Corno Gries / Grieshorn 2969mt - un'altra bella perla della Val Bedretto
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Una gran bella conquista !
Era nell' aria da tempo, già salendo al Nufenstock ad inizio Agosto, avevo pensato al CornoGries, ma la presenza dei ragazzi e la necessità dei ramponi, ci hanno dirottato al piano B. Ma pranzando sopra il Calcestro (escursione Nufenestock), proprio di fronte al ghiacciaio grande del Corno, fotografavo e studiavo con Paolo la via di salita. Ed eccoci pronti ad affrontare questa sfida, perchè di piccola sfida si tratta.
Il riferimento è l' escursione di Per inquadrare la posizione, il Corno Gries con i suoi 2969mt è la maggiore elevazione della cresta rocciosa che chiude a S la valle del Corno, confine con il Piemonte, cresta che parte dal Piccolo Corno Gries (sopra il lago omonimo), prosegue con il fratello maggiore il Corno Gries, poi la bella Punta di Valrossa (solo 1 mt inferiore al Corno Gries), quindi la Punta d'Elgio e la sua cresta fino al Pian S.Giacomo. La via di salita più comune è quella da Riale, come per la Punta di Valrossa, ma ci si accede anche dalla Val Bedretto, salendo al colletto che si trova tra il piccolo Corno ed il grande Corno, questo passo si trova sopra il piccolo ghiacciaio del Corno. Il punto di partenza vero e proprio è il laghetto del Corno, dove si abbandona il sentiero che dalla capanna Corno Gries si collega al passo del Gries e le varie capanne in Italia. Per salire al laghetto scelgo di partire dal 2° tornante della Novena (lato vallese), dove solitamente si parcheggia per salire alla Punta dei Camosci, al lago Gries, e per i molto allentati anche al Corno Cieco. Altro punto di partenza è l'Alpe Cruina ed il sentiero che passa dalla capanna Gries, ma ci sono passato neanche da un mese, e poi passando dal Calcestro (in alto), possiamo studiare il percorso di salita vista la neve ancora molto persistente. Alle 08:30 lasciamo il parcheggio a 2300mt, saliamo per 2Km circa la strada chiusa al traffico che porta sopra la diga ed alla grande pala eolica, quindi il sentiero che porta in Val Corno. Al Calcestro, proprio di fronte alla via di salita, ci fermiamo a studiare e prendere qualche riferimento, sappiamo bene che quando sei "dentro" non c'e' la visione completa. Ci sono tre balzelli, che partono dai 2500 del lago ai 2800 del passo, tre balzelli roccisi, il primi due decisamente ripidi, il primo porta sotto il ghiacciaio grande del Gries.
Lasciamo il sentiero e puntiamo al lago, quindi verso sinistra su una lingua di neve. Cerchiamo di salire senza pestare troppa neve, la consistenza è dura e sotto c'e' ghiaccio vivo, è molto ripido, quindi saliamo su pietre molto instabili, cercando la via migliore per passare e di non far rotolare sassi sui compagni. Passati il primo balcone, siamo sotto il ghiacciaio più grande, che si trova proprio sotto il Corno Gries, è decisamente spesso, di grande pendenza, e con pareti di ghiaccio vivo. Spettacolare. Proseguiamo in direzione della bocchetta, calziamo i ramponi perchè dobbiamo attraversare una grossa lingua di neve con grossa pendenza. Coi ramponi è tutt'altra cosa, certamente meglio camminare su neve e ghiaccio che sulle pietre instabili. Raggiungiamo i secondo balzello, e sempre su neve e ghiaccio approcciamo l' ultimo tratto che ci porta al piccolo ghiacciaio del Gries, quello sotto alla bocchetta. Il ghiacciaio piccolo è proprio bello, poca la pendenza se non il tratto di salita alla bocchetta, che raggiungiamo alle 10:55, togliamo i ramponi. Sul lato opposto un paesaggio simile, ma vista l' esposizione c'e' solo una lingua di neve ed una lunga discesa verso la val Formazza, in Italia. A destra del passo il piccolo Corno, fa impressione non invita certo a salirlo, almeno con le mie competenze ... A sinistra inizia la cresta che porta alla nostra meta, si può salire seguendo la cresta direttamente dal passo (ma cito testualmente c'e' un passaggio di III esposto per un diedro sulla cresta), oppure un sentierino traversa verso SE risalendo un costone che porta alla cresta.
