Alta Via 2 Tappa Rifugio Puez - Rifugio Pisciadù
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Dal Puez partiamo al mattino, solita ora attorno alle 8.00, la giornata è sempre grigia e fresca, percorriamo il sentiero 2, quello che ci porterà giù al passo Gardena, siamo su una cresta sommitale e ci dirigiamo verso la forcella di Ciampei, importante quadrivio in cui confluiscono i sentieri dalla Valle Lunga di Colfosco, il sentiero che a sx si dirige verso Corvara ed il nostro che prosegue verso il Lech de Crespeina, il passo del Cir e poi scende sul passo.
E' domenica e si vede, comincia a salire gente dal Gardena, noi superiamo la forcella di Crespeina e scendiamo sul passo del Cir; questo è un'altro punto importante, frequentatissimo sia da escursionisti con famiglie sia da persone che vogliono salire sul Cir per il sentiero attrezzato.
Cominciamo a sentire il rombo dei motori che salgono dal passo, purtroppo si rompe quell' atmosfera di lontananza da qualsiasi forma di "civiltà" se non in occasione delle soste nei rifugi.
Quella di "viaggiare" per più giorni, su vie in quota, veramente, cambia il rapporto dell'uomo con l'ambiente e ci si rende conto, pian piano, di immergersi in qualcosa che ai giorni nostri non è più consuetudine ma retaggio di un passato.
Ora siamo al Jimmy hutte(sic), non altro che un bar-ristoro-punto di arrivo di seggiovia, insomma il solito posto dove personaggi(non oggi chiaro, col tempo che fà) in braghette corte e infradito si sollazzano a 2200 metri.
Sosta per colazione leggera e poi prendiamo il sentiero 666(numero inquietante), passiamo la statale e iniziamo la salita; scartiamo il sentiero per la ferrata "Tridentina" che era nelle nostre previsioni, per minaccia incombente di pioggia e rocce e cavi viscidi, e ci inoltriamo nella Val Setus.
Bella salita, imponenti torri ci circondano, impietosa la salita a zig-zag ci porta in quota, arrivati sotto la parte attrezzata, attendiamo una quindicina di persone in discesa e nell'attesa inizia a piovere sottilmente e continuamente.
Saliamo quando il sentiero si libera, ora, nonostante tutto la salita è bella, piacevole, incrociamo altri escursionisti in discesa, ma dopo circa un'ora siamo sul pianoro, il rifugio "franco Cavazza" al Pisciadù è lì in questa bella conca con il suo laghetto che alimenta la cascata omonima.
Alle 15 siamo al bar, mangiamo qualche cosa e poi prendiamo possesso della nostra stanza da sei, ma tutta per noi.
Alla sera, solita musica di lampi e tuoni......ma una sorpresa ci attendeva il mattino dopo.
Pillole di Km : 11,600
E' domenica e si vede, comincia a salire gente dal Gardena, noi superiamo la forcella di Crespeina e scendiamo sul passo del Cir; questo è un'altro punto importante, frequentatissimo sia da escursionisti con famiglie sia da persone che vogliono salire sul Cir per il sentiero attrezzato.
Cominciamo a sentire il rombo dei motori che salgono dal passo, purtroppo si rompe quell' atmosfera di lontananza da qualsiasi forma di "civiltà" se non in occasione delle soste nei rifugi.
Quella di "viaggiare" per più giorni, su vie in quota, veramente, cambia il rapporto dell'uomo con l'ambiente e ci si rende conto, pian piano, di immergersi in qualcosa che ai giorni nostri non è più consuetudine ma retaggio di un passato.
Ora siamo al Jimmy hutte(sic), non altro che un bar-ristoro-punto di arrivo di seggiovia, insomma il solito posto dove personaggi(non oggi chiaro, col tempo che fà) in braghette corte e infradito si sollazzano a 2200 metri.
Sosta per colazione leggera e poi prendiamo il sentiero 666(numero inquietante), passiamo la statale e iniziamo la salita; scartiamo il sentiero per la ferrata "Tridentina" che era nelle nostre previsioni, per minaccia incombente di pioggia e rocce e cavi viscidi, e ci inoltriamo nella Val Setus.
Bella salita, imponenti torri ci circondano, impietosa la salita a zig-zag ci porta in quota, arrivati sotto la parte attrezzata, attendiamo una quindicina di persone in discesa e nell'attesa inizia a piovere sottilmente e continuamente.
Saliamo quando il sentiero si libera, ora, nonostante tutto la salita è bella, piacevole, incrociamo altri escursionisti in discesa, ma dopo circa un'ora siamo sul pianoro, il rifugio "franco Cavazza" al Pisciadù è lì in questa bella conca con il suo laghetto che alimenta la cascata omonima.
Alle 15 siamo al bar, mangiamo qualche cosa e poi prendiamo possesso della nostra stanza da sei, ma tutta per noi.
Alla sera, solita musica di lampi e tuoni......ma una sorpresa ci attendeva il mattino dopo.
Pillole di Km : 11,600
Tourengänger:
Amadeus

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