. Porle. Fatti pochi passi in piano, la strada perde leggermente quota toccando la parte superiore della Valle di Canale, e cento metri dopo mi trovo davanti ad un bivio ora finalmente bollato di bianco/rosso; tenendo la sinistra si entra in uno slargo dove poi si può risalire una forra che giunge sino quasi al Passo di Zeno (l’ho scoperto dopo), mentre tenendo la destra del suddetto bivio (vedi foto 5), con una certa tranquillità si giunge al Passo dopo aver lasciato sulla sinistra una cascina con una piccola pozza. Il Passo (non segnalato) si trova su una sorta di dorsale dove la bollatura vi invita a girare a destra verso l’ancora distante Cima di Meghè.
Dal Passo di Zeno, io comunque ho seguito il crinale che a sinistra ha superato prima un vicino cartello con la deviazione per la Malga Vecia, mentre a sx, ho tralasciato la sottostante Cascina Zeno. Dopo 5 minuti di cammino in salita sono giunto su una piccola colmetta senza nome e quotata solo sulle carte (da queste parti la conoscono come il Dos del Casadur. vedi foto 20), da qua per flebile traccia, ho piegato a sinistra entrando nel fitto bosco di Faggi calpestando un sentiero in mezzacosta, 10 minuti dopo eccomi spuntato su una sorta di bocchetta con una bella esposizione a sud. Già da questo punto, la vista spazia quasi a 360° e la morfologia del territorio è cambiata quasi totalmente; guglie , torrioni e pinnacoli fanno bella mostra di sé.
Adesso sono vicino alla meta e la poca neve caduta il giorno prima, non può certo fermare il mio entusiasmo… Seguendo a sinistra per il crinale, cammino facendo attenzione a non scivolare nei diversi canaloni che qualche amante del ghiaccio si diverte a risalire nel periodo invernale, e con qualche piccolo strappetto tra ciuffi d’erba e roccette affioranti, arrivo alla Punta Zeno in men che non si dica!
Purtroppo la giornata non è delle migliori, diverse nuvole e un’arietta frizzante lasciano poco spazio al piacere di essere arrivati sino qua, comunque si ha proprio l’impressione che questo posto con una giornata serena, sia veramente eccezionale in quanto a visuale: la Cima Meghè, le Dolomiti di Brenta, il Lago di Garda, il Lago d’Idro e il comprensorio del Blacca è parte di ciò che si può ammirare, mentre il silenzio tutt’attorno regna sovrano. Neanche il tempo per godere di una veloce pedicure o di una scaccolata a piene dita, e piazzo la macchina fotografica per l’immancabile autoscatto che immortala la mia “impresa”, per il pranzo è meglio raggiungere la Cascina Zeno dove già all’andata c’ho fatto un giro per curiosità… A pancia piena, da lì in poi percorro il lungo sentiero a ritroso che mi riporta alla macchina con il sole che ora illumina un cielo blu! Eccheccazzo…
Nota 1): Questo è un giro dove camminare è stato un piacere, anche la breve traccia asfaltata stavolta non mi ha disturbato. Oggi non ho trovato anima viva da queste parti, solo l’eco di un lontano vocìo tra le case di Tese mi ha ricordato di non essere solo sulla Terra, e non capisco se qua nel periodo estivo gli escursionisti ci mettono i loro graziosi piedi. Certo è che la segnaletica e la relativa bollatura è quasi inesistente sino quasi al Passo di Zeno, dal Passo in poi invece, si prosegue su percorso non obbligato e ovviamente con assenza di indicazioni per la Corna. Peccato. Solo la percorrenza della breve cresta per la Corna va considerata T3, per il resto è un tranquillo T2.
Nota 2): Qua Radio Menek, eccovi le notizie curiose:
Scandalo sessuale: la Ue ha accusato Google di “pratica dominante”…
Calcio: la Juventus ha sostituto Conte. Adesso non c’è un cazzo da stare Allegri!
Egitto: fermato un’uomo vestito da mummia, interrogato dagli inquirenti ha risposto con un “silenzio tombale”!
Viva Basaglia: dopo la chiusura degli OPG, a Montecitorio si fa resistenza allo sgombero coatto…
Crisi: il Governo naviga tra le nuvole… prende “quota” l’ipotesi Boeing!
ZENO.
Con la coscienza faccio il mio ripieno,
nelle mie ossa sai c’è tanto fieno,
e c’ho una testa come un’avantreno.
Zeno,
se sbaglio strada salgo a Vipiteno,
e li di Donne ce n’è un sacco pieno,
col petto in fuori e con un grande seno.
Zeno,
malconcio col cervello io ne godo appieno,
ne punto una ma resto sereno,
e mando a vaffanculo chi mi ha rotto il freno.
Rinuncio alla vacanza nel magico Fonteno, e in fondo mi domando: chi cazzo è mai sto Zeno?
A La Prochaine! Menek und Olmo.

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