Laida Weg ... la "Brutta Strada"
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-Marco Maffeis- “Sci Alpinismo Valsesia Monte Rosa”
La tetra parete N del Tagliaferro, che sovrasta l’abitato di Rima, è attraversata da una grande cengia visibile anche dal basso e chiamata “Laide Weg”, che in lingua Walser significa “Brutta Strada”. La leggenda vuole che sia stata tracciata dagli antichi Romani, tagliando la roccia con strumenti di ferro (da cui il nome “Tagliaferro”). Si racconta che avessero scavato anche una grotta al centro della parete, nella quale era nascosto un tesoro per rifornire le loro armate al di là delle Alpi. La caverna è però custodita da un rospo magico: se qualcuno vi si introducesse per rubare il tesoro, l’animale si gonfierebbe fino ad ostruire l’ingresso, intrappolando il malintenzionato.
La bizzarra idea, nata così per caso, di percorrere tutta la linea di cresta che separa la Val Sermenza, da Val Sesia e Val Grande (Alagna), restando quantomeno nel limite dell’“escursionismo”, m’indirizza ancora sulla rotta del Tagliaferro.
Questa volta non m’interessa più raggiungere la sua cima, dove sono già stato tre volte, con tre diversi percorsi, alternando alpinismo, scialpinismo e escursionismo, ma di provare a percorrere “l’ammaliante” Laida Weg.
Vista frontalmente la parete N appare come un’enorme muraglia solcata trasversalmente da un’ampia cengia, che collega la cresta Nord-Ovest alla Nord-Est, alla quale è però difficoltoso dare le giuste proporzioni… Si potrà passare? Ci sono tratti esposti? Quanto è difficile?…
Quindici Anni fa, salendo la cresta NO, avevo avuto l’occasione di prenderne miglior visione, ma il ricordo è ormai talmente vago da non permettermi più un’oggettiva valutazione delle difficoltà che incontreremo.
Nel dubbio ci equipaggiamo entrambi con assetto alpinistico: casco, imbrago, corda, cordini e moschettoni (meglio essere previdenti) che alla fine, a parte il casco, risulteranno completamente inutili.
Rima ore 7,30: Seguiamo il percorso segnalato per Alagna Colle Mud e in circa mezz’ora arriviamo al bivio dell’itinerario 318 Tagliaferro con il quale continuiamo fino ai casolari dell’Alpe Scarpia Superiore.
Qui inizia la sezione più faticosa dell’intera escursione... il superamento delle ontanelle alpine… da lontano sembravano poche ma quando ci sei dentro le cose cambiano…
Per non complicarci ulteriormente la giornata optiamo per il passaggio nel più stretto e ripido colatoio a destra, meno invaso da arbusti e felci, che dal basso pare ben collegato.
Il fondo viscido e scivoloso, con il passaggio su alcune placche inclinate, ha reso questo tratto il più pericoloso dell’intera escursione… non ci siamo comunque legati.
Raggiunta la cresta NE, continuiamo seguendone il filo arrivando all’ingresso della cengia Weg, segnalato anche dalla presenza di un vecchio cavo inerbato e dai resti di un accennato muretto probabilmente messi per impedire l’ingresso agli animali al pascolo.
La prima parte, mai eccessivamente esposta, ampia (4-5 mt) e pianeggiante, consente di passare camminando in tutta tranquillità.
Superata la parte mediana, la cengia s’impenna maggiormente, ma la sicurezza del percorso è sempre più che sufficiente per proseguire del tutto slegati.
L’unico pericolo può venire dall’alto, ma la parte superiore della parete appare ben più solida e compatta di quella al di sotto… resta d’obbligo il casco sulla testa e ben allacciato!!!
Quota 2787 0re 12,15: Siamo usciti giusto alla base della parte più tecnica della cresta NO del Tagliaferro, quella che collega il Colle Mud alla cima maggiore, traversando tutta la sua parete N.
Una buona oretta a crogiolarsi al sole, il primo e forse l’ultimo di un Estate da dimenticare, le foto di rito e via che ritorniamo nuovamente sulla “Brutta Strada”.
I più ambiziosi potrebbero anche continuare per la cresta NO (o per la NE) fino alla madonnina… per noi, specie per me afflitto da qualche Anno da una fastidiosa e dolorosa dermatite alle mani che non mi consente di toccare le rocce senza l’utilizzo dei guanti… falesia abbandonata del tutto… basta e avanza.
Una volta tornati ai pascoli, preferiamo non scendere nuovamente dal ripido colatoio, ma di raggiungere l’alpeggio Scarpia Superiore, passando al centro della valletta, litigando con le famigerate ontanelle.
E’ stata più faticosa la discesa, ma in qualche modo siamo riusciti ancora a raggiungere il sentiero 318 per riportarci nuovamente, più che mai soddisfatti, in quel di Rima, fermandoci però all’Alpe Scarpia Inferiore per scambiare quattro chiacchiere con un ragazzo (signore)… ormai uno dei tanti… che ha scelto di sfuggire alla moderna “civiltà” rifugiandosi sui monti. Vuole provare a fare l’allevatore restando tutto l’Anno, "da solo", su quegli alpeggi, dove la stagione più lunga non è l’Estate ma, ahimè, l’Inverno… ci riuscirà?... Buona Fortuna!
Rima ore 17: Una tappa obbligatoria al principesco Hotel-Pub Laida Weg non potevamo evitarla; splendido Albergo, da poco inaugurato, minuziosamente curato in ogni piccolo dettaglio (4 stelle), a dispetto di una crisi che sembra non abbia minimamente intaccato l’orgoglio e la vitalità di questa bella vallata.
…e anche questa è andata!

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