Tris SKT: P. di Cassina Baggio Sud (2814 m) - P. di Maniò Est (2880 m) - Chüebodenhorn (3070 m)
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L’obiettivo di giornata era la Cima Sud del Poncione di Cassina Baggio. Poi, la meteo migliore del previsto, le buone condizioni mie e della montagna, e la relativa vicinanza delle altre vette mi ha portato ad allargare il giro, permettendomi un insperato tris attorno al ghiacciaio (nonché laghetto) del Chüeboden. L’ambiente è assolutamente di prim’ordine, ma trattandosi di zone ben conosciute ai più, non mi dilungherò in dettagli. Le foto serviranno all’uopo.
Dalla partenza sfrutto quasi subito il canale del Ri dell’Acqua ed esco all’Alpe di Rotondo parecchi metri a sinistra rispetto alla Capanna Piansecco. Mi porto poi al Gerenpass e di qui risalgo il ghiacciaio ancora in ombra puntando direttamente alla Cima Sud del Poncione di Cassina Baggio. Raggiuntala, cambio assetto per scendere al P.2713 nei pressi del Passo di Maniò, che in invernale non ha affatto l’aria di un passo (ci si può sporgere solo se non si soffre di vertigini). Ripello per salire sull’ampio e facile pendio che porta sulla Cima Est del Poncione di Maniò. Anche qui, nervi saldi per affacciarsi sull’altro versante, sia verso la Val Bedretto che sulle cornici che fuggono verso W e la cima maggiore del Poncione stesso.
Breve precisazione. Il Brenna, a proposito del Poncione di Maniò recita: "Consta di quattro cime distinte schierate in linea da W a E e formanti una potente muraglia che domina a N tutto l'alpe di Maniò". Aggiunge poi, a proposito della cima 2880: “Questa cima (la più orientale del Poncione di Maniò) espone a S e a E dei bastioni articolati e impressionanti”. È quindi evidente che si tratti di una cima vera e propria con una sua autonomia e non di un deposito sci nè di una "cima invernale (skigipfel)"; è altrettanto evidente che fa stato la CNS per quanto riguarda la quota. E lì è chiaramente indicato 2880 m e non, come qua e là si legge in Hikr, 2883 (da dove saranno saltati fuori questi 3 metri in più?). Finita la precisazione, torniamo alla cronaca della giornata.
Non è tardi e posso permettermi altri 400 metri di salita, per cui decido che sarà tripletta, includendo nel giro anche il Chüebodenhorn. Nuovo cambio di assetto ma stavolta punto alla sponda W / NW del laghetto (ghiacciato e innevato) del Chüeboden. C’è qualche gobba da superare, dopo di che ripello nuovamente ed inizio la salita. Prima sto sul pendio SW, poi, a metà circa, passo su quello W e così raggiungo il deposito sci, posizionato pochi metri sotto la vetta. Guadagno la vetta del Chüebodenhorn a piedi e quasi subito torno al deposito dove faccio pausa e mi gusto una rinfrescante birretta.
Per la discesa cerco di puntare direttamente al Gerenpass, così da risparmiarmi eventuali tratti a spinta. Dalla cima del Chüebodenhorn fino all’auto è un unico e prolungato piacere di sulz (naturalmente, in alto, sulz da 3000 metri, mentre in basso sulz da 1600, è ovvio). Ripercorro il canalino, per evitare il sentiero nel bosco, che presenta già tratti senza neve. Senza toccare erba o sassi raggiungo All’Acqua.
Mi ero sempre tenuto lontano dal versante N (esposto a S) della Val Bedretto, perché, non so per quale strano meccanismo mentale, lo consideravo più “estivo” che “invernale”. Dopo questo giro devo ricredermi. Ormai la stagione è molto avanzata, però penso che l’inverno prossimo tornerò a frequentare anche questo versante, indicibilmente stupendo. È il regno dell’arrampicata, ma, se vogliamo, anche dello scialpinismo. Semplicemente fantastico.

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