Pizzo Leone sotto la neve.
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Per smaltire le libagioni natalizie, tutto sommato però sia io che Monica non abbiamo ecceduto con i piaceri della tavola, decidiamo di completare il poker delle cime nei dintorni di Locarno salendo al Pizzo Leone.
Mi informo su Hikr e decido di partire dal parcheggio di Gruppaldo, è vero che la strada permette di salire molto di più ma visto che siamo qui per camminare...
Dal parcheggio seguiamo brevemente l'asfalto finchè non incontriamo le prime indicazioni per la Corona dei Pinci, il sentiero sale con numerosi gradoni nel bosco ed attraversa diversi nuclei abitati, ho due cartine ma è difficile capire i nomi dei nuclei che attraversiamo: sono tanto vicini che si confondono, questo versante, visto la posizione favorevole, è veramente costellato di baite.
Attraversiamo un bel nucleo con una grande stalla per le capre ed un negozio self-service che vende uova e formaggio. Poco distante ecco infatti un bel pollaio con numerose galline ben pasciute ed un recinto dove vi sono alcuni daini.
Il sentiero prosegue con qualche tornante passando sotto ad una linea dell'alta tensione, raggiungiamo il punto 1273 metri, i cartelli indicatori indicano la Corona dei Pinci a 5 minuti, ma la visibilità è veramente scarsa: sta nevischiando e decidiamo quindi di proseguire verso il Pizzo Leone.
Il sentiero passa ora nei pressi di quello che dovrebbe essere il nucleo di Casone, poco sotto, quasi parallela, c'è la strada che sale fino a questa altezza, il sentiero si abbassa e la raggiunge, ne percorriamo un breve tratto finchè sulla destra troviamo le indicazioni per il sentiero, saliamo all'Alpe di Naccio, ora sta veramente nevicando bene ed il paesaggio attorno, nonostante la visibililtà scarsa, è decisamente natalizio.
Raggiungiamo la croce a quota 1499 metri, dovrebbe essere un punto panoramico ma chiaramente non vediamo praticamente nulla, consultiamo la cartina: per salire al Leone vi sono due sentieri, il primo segue il versante meridionale per raggiungere una sella a Sud Ovest della cima e da qui vi sale direttamente, l'altro segue la cresta passando per l'anticima detta Urion, cioè mirtillo e che è, probabilmente, all'origine anche dell'oronimo di Pizzo Leone, come è noto i cartografi avevano l'abitudine di adattare i nomi dialettali a "capocchia".
Visto che il primo sentiero percorre dei fianchi abbastanza ripidi e dato che sta nevicando decidiamo per il sentiero di cresta decisamente più sicuro. Dall'anticima vediamo finalmente la nostra vetta, ci abbassiamo leggermente e risaliamo quindi il tratto finale.
Eccoci in cima, tira un gran vento, compilo il libro di vetta e ci scattiamo un paio di foto, quando decidiamo di farci un "selfie" la mia macchina va in tilt per il freddo, francamente con le dita semicongelate di cambiare le pile non ho proprio voglia, ripongo la macchina al caldo sotto la giaccavento, per esperienza so che si riprenderà presto.
Cominciamo la discesa ripercorrendo il percorso fatto in salita fino a Puran, qui, complice la nebbia, il paesaggio che, complice la neve, è cambiato prendiamo un sentiero diverso, entrambi abbiamo ben presto la sensazione di aver sbagliato: troppo ripido questo tratto, quando raggiungiamo la cappella della Beata Vergine di Porano la nostra sensazione si trasforma in certezza: abbiamo sbagliato sentiero, studiamo le cartine e decidiamo che, a questo punto, ci conviene scendere fino a Ronco sopra Ascona per poi risalire al parcheggio.
Al di sotto della cappella il sentiero diviene un magnifico percorso lastricato che ci porta in breve nei pressi del cimitero di Ronco, è uscito il sole e ammiriamo Ascona illuminata grazie alla sua posizione privilegiata, c'è una fermata del postale ma il primo bus passerà solo fra mezz'ora per cui seguiamo la strada per un breve tratto fino a trovare le indicazioni per Colle San Marco, lasciamo la cantonale e saliamo per una stradicciola lastricata e panoramica che in breve ci riporta all'auto.
Nonostante il tempo decisamente inclemente la gita è stata veramente piacevole.
Difficoltà, anche con la neve, non ce ne sono, la gita si potrebbe tranquillamente classificare come T2 se non fosse per le roccette dell'ultimo tratto, da affrontare con un minimo di attenzione viste le condizioni odierne, ed il tratto di sentiero fatto al ritorno fra Porano e la cappelletta, decisamente ripido e scivoloso.
