Rifugio Casera Vecchia di Varrone, Val Varrone
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Prima che la neve se ne vada del tutto, ho voglia di fare ancora un giretto pestando il manto bianco che quest'anno si è presentato in pompa magna sui nostri monti. Non potendo far canali o creste per questioni di tempo, scelgo di fare ancora una ciaspolata tranquilla.
Zaino in spalla e si parte. Fino all'Alpe dei Forni non troveremo neve, il sentiero è bello largo e non c'è anima viva in giro, solo il torrente Varrone si unisce col suo rumore ai nostri discorsi. Passata l'Alpe ci imbattiamo nelle prime tracce del manto bianco, qui ancora rado ma man mano che saliremo diventerà sempre più consistente e spesso. Seguiamo sempre la carrareccia e la neve comincia a mollare, oggi fa caldo e l'ora non giova alla stabilità del manto. Proseguiamo per un po' poi, in mancanza delle ciaspole, proviamo a ramponarci: scelta azzeccata, almeno riusciamo a tagliare gli innumerevoli tornanti ed a salire guadagnango tempo.
Passato un ponte di ferro, aggiriamo una cimetta e lungo un falsopiano arriviamo al pianoro finale della conca. Il rifugio è lì dietro quell'enorme accumulo che quasi lo nasconde in toto. Apriamo la porta del rifugio Casera Vecchia di Varrone che sono da poco passate le tredici. Siamo gli ultimi avventori. Pranziamo con un'eccellente polenta e spezzatino, torta, caffè e via di nuovo verso Premana dove giungeremo dopo circa due ore. Sosta acquisti alla CAMP e a casa.
Alla prossima!
E' stata una lunga scammellata questa fatta in val Varrone. Era da tempo che volevo fare una capatina in questa laterale di Biandino ed oggi ho voluto cogliere al volo l'occasione che mi è stata presentata dal mio socio, a secco di montagna da un bel po', che mi propone un giro "non troppo impegnativo". Lasciamo la bassa padana attorno alle 8:00, un po' tarduccio per i miei ritmi, ma è sabato e cerchiamo di prendercela comoda. Ignorando le sagge indicazioni di google, tagliamo per la Valsassina e la percorriamo tutta fino a Taceno, poi Margno e finalmente a Premana dove lasciamo l'auto nella zona industriale quando l'orologio batte già le dieci.
Zaino in spalla e si parte. Fino all'Alpe dei Forni non troveremo neve, il sentiero è bello largo e non c'è anima viva in giro, solo il torrente Varrone si unisce col suo rumore ai nostri discorsi. Passata l'Alpe ci imbattiamo nelle prime tracce del manto bianco, qui ancora rado ma man mano che saliremo diventerà sempre più consistente e spesso. Seguiamo sempre la carrareccia e la neve comincia a mollare, oggi fa caldo e l'ora non giova alla stabilità del manto. Proseguiamo per un po' poi, in mancanza delle ciaspole, proviamo a ramponarci: scelta azzeccata, almeno riusciamo a tagliare gli innumerevoli tornanti ed a salire guadagnango tempo.
Passato un ponte di ferro, aggiriamo una cimetta e lungo un falsopiano arriviamo al pianoro finale della conca. Il rifugio è lì dietro quell'enorme accumulo che quasi lo nasconde in toto. Apriamo la porta del rifugio Casera Vecchia di Varrone che sono da poco passate le tredici. Siamo gli ultimi avventori. Pranziamo con un'eccellente polenta e spezzatino, torta, caffè e via di nuovo verso Premana dove giungeremo dopo circa due ore. Sosta acquisti alla CAMP e a casa.
Alla prossima!
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Barbacan
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