Pizzo del Lago Scuro (2648 m) - SKT
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Il Pizzo del Lago Scuro è una montagna ignorata dai più, sia escursionisticamente (un solo waypoint su hikr, ora due) che scialpinisticamente. A torto, direi io, dopo esserci stato. Il rush scialpinistico in partenza da Ossasco di buon’ora, in Val Torta comincia a dimezzarsi (ed è già un miracolo che un gruppone salga verso il Passo del Narèt, di solito vanno tutti verso la Capanna Cristallina). Dal Passo, poi, o verso il Cristallina da ENE, oppure fermi al Passo a rimirare il panorama sul lago ghiacciato, con qualche rarissimo “temerario” che scende un po’ per avere una visione ravvicinata della pista di pattinaggio del Narèt (invero già un po’ cedevole) ricoperta dal bianco lenzuolo. Era ovvio che ancora una volta potessi godermi in completa solitudine la potenza e la forza d’attrazione della montagna.
Il Pizzo del Lago Scuro si impone all’occhio già dal Passo del Narèt, con il suo bel versante Nord (NW) ancora in ombra. Naturalmente stavolta ci sarà da spellare e ripellare più volte, ma (e se lo dico io, che non sono mai troppo incline all’esercizio, allora c’è da crederci) ne vale davvero la pena.
Spello dunque e scendo in direzione della sponda Ovest, portandomi poi verso quella Sud al P.2313. Ripello e comincio la salita su terreno libero, più o meno al centro del pendio compreso tra la cresta W e quella NNE. Nella parte alta mi avvicino sempre più alla cresta W, restandone sotto a distanza di sicurezza dalle cornici. Il pendio diventa sempre più ripido (neve dura da rampanti) e ad una decina di metri dalla vetta deposito gli sci e salgo a piedi il tratto di cresta rimanente (il pendio qui è troppo ripido e duro; la cresta, almeno, riceve già un po’ di sole).
Panorama inimmaginabile, con il Castello che a sorpresa mi svetta davanti in tutta la sua magnificenza. Per tutto il resto ci sono le foto.
Discesa su neve dura (gradevole) fino al Lago. Risalita ripellata verso il Passo sotto un sole che spacca le pietre. Birra di vetta al Passo del Narèt. Coinvolgente discesa su “chel bel sülzin” (come ho sentito dire recentemente – felice commistione tra dialetto e tedesco) fino a Leiunscia (e sono 900 metri di dislivello!). Poi bosco sulla “pista da bob” creata dai tanti passaggi. Grazie alle alte temperature, non così ostica come la volta precedente. Poi, ultimo pendio bianco fino al posteggio di Ossasco.
Non è una gita difficile, non ci sono ostacoli particolari e rappresenta una valida alternativa ai soliti Cristallina e Cima di Lago. Per me, un vero gioiellino!

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