Se un "tris" di cime non basta... "baro" e faccio poker!
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
By Menek66
Ci incontriamo al bar Kiosco di Almè, siamo io, Patri e Mauro C. mentre il resto della truppa è disperso in Sudtirol. Sono le 7, il tempo è nuvoloso e noi cominciamo a discutere sul da farsi, ordiniamo un caffè che io e Mauro “caliamo” bollente, mentre Patrizia rimane perplessa e… come una fattucchiera, studia il fondo della sua tazzina ed esclama: si va allo Zuccone Campelli! E via…
Partiamo da Quindicina, le nuvole sono basse e ci avvolgono nel loro umido mantello, il terreno è scivoloso e con cautela risaliamo il sentiero privato sino a sbucare in prossimità di una baita diroccata, da qua, ci ricongiungiamo con il sentiero N 120 e proseguiamo verso la Baita Lunga. Oltre al terreno reso scivoloso dalla pioggia caduta il giorno prima, da subito notiamo, e non potrebbe essere diversamente, che il letame delle mucche è sparso letteralmente dappertutto, in quantità mostruosa, tanto che a volte il sentiero ne è coperto per intero… insomma, per quanto riguarda il percorso, sarà una giornata di merde/a ed eviterò con cura di ripeterlo!
Seguendo sempre il 120, dalla Baita Lunga ci portiamo al sovrastante Rif. Gherardi, che a quest’ora del mattino, sono le 8:45, è chiuso e seminascosto dalle nuvole; il paesaggio che di solito si comincia ad aprire verso le numerose cime, resta tremendamente coperto dalla bruma. Ma al mattino non ci doveva essere bel tempo? Con questo leit motiv, camminiamo ancora fiduciosi passando prima dall’ex Rif. Battisti, e poi, guadagnando quota sempre più ripidamente, sino alla Bocchetta del Regadur, dove, per la quattordicesima volta, mi fermo per fare la pipì/stop in poco più di 1h30 di cammino. Qualcuno dirà:ma checcefrega? Niente, è che volevo mettere al corrente i miei soci di camminate, che se non mi vedono nelle prossime settimane, è perché sarò passato dall’andrologo e… sapete bene voi maschietti, quale sia il problema del durante e post visita! Che la prostata mi assista…
Espletato l’espletabile, prendiamo per i piani di Artavaggio in direzione Ovest, su una sorta di falsopiano sempre in mezzo alle nuvole, arriviamo alla deviazione per il Sodadura, senza aver visto sinora una beata fava! L’unica fortuna, è che con questo fresco, effettuiamo il tremendo strappo del Sodadura senza colpo ferire. Arrivati in cima, mi girano anche i cojoni fare le foto ricordo, non si vede a più di 10 Mt e l’unica nota positiva, è la posa che assume Mauro durante lo scatto… guardate la foto e leggete il commento. Per onor di cronaca, il Sodadura non era nelle previsioni, ma quando c’è la Patri nei paraggi, può succedere tutto e il contrario di tutto…
Ora che siamo scesi rapidamente dal Sodadura, i rifugi Nicola e Cazzaniga ci appaiono quasi magicamente, ed in alcuni momenti, le cime circostanti fanno capolino… quasi da non credere! Ma il Campelli? No quello è “imboscato”…
Passiamo non distanti dal Cazzaniga e seguiamo su una bella traccia di sentiero direzione N/O sino a ritrovarci sul 101, qua, seguiamo con bel passo sino alla baita La Rocca, e proseguendo poco oltre, abbandoniamo il 101 per prendere l’evidente indicazione Zuccone Campelli. Proprio in questo punto incontriamo due escursionisti tedeschi bisognosi d’aiuto… cercano il Passo dei Mughi… La Patri, che sfoggia un’inglese perfetto, li indirizza… Mmm. Io: Patri, tutto ok? Lei: Si, li ho mandati verso Foppolo… un’altra volta imparano a cantare Deutschland über alles e a votare per la Merkel! Io: Boia, ma allora sei bastarda dentro!
