Una Corna Zeno nascosta dalla galaverna.
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Menek:
Eccomi di nuovo sulla Corna Zeno, il piano “B” vista la mancata salita alla più famosa Corna Blacca, purtroppo la stretta stradina che conduceva alla Loc. Vaiale era ghiacciata e questo ci ha indotto ad una veloce “retromarcia” . Alex Amadeus non ci è mai stato alla C. Zeno, perché allora non rifarci un giro che a me personalmente non è dispiaciuto? Eccoci qua a Tese di Sotto parcheggiati nei pressi dell’acquedotto… la descrizione della salita la trovate qui: http://www.hikr.org/tour/post93188.html
Oggi fa un tantinello fresco, e nonostante cominciamo a camminare verso le 9,20 la temperatura si aggira ancora attorno ai -5° , per scaldarci teniamo subito un passo un po’ sopra la media ma una volta giunti a Tese di Sopra, ci si libera di un indumento tra i vari indossati (ovviamente non i pantaloni) e proseguiamo con molta più calma.
Pian piano che prendiamo quota la strada ASP si fa sempre più scivolosa e questo ci fa preoccupare, non tanto per la salita, ma per il ritorno, qua toccherà scendere con prudenza.
Finalmente giungiamo al Passo di Zeno e non ci resta che virare verso sinistra, seguendo una flebile traccia erbosa nascosta dalla galaverna, evitiamo la deviazione per la Casina Vecia e continuiamo a salire finchè sulla sinistra la traccia ci porta nel bosco, un bosco ammantato di bianco e con il sentiero alquanto scivoloso, ma per fortuna il bosco è breve ed in 15 minuti ci portiamo sulla cresta.
Ora proseguiamo con estrema attenzione, visti i canaloni un po esposti che si presentano alla nostra destra e l’erba ciularina coperta di ghiaccio, dieci minuti di cammino ed eccoci in cima; la vista purtroppo è preclusa dalle nuvole e questa situazione non ci permette di vedere i tanti pinnacoli sottostanti, in più navigheremo intorno ai -8°, chi ha voglia di stare qua a smarronarsi la cippa? Foto di rito e via…la Cascina Spina ci aspetta per il pranzo. 2h40.
Fatto a ritroso la cresta e il bosco, siamo alla Cascina Spina in 10/15 minuti circa, depositiamo gli zaini e ci gustiamo un bel tè caldo come prima cosa, un caldo tè che prepara lo stomaco al panino quasi gelato. La temperatura è di -5.9°, un clima non certo da far invogliare ad un riposo prolungato.
Finito il pranzo e ridiscesi alla Cascina Zeno (c’è una pozza), propongo ad Alex un percorso alternativo che porta al passo dove c’è la frana (Laf), bisogna entrare nella forra di un torrente in secca; proposta accettata con qualche riserva e via!
Il percorso è un po più “sporco” rispetto a ciò che immaginavo, alberi caduti, ghiaccio sulle roccette affioranti e qualche altro piccolo problema non ostacolano la nostra discesa, ricevo un paio di insulti dal buon Amadeus ma alla fine siamo fuori dai guai. Mi sono divertito, un piccolo ravano ci voleva. :)))
Ora siamo sulla sterrata ghiacciata, con passo “allegro” ma non troppo ritorniamo alla macchina visibilmente soddisfatti… anche perché pensiamo già di fermarci alla “mitica” pasticceria di Pieve d’Idro dove ci sfonderemo di dolci! Grazie Vecio per la bella giornata trascorsa assieme.
Nota 1): Da Tese di Sotto sino al Passo di Zeno T2 (ma anche T1), dal Passo alla Corna Zeno T3, si va per tracce e il sentiero non ha bollatura, e poi c’è la cresta, da fare con un briciolo di attenzione, ma niente di particolarmente pericoloso. T3 anche per la forra.
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega!
Tecnologia: Se i nuovi Hi-Tech si chiamano CES, chi si fida ad acquistarli?
Tv: Cristina Parodi lascerà la Vita in Diretta. E CHISSENEFREGAAAAA!!!
Nota 3): Vediamo che dice Eric… pasticceria?
CANNOLO.
Parcheggio nella piazza e sono festaiolo,
al bar ci entro allegro e prendo paste al volo,
se penso al troppo dolce ripiego sul ghiacciolo.
Cannolo,
il latte è bello caldo e aggiungo metanolo,
abbasserà la vista ed il colesterolo,
incerto sul da farsi dall’alto punto al suolo.
Cannolo,
la tipa che mi serve è alta metri e un piolo,
ha gambe molto lunghe e un busto campagnolo,
mi scusi signorina…lei gioca a pallavolo?
Ricevo pugni e calci finché son steso al suolo, e in fondo mi domando: chi prende il mio Cannolo?
A’ la prochaine! Menek
Amadeus:
Finalmente! Finalmente l'ho visto! Cosa direte voi ? Lo Yeti? Nein! L'arcangelo Gabriele? Niet! Il mostro di Lochness? Macchè; ho visto lui, si lui il Menego in pieno RAVANO, gente è una cosa unica, irripetibile e per pochi fortunati! Uno di questi sono io.
In un ambiente "spettrale" con bei -5/-8°, con un terreno viscido e traditore specialmente sulla cresta finale, saliamo per la bella valle che porta al microscopico abitato di Tese di Sopra e poi sù verso il passo Zè, da lì su traccia quasi nulla e su sentiero prima su bosco ricoperto dalla galaverna di questi ultimi dieci giorni che ha stratificato ogni cosa, e poi su una cresta che veramente ha sollevato in mé l'insicurezza data da una assoluta mancanza di qualcosa di solido sotto i piedi, arriviamo su questa Corna di Zeno.
Cima che in una giornata di sole ci regalerebbe una straordinaria visione dell'intorno, ma che oggi ci regala solo la soddisfazione della salita, la discesa dopo il breve break mangereccio a -5°, ci porta al bivio in cui Menego con imperio imbocca a destra calandosi in un fosso di raccolta delle acque piovane.
E quì inizia la sinfonia del RAVANO, il Menego si trasforma, dà il meglio di sè in fatto di saltelli, spaccate su tronchi, deforestazione di alcuni rami che incombono sul e nel fosso, le risalite il guardarsi attorno, il salire sui fianchi del fosso per ridiscendere; insomma non un procedere ma una sinfonia di passi, un calare una serie di "DO", "RE","MI" da far annichilire varie bande musicali paesane.
Che dire? alla fine un brivido caldo, ripensando alla discesa, mi ha percorso la schiena mentre addentavo un bellissimo cannolo alla crema!
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