Schwarze Tschugge
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Anche in zona Sempione, normalmente affollata, si possono trovare magnifici itinerari dove la frequentazione è scarsa se non inesistente. Quindici giorni fa scendendo dallo Schilthorn fra decine di altri scialpinisti avevo dato un'occhiata ai magnifici pendii dalla parte opposta della valle. A casa avevo poi approfondito studiando la carta 1:25000 e consultando il web.
Così venerdì propongo la mia idea: il Chesselhorn o, quantomeno, la sua anticima: lo Schwarze Tschugge.
Domenica mattina siamo in tredici e, dopo aver penato un po' per trovare un parcheggio, alle 9,10 abbiamo gli sci ai piedi e percorriamo il pianoro di Waldmatte in direzione delle baite di Brunni, il cielo è un po' velato ma la giornata promette bene.
Cominciamo a salire e raggiungiamo il tornante quotato 1662 metri della strada che porta ad Homatta, la strada è sgombra da neve ma c'è comunque un divieto di accesso per cui noi siamo partiti dal basso.
Dal tornante inizia una dura salita nel bosco rado ma decisamente ripido, la neve è ancora dura e qualcuno mette i rampanti, le mie nuove pelli svolgono egregiamente il loro lavoro ed io riesco a farne a meno.
Finalmente eccoci al sole sul pianoro in cui si trovano le baite di Homatta, breve sosta poi ripartiamo spostandoci leggermente verso Nord Est guadagnando un bel costolone, raggiungiamo la quota 2322 metri e da qui, dove la pendenza si accentua, iniziamo una sequela infinita di dietro front.
A quota 2700 metri circa Giuliano è il primo a depositare gli sci ed a iniziare la salita a piedi verso la cresta, io e gli altri facciamo ancora qualche metro, poi tutti lasciamo gli attrezzi, qualcuno decide di metterli sullo zaino, visto le roccette che disseminano il pendio me ne guardo bene.
Alla fine arriviamo in cima solamente in cinque, solo Elio si è portato gli sci in spalla fino in cima.
Ci accorgiamo di essere saliti anche troppo: lo Schwarze Tschugge vero e proprio si trova una trentina di metri sotto di noi, qualche foto, un breve spuntino, valuto la possibilità di spostarmi un po' per fare una foto verso la zona dell'Alpe Veglia ma quella che ho davanti ha tutta l'aria di essere un'enorme cornice...lasciamo perdere.
Il Chesselhorn da qui è veramente bello a vedersi con la sua antenna sommitale ed i fianchi che precipitano, però valutiamo che ci vorrà più di un'ora per raggiungerlo, abbiamo già impiegato un sacco di tempo per salire questi cento metri a piedi...sarà per un'altra volta.
Elio si prepara a scendere sci ai piedi, non sembra molto entusiasta: la pendenza è veramente notevole e ci sono roccette dappertutto, si sposta verso Nord e raggiunge una zona migliore. Noi scendiamo con la picca in mano per il percorso di salita, si affonda bene nella neve ma al disotto è pieno di sassi instabili e scivolosi, non è il caso di distrarsi: qui siamo oltre i 40° di pendenza.
Eccoci al deposito sci, ci prepariamo anche noi ed iniziamo la discesa per raggiungere il resto del gruppo che ci sta aspettando dove la pendenza diminuisce.
La neve è ottima: rammollita al punto giusto e le curve sono veramente un piacere, in un attimo siamo tutti riuniti, ci spostiamo sul costolone salito stamane e puntiamo verso le baite di Homatta, qui, su questo pezzo più pianeggiante la neve è un po' pesante e rammollita ed il mio ginocchio sinistro comincia a darmi qualche problema, erano anni che se ne stava tranquillo...non dovrò mica ricominciare a mettere il tutore?
Dopo Homatta ecco il bosco ripido, la neve qui si è mantenuta e scendere è veramente divertente, anche il ginocchio smette di darmi problemi e riesco veramente a godermi la discesa.
Arriviamo al tornante e quindi alle baite di Brunni, un traverso in leggera discesa e poi un po' di skating sul pianoro di Waldmatte.
Alle auto festeggiamo il compleanno di Giuliano con diverse bottiglie e la "pastiera" di Piera.