Mi informo su Hikr e decido di partire dal parcheggio di Gruppaldo, è vero che la strada permette di salire molto di più ma visto che siamo qui per camminare...
Dal parcheggio seguiamo brevemente l'asfalto finchè non incontriamo le prime indicazioni per la Corona dei Pinci, il sentiero sale con numerosi gradoni nel bosco ed attraversa diversi nuclei abitati, ho due cartine ma è difficile capire i nomi dei nuclei che attraversiamo: sono tanto vicini che si confondono, questo versante, visto la posizione favorevole, è veramente costellato di baite.
Attraversiamo un bel nucleo con una grande stalla per le capre ed un negozio self-service che vende uova e formaggio. Poco distante ecco infatti un bel pollaio con numerose galline ben pasciute ed un recinto dove vi sono alcuni daini.
Il sentiero prosegue con qualche tornante passando sotto ad una linea dell'alta tensione, raggiungiamo il punto 1273 metri, i cartelli indicatori indicano la Corona dei Pinci a 5 minuti, ma la visibilità è veramente scarsa: sta nevischiando e decidiamo quindi di proseguire verso il Pizzo Leone.
Il sentiero passa ora nei pressi di quello che dovrebbe essere il nucleo di Casone, poco sotto, quasi parallela, c'è la strada che sale fino a questa altezza, il sentiero si abbassa e la raggiunge, ne percorriamo un breve tratto finchè sulla destra troviamo le indicazioni per il sentiero, saliamo all'Alpe di Naccio, ora sta veramente nevicando bene ed il paesaggio attorno, nonostante la visibililtà scarsa, è decisamente natalizio.
Raggiungiamo la croce a quota 1499 metri, dovrebbe essere un punto panoramico ma chiaramente non vediamo praticamente nulla, consultiamo la cartina: per salire al Leone vi sono due sentieri, il primo segue il versante meridionale per raggiungere una sella a Sud Ovest della cima e da qui vi sale direttamente, l'altro segue la cresta passando per l'anticima detta Urion, cioè mirtillo e che è, probabilmente, all'origine anche dell'oronimo di Pizzo Leone, come è noto i cartografi avevano l'abitudine di adattare i nomi dialettali a "capocchia".
Visto che il primo sentiero percorre dei fianchi abbastanza ripidi e dato che sta nevicando decidiamo per il sentiero di cresta decisamente più sicuro. Dall'anticima vediamo finalmente la nostra vetta, ci abbassiamo leggermente e risaliamo quindi il tratto finale.
Eccoci in cima, tira un gran vento, compilo il libro di vetta e ci scattiamo un paio di foto, quando decidiamo di farci un "selfie" la mia macchina va in tilt per il freddo, francamente con le dita semicongelate di cambiare le pile non ho proprio voglia, ripongo la macchina al caldo sotto la giaccavento, per esperienza so che si riprenderà presto.
Cominciamo la discesa ripercorrendo il percorso fatto in salita fino a Puran, qui, complice la nebbia, il paesaggio che, complice la neve, è cambiato prendiamo un sentiero diverso, entrambi abbiamo ben presto la sensazione di aver sbagliato: troppo ripido questo tratto, quando raggiungiamo la cappella della Beata Vergine di Porano la nostra sensazione si trasforma in certezza: abbiamo sbagliato sentiero, studiamo le cartine e decidiamo che, a questo punto, ci conviene scendere fino a Ronco sopra Ascona per poi risalire al parcheggio.
Al di sotto della cappella il sentiero diviene un magnifico percorso lastricato che ci porta in breve nei pressi del cimitero di Ronco, è uscito il sole e ammiriamo Ascona illuminata grazie alla sua posizione privilegiata, c'è una fermata del postale ma il primo bus passerà solo fra mezz'ora per cui seguiamo la strada per un breve tratto fino a trovare le indicazioni per Colle San Marco, lasciamo la cantonale e saliamo per una stradicciola lastricata e panoramica che in breve ci riporta all'auto.
Nonostante il tempo decisamente inclemente la gita è stata veramente piacevole.
Difficoltà, anche con la neve, non ce ne sono, la gita si potrebbe tranquillamente classificare come T2 se non fosse per le roccette dell'ultimo tratto, da affrontare con un minimo di attenzione viste le condizioni odierne, ed il tratto di sentiero fatto al ritorno fra Porano e la cappelletta, decisamente ripido e scivoloso.
Tourengänger:
paoloski

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