Guadagnata la via di fuga stile Craxi goes to Hammamet, risaliamo per i numerosi zig zag senza perdere fiato, il Sole comincia a bucare le nuvole e la cima dello Zuccone non sembra poi così distante… prima però, ci portiamo su una sorta di anticima. Qua troviamo una specie di antenna per televisore Lorenteggio style! 2100 Mt. Da questa cima, seguiamo il bellissimo crinale a tratti esposto, il Sole illumina il cammino e noi ci portiamo in prossimità dello Zuccone, prima però, c’è da fare il “canalino” attrezzato… La Patri passa spedita, io e Mauro invece studiamo un po’ la situazione e sfogliamo la classica margherita : passi tu o passo io? Rompo gli indugi e passo io, subito dopo, ecco apparire anche Mauro. Zuccone Campelli, 2161 Mt e terza cima della giornata. Foto e via, abbiamo fame e vogliamo mangiare sui bei massi posti sull’anticima. Non c’è molto tempo da perdere, mangiamo veloci perché il ritorno è lungo… ma… verso Ovest vedo una cimetta, non è molto lontana, anzi… chiedo ai miei soci: la facciamo? Mauro non mi caga di striscio, mentre Patriwonderwoman mi segue a ruota. Roccette e qualche passaggino esposto ed eccoci sulla quarta cima della giornata. Cima Ignota 2070 Mt.
Adesso è veramente ora di scendere; rifacciamo a ritroso il sentiero sino alla baita La Rocca e poi giù verso il Rif. Nicola, da qua, invece di fare il 101 per il Regadur, perdiamo quota seguendo per la carrareccia sottostante, sino a trovare la deviazione per il Rif. Gherardi. Non è ben segnato lo svincolo, ma il primo tratto di sentiero è in salita e ha il fondo in cemento, già da lontano lo potete notare. Bollatura Giallo/Bianco/Rossa. Da qua, un lungo traverso ci riporta al Rif. Gherardi, e per sentiero N 120, si ritorna alla macchina.
Dopo aver passato il rifugio però, Mauro scivola sul letame e cade… Io mi giro e gli dico: sei affogato nella merda? Lui: No! Io: Peccato… avrei potuto scrivere una relazione intera su questo avvenimento! Fine.
Nota 1: Bellissimo giro parzialmente ad anello, magari un po’ lunghino ed impegnativo, ma se il tempo vi assiste, la goduria è assicurata. Il sentiero a tratti è esposto e il solo passaggio nel “canalino” lo valuto di II livello, è breve ma va affrontato con cautela.
Nota 2: Peccato che mancava il resto della truppa “Patripoli”… ci rifaremo tutti assieme. Nel frattempo, ci siamo divertiti comunque abbestia, anche se Mauro C., ha insaccato di parolacce me e Patri per il giro troppo lungo! Mauro, anche se ci insulti noi ti vogliamo bene lo stesso!
A la Prochaine! Menek e Olmo
By patripoli
La giornata di quest'oggi è stata caratterizzata dal "grigio" .....anzi, da un "grigiore" insistente e quasi soffocante che non ci ha dato tregua, ma che comunque non è riuscito a intaccare il nostro spirito e la nostra voglia di camminare.
Oggi siamo anche "orfani" di alcuni componenti del gruppo (beati loro!) impegnati in una trasferta di quattro giorni in Dolomiti.
Avrei dovuto andarci anch'io.....avevo già lo zaino pronto e la sveglia puntata, ma un evento inaspettato mi ha costretta, mio malgrado, a rinunciare all'ultimo momento.
Una rinuncia che brucia, ma per fortuna arriva Domenico a proporre un paio di alternative, una delle quali è un giro nella zona dei Campelli, un posto che a me piace molto e che "rimpiazza" la privazione subita.
Arruoliamo anche Mauro C., ormai rassegnato a trascorrere un sabato casalingo.
Non è la prima volta che salgo sullo Zuccone Campelli, ma mai partendo da Pizzino......un giro lungo e gratificante, nonostante il tempo bigio.
Ho dovuto "sgambettare" mica male per star dietro ai due "ragazzi", che poco tempo hanno lasciato alle soste anche se, con il senno di poi.....devo dire "per fortuna".....vista la lunghezza del percorso e la condizione dei sentieri, sempre scivolosi e in molti tratti ridotti a un vero e proprio pantano, sia a causa delle piogge, che per il continuo passaggio di mucche e pecore.
Arriviamo all'auto che sono già le 5:00, la mia soddisfazione è grande e la telefonata degli amici lontani, ma ormai sempre più vicini, è il segno che i nostri pensieri si incrociano.....
Kommentare (12)