Pizzo di Vogorno (2442 m) dall’Alpe Bardughè
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Terza escursione consecutiva in Valle Verzasca, oggi per raggiungere l’agognato Pizzo di Vogorno, cima che ammiro tutti i giorni recandomi al lavoro.
Secondo il linguista Carlo Salvioni (Bellinzona, 1858 – Milano, 1920) il toponimo Vogorno deriva da “viburnum”, che significa sterpo, arbusto.
Inizio dell’escursione: ore 9.00
Fine dell’escursione: ore 13.10
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1020 hPa
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3100 m
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 7.55
Tramonto del sole: 18.20
La prima località che si incontra salendo in Valle Verzasca è Vogorno, paese a nuclei plurimi, tutti disposti sul versante sinistro della valle, che in questa zona è formata da conche o minuscoli avvallamenti e terrazzi: Fontobbia, Berzona, Sant’Antonio e Costa, Vogorno di Dentro, Pregossa, Ciöss e San Bartolomeo (San Bertrémé).
Gli elementi dello stemma comunale di Vogorno, che risale al 1954, rinviano da un lato alle parrocchie della valle staccatesi nei secoli da San Bartolomeo (le sei stelle), dall’altro – la T (Tau) di Sant’Antonio Abate – all’arma del venerando Gian Giacomo Pancrazio Bustelli (1716-1771), vice parroco di Vogorno e famoso predicatore.
Lasciato il parcheggio della Funivia Bardughè ci avviciniamo alla stazione a valle dell’impianto, al di là della strada. Si tratta di un macchinario a dir poco rudimentale, appartenente al Patriziato di Vogorno, in esercizio solo su prenotazione. Il costo di una corsa è di 60.- CHF, da 1 a 4 persone.
Chiamare funivia tale impianto è sì corretto dal punto di vista linguistico, ma irriverente nei confronti delle altre centinaia di funivie che ho utilizzato nel corso della mia vita. Lo chiamerei più familiarmente “trabiccolo”, anzi “il trabiccolo”!
È un sistema “pendolare a due funi portante e traente a anello chiuso”. La lunghezza del percorso è di 2232 m, per un dislivello di 1170 m, percorribili in 15 minuti ad una velocità di 3 m/s. Ci “accomodiamo” nel “cassettone” chiamato Bardughè 2, rannicchiati, con il sedere appoggiato per metà ad una sorta di traversina di legno e per l’altra metà ad un parallelepipedo di sagex. L’occhio cade sulla fune trainante e portante, 2 cm di diametro, e su un bullone del cavo di ancoraggio, fissato con un minuto filo di ferro di circa 1 mm…
Alle 8:30 inizia l’avventura! I primi minuti di corsa si svolgono nel bosco, a pochi metri dal suolo. Sono ancora rilassato, tant’è vero che colgo l’occasione per fotografare Corippo e per ammirare alcuni rustici ottimamente riattati.
Dopo alcune centinaia di metri il trabiccolo si alza sempre di più fino a 90 m d’altezza, novanta metri! Ebbene, soffro tremendamente di vertigini, in particolare quando non sono legato ad una corda di sicurezza o ad una fune da via ferrata. Mi aggrappo con forza, con entrambe le mani, ai listelli di alluminio che formano il cassone: constato purtroppo che questi non sono fissi, ma si sfilano verso l’alto… È fifa pura! Daniele non piazza parola e copre con la mano la parte sinistra del volto affinché con la coda dell’occhio non veda il baratro che sta sotto di noi. Infilo la testa nella giacca, ma ciò nonostante con l’immaginazione vedo tutto il vuoto che sta sotto di noi. Anna se la ride di gusto e cerca di incoraggiarmi. La tortura è interminabile, il tempo non passa, fa pure freddo e soffro!
Alle 8:51 il supplizio finalmente termina: la corsa è durata più di venti minuti.
Sconsiglio la salita con il trabiccolo a chi soffre di vertigini o di labirintite!
L’Alpe di Bardughè (1642 m) è purtroppo avvolta da un persistente bancone di nebbia. Il sentiero per il Pizzo di Vogorno si sviluppa a NE delle baite; benché sia segnato in bianco/blu, in confronto allo stress della funivia ora ci aspetta un vero relax. Dopo una veloce visita al rifugio, ci incamminiamo verso la Valle del Molino. La salita è relativamente breve, un paio di ore, ma tosta per il fatto che la pendenza è costante: non dà tregua. Daniele impone un passo sostenuto, con poche concessioni agli amanti della fotografia…
In prossimità del Torrente Molino, a 1815 m di quota, incontriamo una mandria di capre nere. Appartengono a una delle sette razze caprine riconosciute ufficialmente in Svizzera (Appenzel, Camosciata delle Alpi, Saanen, Grigionese strisciata, Toggenburg, Vallesana, Verzaschese).
Mentre Anna dona qualche coccola al becco, osserviamo il bellissimo mare di nebbia e la parete ovest del Pizzo di Vogorno, una parete che sembrerebbe inaccessibile a dei comuni escursionisti.
Il percorso continua sul margine orografico sinistro del canalone scavato dal Torrente Molino. In 45 minuti superiamo un dislivello di 400 m; eccoci così sul crinale che si affaccia sul selvaggio e freddo anfiteatro alla testata della Val Carecchio, sopra l’Alpe Arpigia.
Abbiamo lasciato definitivamente il bancone di nebbia: da qui in su il cielo è sereno; l’inversione termica ci concede una temperatura mite, molto gradevole. Al misterioso “Lizzipoint” inizia la parete ovest del Pizzo di Vogorno, molto più facile rispetto a quanto non sembri dalla base. Una traversa ci conduce in un quarto d’ora a quota 2400 m della cresta sud della nostra meta. Ci si presenta un grandioso spettacolo, impreziosito da un imponente mare di nebbia. Rimangono 120 m lineari su facile sentiero erboso; dopo circa due ore di cammino possiamo affermare Pizzo di Vogorno geschafft!

Il Pizzo di Vogorno visto da Ovest, lungo il versante di salita.
Bella soddisfazione per tutti: il Pizzo di Vogorno era un’ambita meta da parecchio tempo.
Dopo un’ora e un quarto di piacevole sosta in vetta, torniamo a valle lungo lo stesso itinerario, con l’unica variante del “trabiccolo 1” invece del “Bardughè 2”, ma con immutata strizza…
La “superba piramide verzaschese dalle lunghe braccia, che padroneggia tutto il Lago Maggiore”, come la definisce Giuseppe Brenna, occupa ormai una buona posizione nelle nostre chicche escursionistiche. Malgrado la sua quota non sia particolarmente elevata, il Pizzo di Vogorno ha tutte le caratteristiche del tremila.
Funivia Bardughè archiviata definitivamente!
Tempo di salita: 2:00 h
Tempo totale: 5 h 45 min
Dislivello in salita: 821 m
Sviluppo complessivo: 5,9 km
Difficoltà: T3
Coordinate Capanna Bardughè: 710'565/ 121'570
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona.
Partecipanti: Anna, Daniele e siso.
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