Monte Cervo (3441 m)
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Il Monte Cervo è una bella cima rocciosa dello spartiacque che divide il bacino del ghiacciaio di circo e pendio di Rayette dal vallone nevoso e detritico della Tsa. La via normale, poco frequentata per la lunghezza dell’avvicinamento, è costituita dalla cresta NNE, elegante e rocciosa, che si stacca dal confine al Noeud de la Rayette (3444 m), dirimpettaia montagna già salita qualche anno fa con le racchette da neve e dove è posta una croce in legno.
Volendo chiudere un anello basso, parto dal parcheggio del camping in località Lexert. Le indicazioni del percorso naturalistico conducono nell’abetaia alla piccola frazione di Ruz raggiunta anche dalla strada asfaltata e seguo le indicazioni del sentiero 2 che porta al Rifugio Crête Sèche, tagliando qua e là la noiosa poderale. La mulattiera conduce in spazi aperti all’alpeggio di Berrier, dal quale si valica il torrentello per trovare il sentierino che sale verso la Comba di Vertsan. Il sentiero si inerpica sul versante sinistro orografico e tocca la baita del Plan Lavé per poi raggiungere il vasto pianoro dell’Alpe Chardoney. Il vallone è ancora in ombra ma alle mie spalle il gruppo del Gran Paradiso luccica di neve. Il lento incedere di due camosci mi mostra la via da seguire verso una zona di rocce lisciate al termine del pianoro, dominata dalla Becca di Chardoney. Qui mi rampono: la zona in questione altro non è che l’imbocco di un largo canale di rocce e nevai che conduce, scegliendo la via migliore non sempre facile da individuare, alla superficie del Ghiacciaio di Chardoney poco sopra i 3000 m di quota. Il ghiacciaio è ben coperto e di crepacci nemmeno l'ombra; in fondo a destra posso notare il canalino nevoso che dovrò affrontare per superare la fascia di rocce soprastante. Attraverso il ghiacciaio verso destra, lo percorro in tutta la sua lunghezza badando bene di mantenere una certa distanza dalla franosa parete NW del Monte Cervo e raggiungo la base della depressione tra esso e il Noeud della Rayette. Mi armo quindi di piccozza e mi avvio verso il canale: superatolo, volgo quindi a destra fino al piano nevoso ai piedi della sinuosa cresta che porta in cima. Qualche facile passo di arrampicata ed eccomi in vetta!
Sulla cima si trova un ometto e gli spunti panoramici sono molteplici: dall’imponente Grand Combin proprio di fronte al massiccio del Bianco in lontananza, da Cervino e Rosa sempre magnifici verso la vicina e accattivante Becca Rayette. Bello il colpo d’occhio sulla Valpelline e all’orizzonte sul gruppo del Gran Paradiso.
In discesa percorro solo i primi metri del canalino faccia a monte per poi procedere più spedito sul ghiacciaio seguendo le mie tracce. Giunto nuovamente a Chardoney, tocco la croce in legno all’estremità S del pianoro (bel panorama) per poi ridiscendere a Berrier. Poco più sotto, nei pressi di una presa dell’acqua, abbandono il segnavia 2 per il 4: i numerosi cartelli rossi segnalano che mi trovo sul percorso invernale che da Bionaz sale a Berrier e, prima dolcemente e poi più ripidamente con numerose svolte, mi abbasso in fretta alla radura di Grand Rond, da cui si può godere di una bella vista sulla Becca di Luseney. Seguendo le indicazioni per Le Moulin, il sentiero volge quindi a W nel bosco, raggiungendo la strada asfaltata nei pressi di Crêtes, con la quale mi porto prima a Dzovennoz e poi in breve al punto di partenza.
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