Pensavo fosse un Castello, invece sono in "Gaino"!
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Menek66
E anche il 2014 se ne è andato… ma se la prima persona che incontro il mattino del 1° gennaio 2015 è Pino, ho già capito che anche per quest’anno non c’è trippa per gatti! Che cavolo ho fatto di male per meritarmi tutto ciò?
Come oramai da tradizione, a Capodanno si va a spasso, e il L. di Garda con il M. Castello di Gaino, è la meta prescelta per smaltire i bagordi della sera prima… Un posto mai visitato, ma a giro concluso, posso dire che è l’ennesima perla infilata nella grande collana delle escursioni.
Quando partiamo da Fornico sono già le 9:15, e in giro c’è solo una simpatica nonnina che porta i “morti” alla campana del vetro, ci scambiamo gli auguri di buon anno, mentre con passo da “reparto geriatrico”, percorriamo gli stretti vicoli, poi, oltrepassato un sottopassaggio troviamo il sentiero bollato bianco/rosso con fondo in cemento. Si procede con discreta pendenza, e tutto attorno gli ulivi ci circondano con la loro bellissima veste… risalendo il sentiero stando ben attenti a non perdere i segnali un po’ sbiaditi, ci portiamo nei pressi dei casolari di Sostaga, incrociamo la sterrata che sale da destra che proviene da Navazzo, e la seguiamo per qualche centinaio di metri, giunti nei pressi di una proprietà privata, il sentiero vira a destra seguendo le indicazioni per il M. Castello, indicazioni che trovate impresse su un masso.
E’ una stretta sterrata, un po’ sconnessa e oggi pure ghiacciata, ma fortunatamente, la pendenza non ci obbliga a sforzi eccessivi e noi camminiamo prestando attenzione all’infido pericolo. Giunti in prossimità di un capanno da caccia, proseguiamo dritti in falsopiano ignorando il sentiero N° 21 che porta a Gaino (sinistra), percorso meno di un centinaio metri, sulla sinistra si stacca uno stretto sentiero che si inoltra in un bel bosco di ontani e carpini (indicazioni su una pianta).
Qua si cambia registro, la pendenza aumenta di netto ed il fondo ghiacciato rallenta un po’ il nostro passo, e mentre cerchiamo di capire se è il caso di mettere i ramponi, ci ritroviamo dopo 15 minuti, nei pressi del tratto attrezzato, non prima però, di aver passato un colletto con bivio.
Chiudiamo i bastoncini, e aiutandoci un po’ con le funi e un po’ attaccandoci alle piante, guadagniamo metri aggirando questa sorta di “dente”, oltrepassata qualche semplice roccetta, sbuchiamo su un meraviglioso belvedere a quattro passi dalla croce di vetta. Sono 10 minuti di via attrezzata, raramente esposta, se la si percorre con terreno asciutto, il sentiero non presenta grandi rischi, effettuata col ghiaccio come nel nostro caso, un po’ di attenzione non guasta.
Da qua la vista è meravigliosa e nonostante la quota modesta, si resta a bocca aperta da tanta bellezza che ci circonda; a sud il Pizzòcolo domina incontrastato, mentre a nord distinguiamo chiaramente la Cima Comer con il M. Denervo, la Cima Tombea e il severo Caplone. Sotto di noi (est) invece, il lago è nascosto un po’ dalla foschia, mentre la sagoma del Baldo spadroneggia sulla sponda veneto/trentina.
Sotto un sole cocente, ci sediamo sulla grande panca rivolta verso il Lago, quattro battute e avanti col cibo, oggi poco calorico visto le “triturate” dei giorni precedenti.
Come previsto, di gente in giro ce n’è poca, anche se qualche anima bella la incontriamo, ma per evitare il possibile traffico stradale al ritorno, decidiamo di scendere dalla cima abbastanza presto facendo una sorta di anello.
Ridisceso con fatica il tratto attrezzato/ghiacciato, ci portiamo sul colletto incrociato all’andata, evitiamo il sentiero fatto in salita e viriamo a est su una stretta traccia, che costeggiando la parete verticale del Castello ci fa perdere quota. Il sentiero è stretto e poco segnato, ma qualche ometto ben visibile aiuta la discesa, comunque, se nel primo tratto seguite la traccia che costeggia la roccia, poi tutto diverrà ben chiaro.
Giunti su una stradina asfaltata nei pressi di Gaino, passiamo il ristorante Castello, poi, prendendo la via Folino, seguiamo le indicazioni per il Santuario di Supina. Se guardate con attenzione, sui muri troverete la segnaletica BVG (Bassa Via del Garda) che vi condurrà a Fornico, dopo aver oltrepassato diversi bei agriturismi e lasciato sulla sinistra il sentiero per il Santuario.
Nota 1: Gustoso giro ad anello in un ambiente molto bello e curato, nonostante la quota modesta della Cima, la visuale è di tutto rispetto, e qualche “passaggino” impegnativo prima della vetta , aggiunge pepe ad un sentiero già di per se gradevole. Ottima escursione, da effettuare nel periodo che va da Novembre a Marzo, oppure, quando si hanno 3h30/4h di tempo libero… tale è il tempo che ci vuole per concludere il giro ad anello.
Nota 2: Cose a caso…
Se Brunetta è un professore, Renzo Bossi è uno scienziato?
E’ vero che Emilio Fede è un giornalista e Cicciolina è illibata?
E’ vero che il cervello di Borghezio è più deviato dei servizi segreti?
Roma: Se Berlusconi ha la sede in via dell’Umiltà, allora dove vive S. Francesco?
Nota 3: Della serie, chi se ne frega?
D’Alema ha una barca che si chiama Icaro.
A La Prochaine! Menek
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