il sentierino basso, sul lato piemontese, che porta verso la cresta
Il sentiero è su terriccio poco stabile, sembra sempre di scivilolare, ma si prosegue solo con un pò di attenzione. Risalito questo costone, bello largo, si sale alla cresta e da qui in breve alla cima, con un omino di vetta, poco edificante per l'altitudine e senza libro. Alle 11:35 siamo in cima, orgogliosi e felici, il pensiero va a Gimmy che all' ultimo ha dovuto rinunciare, chiamato al lavoro.
Vetta del CornoGries 2969mt
Il paesaggio è grandioso, dal lago dei Sabbioni ed i suoi giganti, la Val Formazza, i laghi Toggia, Castel e Boden, il Basodino, i tremila della Val Bedretto, vicino a noi il Nufenenstock (la vetta sopra il passo della Novena), lontani i tremila e oltre del Bernese, e vicina-vicina la Punta di Valrossa, che rivedo solo dopo una settimana dall' altro lato. Ho potuto ammirarla dal versante E dalla Punta d'Elgio, e su questo lato è identica, identico anche il sentierino che sale ad un canaletto che si trova uguale sul lato opposto. Vediamo escursionisti che salgono e scendono da questa bella cima, prima o poi ... toccherà anche a lei, anche se partendo dalla Val Bedretto è lunghissima. Notiamo anche due abili escursionisti che salgono dal rifugio Maria Luisa, aiutandosi molto con le mani. Ci raggiungono in vetta, pranziamo assieme e condividiamo con loro chiacchere ed il caffè, e qualche assaggio di "dopo-caffè". Ci insegnano anche a riconoscere la pianta del Genepi (o Genepy), nota per aromatizzare la grappa. Alle 12:45 dopo la foto di rito iniziamo la discesa, ritorniamo alla bocchetta (13:04), da qui notiamo un grosso maschio di stambecco che si allontana, disturbato dai due escursionisti che salgono verso il piccolo Corno a percorrere il vecchio sentiero (ormai inesistente) per il passo del Corno, ma loro conoscono bene la via. Ci verrebbe voglia di seguirli, ma so che è difficile, senza traccia e non so dove si ricollega al sentiero per il passo Gries, quindi torniamo per la stessa via di salita. Questa volta teniamo i ramponi fino al laghetto del Corno, cercando neve e ghiaccio, stando solo attenti dove si sente scorrere sotto l' acqua e la crosta è debole. Veloci alle 13:50 siamo al laghetto, pulizia agli indispensabili ramponi, e torniamo allungando un poco il giro, ma giusto per non rifare in toto il giro d' andata. Ci fermiamo sotto la grande pala eolica, veramente mastodontica, impressionante da vicino, quindi i 2Km di strada asfaltata verso la novena per il parcheggio. Siamo soddisfatti, nonostante il dislivello sotto i 1000mt, è stata proprio una bella uscita, bella la salita in libera ed altrettanto belli i paesaggi dalla cima, in sostanza bella ed intensa.
Per dirla alla Briatore, un' uscita al "top".
Giorgio
PS: una piccola nota:, questa è la duecentesima escursione di Girovagando, nata con una passeggiata al Bollettone, è diventata il sodalizio di amici che continuano a percorrere creste e cime, anche di un certo pregio.
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Ciao ragazzi, bravo Giorgio per la scelta perfetta per la numero 200, peccato per la mancanza di alcuni elementi, bella vetta.
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L'ultima uscita in Val Bedretto ci aveva lasciato un po' di amaro in bocca, visto che l'obbiettivo principale era stato scartato a causa della mancanza di ramponi.
Questa volta e' andato tutto bene .
Era l'escursione giusta per il n.200 della Girovagando.
Grazie Giorgio per avermi coinvolto nell'escursione che tanto volevi completare e che con piacere ho condiviso.
Paolo |
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Altre foto, diario, tracce sul nostro sito www.girovagando.net escursione # 200
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Kommentare (45)