P.zo del Forno 2695 m. da Agarina
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La scelta della meta odierna è il P.zo del Forno, la montagna più alta del territorio di Montecrestese, chiamata dagli indigeni semplicemente “la Fria” toponimo derivante dal sottostante omonimo passo, che mette in comunicazione il territorio italiano con quello svizzero nella Valle Cravariola.
Arrivo in Agarina dove fervono i preparativi della festa in programma oggi, considerata la bassa temperatura decido di partire a razzo per scaldarmi.
Nel tratto iniziale su sentiero molto ripido incontro l'amico Enrico con il suo cane, scambio due parole e riparto, prima di arrivare all'Alpe Nocca raggiungo un gruppo di tre persone con destinazione Matogno, affronto quindi il tratto ripido di bosco che conduce all'Alpe Ratagina in maniera decisa in quanto mi sento molto bene fisicamente, ma raggiunto l'alpeggio il tracollo...all'improvviso mi sento sfiancato, come se non bastasse mi da il benvenuto un gelido vento, con la scusante di scattare due foto riprendo fiato.
Il proseguimento della salita diventa un autentico calvario, non riesco nemmeno a concentrarmi sulla destinazione che stranamente vedo molto lontana, attribuisco il cedimento alla sciagurata parte iniziale, anche se non ne sono molto convinto…con le movenze di un bradipo ubriaco raggiungo il sentiero pianeggiante che porta alla galleria della Fria e con un ultimo sforzo raggiungo la bocchetta.
Come immaginavo l’ultimo tratto e sferzato da un vento forte con temperatura prossima allo zero, non mi rimane che calzare i guanti, pile e giacca, ma siamo sicuri di essere a luglio?
Sulla cima ad attendermi un gregge di pecore che mi fanno la festa, purtroppo il panorama sull’Oberland è compromesso dalla perturbazione a nord delle alpi, non mi resta che scendere a temperature più umane al lago di Matogno, ma prima colgo l’occasione per ammirare e fotografare questa splendida zona incontaminata, minacciata dalla probabile costruzione di un mostruoso elettrodotto.
Della serie “in discesa vanno anche i sassi” in poco tempo sono sulla riva del lago, sdraiato su di un comodo sasso affiancato da una mandria di mucche che mi allietano con i loro campanacci.
Dopo circa un’ora di meritato rilassamento scendo all’alpe Lago a trovare l’amico Hillary, per vedere le migliorie apportate alla sua mitica baita, il caffè è assicurato, anche se forse oggi considerata la penosa performance non me lo merito neppure…
DATI GPS: Dislivello complessivo 1550 m. Sviluppo planimetrico 16 Km.
Arrivo in Agarina dove fervono i preparativi della festa in programma oggi, considerata la bassa temperatura decido di partire a razzo per scaldarmi.
Nel tratto iniziale su sentiero molto ripido incontro l'amico Enrico con il suo cane, scambio due parole e riparto, prima di arrivare all'Alpe Nocca raggiungo un gruppo di tre persone con destinazione Matogno, affronto quindi il tratto ripido di bosco che conduce all'Alpe Ratagina in maniera decisa in quanto mi sento molto bene fisicamente, ma raggiunto l'alpeggio il tracollo...all'improvviso mi sento sfiancato, come se non bastasse mi da il benvenuto un gelido vento, con la scusante di scattare due foto riprendo fiato.
Il proseguimento della salita diventa un autentico calvario, non riesco nemmeno a concentrarmi sulla destinazione che stranamente vedo molto lontana, attribuisco il cedimento alla sciagurata parte iniziale, anche se non ne sono molto convinto…con le movenze di un bradipo ubriaco raggiungo il sentiero pianeggiante che porta alla galleria della Fria e con un ultimo sforzo raggiungo la bocchetta.
Come immaginavo l’ultimo tratto e sferzato da un vento forte con temperatura prossima allo zero, non mi rimane che calzare i guanti, pile e giacca, ma siamo sicuri di essere a luglio?
Sulla cima ad attendermi un gregge di pecore che mi fanno la festa, purtroppo il panorama sull’Oberland è compromesso dalla perturbazione a nord delle alpi, non mi resta che scendere a temperature più umane al lago di Matogno, ma prima colgo l’occasione per ammirare e fotografare questa splendida zona incontaminata, minacciata dalla probabile costruzione di un mostruoso elettrodotto.
Della serie “in discesa vanno anche i sassi” in poco tempo sono sulla riva del lago, sdraiato su di un comodo sasso affiancato da una mandria di mucche che mi allietano con i loro campanacci.
Dopo circa un’ora di meritato rilassamento scendo all’alpe Lago a trovare l’amico Hillary, per vedere le migliorie apportate alla sua mitica baita, il caffè è assicurato, anche se forse oggi considerata la penosa performance non me lo merito neppure…
DATI GPS: Dislivello complessivo 1550 m. Sviluppo planimetrico 16 Km.
Tourengänger:
adrimiglio

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Kommentare (11)