Noeud de la Rayette e Monte Cervo (Val Pelline)
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Bella e ricca di itinerari la Val Pelline.
Giusto per "complicità", oggi un bel cane nero ci segue per tutta la salita, non mollandoci un minuto.
Al ritorno scopriremo che si chiama Pippo e che è sua abitudine fare l'accompagnatore di escursionisti sù per i monti.
Oggi si parte dalla frazione Ruz (ma sui cartelli in loco c'è scritto Ru), stesso parcheggio di partenza per il Mont Gelè e il Rifugio Crete Seche (con cui hanno in comune un tratto di strada).
Breve portage per raggiungere il manto nevoso continuo sulla stradina che, con calma, guadagna quota.
Si raggiungono le Baite Berriè e ci si inoltra nell'ampio vallone che porta sul ghiacciaio di Chardonney e successivamente, con un tratto abbastanza ripido, si raggiunge l'ampia sella tra il Monte Cervo e la Noeud de la Rayette per poi seguire la dorsale comodamente fino in vetta (gli ultimi metri gli abbiamo fatti a piedi perchè il vento aveva spazzato la neve).
Per un buon tratto, nella parte finale abbiamo usati i rampanti e l'ultimo irto pendio potrebbe essere più sicuro e meno dispendioso di energie, risalirlo con i ramponi e gli sci in spalla piuttosto che fare equilibrismi sui rampanti e le lamine degli sci.
Sostiamo in vetta abbastanza a lungo, c'è una bella temperatura nonostante la quota, in più il breve tratto di cresta ci protegge dal leggero venticello (quello che non ci farà smollare i pendii alti). Mentre ci guardiamo attorno sento una vocina provenire dal Monte Cervo, proprio li di fronte a noi.
Riesco a convincere (senza fare poi troppa fatica) i miei due soci a farci un giretto ... tanto e lì, a due passi ... e se poi quei passaggi di roccia sono troppo difficili torniamo indietro.
Alla fine la breve salita risulterà molto più facile di quel che sembrava e anche Pippo salirà in vetta senza alcun problema.
In discesa la neve dura ci tiene impegnati nel primo tratto e ... anche Pippo ....che rompe i "cabasisi" ... mica poco, abbaiando continuamente, mettendosi spesso sulla traiettoria di curva e cercando di mordere la racchetta per giocare ... e hai voglia a distanziarlo, mica semplice.
Comunque dopo metà discesa, sotto "lieve" minaccia, riusciamo a condividere meglio gli spazi e scendere più tranquilli fino alla macchina.
Giusto per "complicità", oggi un bel cane nero ci segue per tutta la salita, non mollandoci un minuto.
Al ritorno scopriremo che si chiama Pippo e che è sua abitudine fare l'accompagnatore di escursionisti sù per i monti.
Oggi si parte dalla frazione Ruz (ma sui cartelli in loco c'è scritto Ru), stesso parcheggio di partenza per il Mont Gelè e il Rifugio Crete Seche (con cui hanno in comune un tratto di strada).
Breve portage per raggiungere il manto nevoso continuo sulla stradina che, con calma, guadagna quota.
Si raggiungono le Baite Berriè e ci si inoltra nell'ampio vallone che porta sul ghiacciaio di Chardonney e successivamente, con un tratto abbastanza ripido, si raggiunge l'ampia sella tra il Monte Cervo e la Noeud de la Rayette per poi seguire la dorsale comodamente fino in vetta (gli ultimi metri gli abbiamo fatti a piedi perchè il vento aveva spazzato la neve).
Per un buon tratto, nella parte finale abbiamo usati i rampanti e l'ultimo irto pendio potrebbe essere più sicuro e meno dispendioso di energie, risalirlo con i ramponi e gli sci in spalla piuttosto che fare equilibrismi sui rampanti e le lamine degli sci.
Sostiamo in vetta abbastanza a lungo, c'è una bella temperatura nonostante la quota, in più il breve tratto di cresta ci protegge dal leggero venticello (quello che non ci farà smollare i pendii alti). Mentre ci guardiamo attorno sento una vocina provenire dal Monte Cervo, proprio li di fronte a noi.
Riesco a convincere (senza fare poi troppa fatica) i miei due soci a farci un giretto ... tanto e lì, a due passi ... e se poi quei passaggi di roccia sono troppo difficili torniamo indietro.
Alla fine la breve salita risulterà molto più facile di quel che sembrava e anche Pippo salirà in vetta senza alcun problema.
In discesa la neve dura ci tiene impegnati nel primo tratto e ... anche Pippo ....che rompe i "cabasisi" ... mica poco, abbaiando continuamente, mettendosi spesso sulla traiettoria di curva e cercando di mordere la racchetta per giocare ... e hai voglia a distanziarlo, mica semplice.
Comunque dopo metà discesa, sotto "lieve" minaccia, riusciamo a condividere meglio gli spazi e scendere più tranquilli fino alla macchina.
Tourengänger:
Andrea!

Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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Kommentare (11)