Notturna al Forte di Orino- Campo dei Fiori
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La salita al Forte di Orino in notturna è una ascensione che Andrea propone in invernale quando c'è la luna piena. Vi avevo partecipato altre due volte con uno sparuto gruppo di coraggiosi (o incoscienti, dipende dai punti di vista). La peculiarità di questa escursione è, oltre alla situazione notturna, è il percorso che non segue mai i sentieri normali. Questa volta siamo solo io e Andrea, esperto conoscitore di questo versante del massiccio del Campo dei Fiori, e mi affido alla sua esperienza. La partenza è programmata per le ore 17.00 quando è già buio, ma la presenza della luna piena concede quel minimo di visibilità per consentire cammino. Abbiamo con noi le pile frontali ma decidiamo di non usarle per quanto possibile. Anche se in qualche avvallamento la visibilità era scarsa siamo riusciti a percorrere tutto il tragitto senza illuminazione artificiale. Lasciamo la macchina sulla strada in località Fornaci e partiamo su una sterrata che procede in direzione di Orino lungo il sentiero 10 del Parco del Campo dei Fiori. Abbandoniamo subito questa strada svoltando a sinistra su una pista forestale con tratti sconnessi che risale la Val Scigada. Raggiungiamo un pianoro caratterizzato dalla presenza di una roulotte posizionata lì da anni. Lasciamo la pista e, senza una traccia, ci spostiamo decisamente a destra andando a raggiungere una costa che seguiamo in salita. Siamo alla base della fascia rocciosa ed individuiamo il passaggio obbligato chiamato "cengia del tapiro". Superato questo tratto proseguiamo con tratti di arrampicata su roccia. La difficoltà è aumentata dall'instabilità della roccia che provoca il distaccamento di alcuni massi al nostro passaggio. Risultano più stabili i pochi alberi e le radici presenti sul terreno. Superati alcuni tratti difficoltosi raggiungiamo il sentiero della Colma, chiamato anche "sentiero del fo' gross" a causa di un grosso faggio, che ora non c'è più, sul percorso. Raggiunto il sentiero 2 sul pianoro poco sotto la cima, lo seguiamo arrivando sul piazzale del Forte di Orino. Facciamo una sosta per una preghiera davanti al presepe e per ammirare le luci in valle e sul lago. Per il percorso del ritorno optiamo per quello più veloce: "il canalone". Questa è la via che percorriamo solitamente in condizioni di innevamento sia in salita che in discesa; senza la neve il percorso è molto più insidioso. Dal piazzale di vetta prendiamo la scorciatoia che scende sulla strada militare in direzione dell'Osservatorio. Invece di scendere sulla strada svoltiamo decisamente a sinistra imboccando il canalone. Con la neve questo percorso è un divertimento perché si scende a saltoni, senza curarsi del fondo. Nelle condizioni attuali non c'è neve e la ripida discesa è resa problematica dal terreno a tratti ghiaioso, tra detriti di sassi e rami. La pendenza è notevole: dai rilievi gps ho calcolato una pendenza media del 47% in questo tratto. Fortunatamente il terreno non è gelato e, con molta attenzione, riusciamo ad arrivare in una zona tranquilla senza danni. Proseguiamo la discesa su un percorso parallelo a quello di salita. Raggiungiamo la profonda spaccatura della cava che serviva le fornaci, la aggiriamo sulla destra, scendiamo alla località Fornaci e alle 19.45 siamo alla macchina.
Partecipanti: Dario, Andrea.
Tempi di percorrenza: salita 1h35', sosta 15', discesa 50'. Tempo impiegato 2h40' (di cammino 2h25').
Lunghezza del percorso: 5,4km (3,0km salita, 2,4km discesa).
Meteo: sereno, limpido, luna piena, freddo ma non gelato.
Note: pubblico poche foto poiché quelle che ho scattato sulla "cengia del tapiro" erano tutte sfuocate avendo posizionato la ghiera della macchina fotografica in posizione errata.
Ascensione non adatta agli escursionisti di buon senso.
Partecipanti: Dario, Andrea.
Tempi di percorrenza: salita 1h35', sosta 15', discesa 50'. Tempo impiegato 2h40' (di cammino 2h25').
Lunghezza del percorso: 5,4km (3,0km salita, 2,4km discesa).
Meteo: sereno, limpido, luna piena, freddo ma non gelato.
Note: pubblico poche foto poiché quelle che ho scattato sulla "cengia del tapiro" erano tutte sfuocate avendo posizionato la ghiera della macchina fotografica in posizione errata.
Ascensione non adatta agli escursionisti di buon senso.
Tourengänger:
morgan

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