La Rayette (3431 m)


Publiziert von Sky , 27. Februar 2022 um 03:49.

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum:12 September 2021
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: I   CH-VS 

Del Monte Cervo me ne parlò qualche anno fa Alessandro, compagno della squadra di corsa su strada di cui ai tempi facevo parte. Lui e sua moglie Cristina hanno una casa in Valpelline, valle che amo profondamente e che ho girato in lungo e in largo. Dopo essere stato, giusto un anno fa, alla Tour de la Tsa, poco distante, oggi ho deciso di andare a provarlo.

Parcheggio nei pressi dell’Alpe Rebelle, da cui ero già passato, in discesa, tornando appunto dalla Tour de la Tsa, e mi dirigo a Berrier. Di lì, una traccia di sentiero prosegue fino all’alpeggio di Chardoney, dove la Comba Vertsan fa una sorta di pianoro. Proseguo con davanti a me il Pic du Chardoney, fino a raggiungere le rocce montonate (segno evidente di un passato glaciale). Metto gli scarponi e proseguo, piegando leggermente verso destra. C’è un nevaio, un po’ ripido e piuttosto duro: potrei mettere i ramponi e risalirlo, ma decido di stare (protetto) nella fessura che si è formata tra il nevaio stesso e la roccia, alla sua sinistra. C’è giusto lo spazio per mettere un piede alla volta, ma uso la picca nella mano destra per “tirarmi su” conficcandola nel nevaio al mio fianco! In breve ho superato questo tratto e mi trovo sul pianoro del Glacier du Chardoney. Nel frattempo una nuvolaglia incomincia a salire e ad avvolgermi. Abbordo il ghiacciaio e calzo i ramponi. La parte bassa è grigia, mentre più avanti c’è uno straterello di neve. Lì intravvedo delle flebili impronte di ramponi: ma allora c’è qualcuno prima di me! Qui incomincio a pensare in che punto salire in cresta: non ho le idee chiare, le impronte sembrano andare avanti, ma io non mi fido ed alla fine decido di salire dritto per dritto alla mia destra. Forse non sarà il punto migliore, ma perlomeno vedo bene il versante da cui salire, mentre andando più avanti non mi è ben chiaro com’è la salita, e alla fine mi potrei rendere conto che non è fattibile. Il pendio è ripido, a tratti oltre i 40°, ma mai rischioso. Richiede solo calma e concentrazione. Quando mi manca poco a raggiungere la cresta che porta al Monte Cervo, alla mia destra, scorgo tre che scendono dalla vetta. Ecco di chi erano quelle tracce. Li incrocio sulla cresta, mi preparo per chieder loro com’era la cresta e… mi rendo conto che due di loro sono proprio Alessandro e Cristina! Ma che combinazione! Tra l’altro, è la quarta volta che ci incontriamo in modo assolutamente casuale: la prima, sopra Zinal, in cui scopriamo di abitare a poche centinaia di metri gli uni dagli altri… poi in vetta alla Tête Blanche de By… quindi ad una mezza maratona a Cernusco sul Naviglio, in cui ci rendiamo conto di far parte della stessa squadra di corsa (l’Ortica Team)… ed infine oggi! Mi dicono che per il Monte Cervo bisogna solo mettere giù le mani in qualche punto, ma visto che stanno scendendo, per poter approfittare della compagnia propongo loro di fare assieme una cimetta lì vicina, La Rayette – così io metto in tasca comunque qualcosa e poi si può scendere tutti assieme! Loro accettano subito e così in breve siamo tutti assieme alla croce di vetta. Pur essendo molto meno svettante rispetto al Monte Cervo, La Rayette, a differenza di quest’ultimo, dà sul versante vallesano e la vista è di conseguenza più interessante. Oggi non più di tanto, però, visto che le nubi nascondono buona parte del panorama. Per la discesa sul ghiacciaio, seguo il consiglio di Alessandro, che è passato in un punto molto meno “rognoso” rispetto al mio. In effetti, questo dovrebbe essere quello di cui parlavano le relazioni che ho letto e, pur essendo comunque da fare con attenzione, per via della terra, ha dei segni di tracce. Dopo aver superato il ghiacciaio, invece, seguiamo il percorso che ho fatto in salita, che si è rivelato più azzeccato. Tra l’altro, la neve ha smollato, e la discesa dal nevaio si rivela una passeggiata. In breve siamo dunque a Chardoney, dove ci fermiamo per riposare, mangiare qualcosa (io, che non lo avevo ancora fatto) e cambiare le scarpe. Proseguiamo poi verso valle e ci abbandoniamo, una volta raggiunto il bivio dove loro proseguono verso Bionaz, con la promessa che, la prossima volta che andrò in Valpelline, manderò loro un messaggio – in modo che, magari, non ci dovremo nuovamente incontrare per caso!

Con questa, ho fatto mio un altro pezzettino di Valpelline, ed un’altra vetta. Manca sempre meno per poter dire di aver conquistato tutto quello che è alla mia portata.

Tourengänger: Sky
Communities: Hikr in italiano


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