Dalla Colma di Sormano al Palanzone con le ciaspole
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Prima di partire per la Liguria con moglie e pargolo, decido di sfruttare il primo giorno di ferie per una bella ciaspolata, visto che finalmente la neve è arrivata abbastanza copiosa.
Da tempo mi incuriosiva il lungo crinale che dalla Colma di Sormano porta al Palanzone, percorso semplice, sicuro e panoramico, e a poco più di un'ora d'auto da casa.
Riesco a coinvolgere anche l'amica Gloria, che non si tira mai indietro quando c'è da andare a camminare, specialmente con la neve.
La neve per la verità non è bella come mi aspettavo: le calde temperature di venerdì e il gelo della notte l'hanno già trasformata, creando un sottile strato di crosta non portante. La quantità invece è più che accettabile, anche considerando che fino a una settimana fa qui c'erano solo prati, saranno circa 30/40 cm fin dalla partenza.
Ci inciaspoliamo subito ed iniziamo la salita, ignorando la traccia pianeggiante a destra (la seguiremo al ritorno per risparmiarci l'ultima risalita), e puntando invece alla prima collinetta della dorsale, il Monte Falò.
Il percorso è arcinoto ed è estremamente intuitivo, quindi non mi soffermo troppo sulla descrizione.
Percorriamo fedelmente il largo e panoramico crinale, seguendo peraltro l'ampia traccia già presente a terra, risalendo le varie elevazioni (Monte Falò, Monte Pianchetta, Braga di Cavallo, Monte Croce, Monte Bul) con una serie di saliscendi che aumentano un pò il dislivello.
Dopo il Bul bisogna prestare un pò più di attenzione per via del ripidissimo pendio alla nostra sinistra, il crinale è comunque bello largo ed oggi si riesce a percorrere senza difficoltà.
Infine con un ultimo strappetto ed un breve tratto di cresta pianeggiante raggiungiamo la vetta del Monte Palanzone (2 h 15).
Sostiamo in vetta una ventina di minuti, godendoci il caldissimo sole ed il panorama spettacolare, quindi ripartiamo seguendo a ritroso lo stesso percorso dell'andata.
Ci aspettano alcune brevi risalite, la più lunga (60 m circa) quella dalla Bocchetta di Caglio al Monte Croce, ed alcuni tratti di divertenti discese, dove come sempre scelgo di uscire dalla scomoda traccia per godermi la neve vergine. La crosta del mattino si è in molti punti smollata e la neve, seppur pesante, è piuttosto soffice.
Raggiunta la Colma di Caglio evitiamo la risalita al Monte Falò e seguiamo la stradina che lo aggira a sinistra, conducendoci nuovamente alla Colma di Sormano (4 h 00).
Lasciate le ciaspole in macchina ci fiondiamo al ristorante (sono ormai le 14) dove arriviamo giusto in tempo per spazzolarci le ultime porzioni di pizzoccheri!
Una piccola considerazione finale: non capisco davvero il senso di affrontare un'escursione, con queste condizioni di neve, senza le ciaspole (senza neanche averle dietro oltretutto).
Circa l'80 % delle persone incontrate non le avevano e difatti sprofondavano in continuazione, visto che la neve, anche all'interno della traccia, non era affatto portante.
Da tempo mi incuriosiva il lungo crinale che dalla Colma di Sormano porta al Palanzone, percorso semplice, sicuro e panoramico, e a poco più di un'ora d'auto da casa.
Riesco a coinvolgere anche l'amica Gloria, che non si tira mai indietro quando c'è da andare a camminare, specialmente con la neve.
La neve per la verità non è bella come mi aspettavo: le calde temperature di venerdì e il gelo della notte l'hanno già trasformata, creando un sottile strato di crosta non portante. La quantità invece è più che accettabile, anche considerando che fino a una settimana fa qui c'erano solo prati, saranno circa 30/40 cm fin dalla partenza.
Ci inciaspoliamo subito ed iniziamo la salita, ignorando la traccia pianeggiante a destra (la seguiremo al ritorno per risparmiarci l'ultima risalita), e puntando invece alla prima collinetta della dorsale, il Monte Falò.
Il percorso è arcinoto ed è estremamente intuitivo, quindi non mi soffermo troppo sulla descrizione.
Percorriamo fedelmente il largo e panoramico crinale, seguendo peraltro l'ampia traccia già presente a terra, risalendo le varie elevazioni (Monte Falò, Monte Pianchetta, Braga di Cavallo, Monte Croce, Monte Bul) con una serie di saliscendi che aumentano un pò il dislivello.
Dopo il Bul bisogna prestare un pò più di attenzione per via del ripidissimo pendio alla nostra sinistra, il crinale è comunque bello largo ed oggi si riesce a percorrere senza difficoltà.
Infine con un ultimo strappetto ed un breve tratto di cresta pianeggiante raggiungiamo la vetta del Monte Palanzone (2 h 15).
Sostiamo in vetta una ventina di minuti, godendoci il caldissimo sole ed il panorama spettacolare, quindi ripartiamo seguendo a ritroso lo stesso percorso dell'andata.
Ci aspettano alcune brevi risalite, la più lunga (60 m circa) quella dalla Bocchetta di Caglio al Monte Croce, ed alcuni tratti di divertenti discese, dove come sempre scelgo di uscire dalla scomoda traccia per godermi la neve vergine. La crosta del mattino si è in molti punti smollata e la neve, seppur pesante, è piuttosto soffice.
Raggiunta la Colma di Caglio evitiamo la risalita al Monte Falò e seguiamo la stradina che lo aggira a sinistra, conducendoci nuovamente alla Colma di Sormano (4 h 00).
Lasciate le ciaspole in macchina ci fiondiamo al ristorante (sono ormai le 14) dove arriviamo giusto in tempo per spazzolarci le ultime porzioni di pizzoccheri!
Una piccola considerazione finale: non capisco davvero il senso di affrontare un'escursione, con queste condizioni di neve, senza le ciaspole (senza neanche averle dietro oltretutto).
Circa l'80 % delle persone incontrate non le avevano e difatti sprofondavano in continuazione, visto che la neve, anche all'interno della traccia, non era affatto portante.
Tourengänger:
peter86
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