Gran gita, veramente soddisfacente: pendii ampii e abbastanza ripidi, il tratto finale è veramente in piedi ed abbastanza tecnico. Non si capisce come questa zona sia così poco frequentata vista la qualità dei percorsi possibili.
Così venerdì propongo la mia idea: il Chesselhorn o, quantomeno, la sua anticima: lo Schwarze Tschugge.
Domenica mattina siamo in tredici e, dopo aver penato un po' per trovare un parcheggio, alle 9,10 abbiamo gli sci ai piedi e percorriamo il pianoro di Waldmatte in direzione delle baite di Brunni, il cielo è un po' velato ma la giornata promette bene.
Cominciamo a salire e raggiungiamo il tornante quotato 1662 metri della strada che porta ad Homatta, la strada è sgombra da neve ma c'è comunque un divieto di accesso per cui noi siamo partiti dal basso.
Dal tornante inizia una dura salita nel bosco rado ma decisamente ripido, la neve è ancora dura e qualcuno mette i rampanti, le mie nuove pelli svolgono egregiamente il loro lavoro ed io riesco a farne a meno.
Finalmente eccoci al sole sul pianoro in cui si trovano le baite di Homatta, breve sosta poi ripartiamo spostandoci leggermente verso Nord Est guadagnando un bel costolone, raggiungiamo la quota 2322 metri e da qui, dove la pendenza si accentua, iniziamo una sequela infinita di dietro front.
A quota 2700 metri circa Giuliano è il primo a depositare gli sci ed a iniziare la salita a piedi verso la cresta, io e gli altri facciamo ancora qualche metro, poi tutti lasciamo gli attrezzi, qualcuno decide di metterli sullo zaino, visto le roccette che disseminano il pendio me ne guardo bene.
Alla fine arriviamo in cima solamente in cinque, solo Elio si è portato gli sci in spalla fino in cima.
Ci accorgiamo di essere saliti anche troppo: lo Schwarze Tschugge vero e proprio si trova una trentina di metri sotto di noi, qualche foto, un breve spuntino, valuto la possibilità di spostarmi un po' per fare una foto verso la zona dell'Alpe Veglia ma quella che ho davanti ha tutta l'aria di essere un'enorme cornice...lasciamo perdere.
Il Chesselhorn da qui è veramente bello a vedersi con la sua antenna sommitale ed i fianchi che precipitano, però valutiamo che ci vorrà più di un'ora per raggiungerlo, abbiamo già impiegato un sacco di tempo per salire questi cento metri a piedi...sarà per un'altra volta.
Elio si prepara a scendere sci ai piedi, non sembra molto entusiasta: la pendenza è veramente notevole e ci sono roccette dappertutto, si sposta verso Nord e raggiunge una zona migliore. Noi scendiamo con la picca in mano per il percorso di salita, si affonda bene nella neve ma al disotto è pieno di sassi instabili e scivolosi, non è il caso di distrarsi: qui siamo oltre i 40° di pendenza.
Eccoci al deposito sci, ci prepariamo anche noi ed iniziamo la discesa per raggiungere il resto del gruppo che ci sta aspettando dove la pendenza diminuisce.
La neve è ottima: rammollita al punto giusto e le curve sono veramente un piacere, in un attimo siamo tutti riuniti, ci spostiamo sul costolone salito stamane e puntiamo verso le baite di Homatta, qui, su questo pezzo più pianeggiante la neve è un po' pesante e rammollita ed il mio ginocchio sinistro comincia a darmi qualche problema, erano anni che se ne stava tranquillo...non dovrò mica ricominciare a mettere il tutore?
Dopo Homatta ecco il bosco ripido, la neve qui si è mantenuta e scendere è veramente divertente, anche il ginocchio smette di darmi problemi e riesco veramente a godermi la discesa.
Arriviamo al tornante e quindi alle baite di Brunni, un traverso in leggera discesa e poi un po' di skating sul pianoro di Waldmatte.
Alle auto festeggiamo il compleanno di Giuliano con diverse bottiglie e la "pastiera" di Piera.
Gran gita, veramente soddisfacente: pendii ampii e abbastanza ripidi, il tratto finale è veramente in piedi ed abbastanza tecnico. Non si capisce come questa zona sia così poco frequentata vista la qualità dei percorsi possibili.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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