Punta Leretta cima est (2055 m) - Valle di Gressoney
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Fantastica ciaspolata, parzialmente ad anello, nella bassa Valle di Gressoney, al cospetto dell'imponente Monte Mars.
La Punta Leretta vera e propria è una cima davvero insignificante, mentre la sua cima est (quotata ad altezze differenti a seconda delle carte, io ho optato per la più diffusa) offre un panorama davvero strepitoso, dal Cervino al Monviso.
Oggi sono con mia madre
laura1961, che arrivata a casa mia convinta di andare al Devero ci rimane inizialmente un pò male quando le comunico che ho voglia di vedere un posto nuovo e quindi ho cambiato destinazione! Si ricrederà comunque durante la giornata!!
Dal parcheggio di Pian Coumarial ci possiamo subito inciaspolare ed iniziamo a salire seguendo l'ampia stradina battuta. Sbuchiamo subito sulla pista da fondo e la seguiamo svoltando a sinistra. Quindi dopo pochi altri metri di salita raggiungiamo un trivio, dove, grazie al consiglio di uno scialpinista incontrato al parcheggio, svoltiamo a destra, sempre seguendo la pista da fondo. Ci sono dei cartelli che indicano che è anche un percorso per le ciaspole, ma purtroppo non vi sono indicazioni di alcun tipo sulle destinazioni.
Costeggiando la pista, saliamo dolcemente nel bosco fino ad un'altra diramazione, dove lasciamo la pista da fondo, che si tiene bassa a destra, e proseguiamo sull'ampia stradina, che continua in salita a sinistra.
Raggiungiamo quindi le baite di Vercosa, dove, sempre su consiglio del simpatico scialpinista che nel frattempo ci ha raggiunto, abbandoniamo la stradina (che compie un giro molto più lungo e meno divertente) e tagliamo liberamente per i pendii innevati, puntando a due baite più in alto.
La salita, per fortuna breve, ma molto ripida e, eccetto un paio di tracce di sciatori, non battuta, ci costa parecchia fatica.
Raggiunte le baite superiori (0 h 50) la pendenza finalmente si addolcisce e seguiamo una traccia che svolta a sinistra, entrando nel bosco, e quindi a destra, puntando ad un'altra costruzione ben visibile sopra di noi.
Qui la traccia si fa più marcata e, procedendo ora in piano, sbuchiamo nuovamente sulla stradina abbandonata in precedenza.
Dopo pochi minuti lasciamo di nuovo la stradina e prendiamo la traccia a destra, che risale il crinale, sempre più panoramico, fino a raggiungere le baite dell'Alpe Leretta (1 h 25).
Qui facciamo la conoscenza di Maurizio, simpatico pensionato romano che ha preso in affitto e sistemato una baita e ora abita quassù tutto l'anno!
Dopo aver scambiato quattro chiacchiere ripartiamo, iniziando a salire dietro alla casetta. La traccia subito si divide: noi proseguiamo dritti, seguendo un paletto rosso indicante il percorso per le ciaspole.
Risalendo nel bosco con diversi tornanti, ed infine con un breve traverso leggermente esposto giungiamo all'attacco della cresta finale.
Non riusciamo bene a capire quale sia la vera Punta Leretta, quella nominata sulle carte, in quanto si tratta di una vetta davvero insignificante, che si confonde tra i vari cucuzzoli che si susseguono sulla cresta.
Forse è presente un ometto che al momento è coperto dalla neve, fatto sta che non abbiamo capito quale fosse la cima.
In ogni caso la nostra meta è più avanti, quindi continuiamo a seguire la facile cresta, compiendo alcuni brevi saliscendi, ed infine con uno strappo più ripido, raggiungiamo la nostra cima (2 h 20).
Sulle carte questa vetta non ha nome, nonostante sia più alta della Punta Leretta, e da molti è considerata questa la vera cima (anche lo scialpinista incontrato, parlando di Punta Leretta si riferiva a questa cima). Dunque per non sbagliare possiamo chiamarla Punta Leretta cima est (e non cima nord come ho scritto in un primo momento).
Consumiamo il pranzo in vetta, godendoci il caldo sole e il fantastico panorama che spazia dal vicino ed imponente Monte Mars, al lontanissimo Monviso, dal Gran Paradiso al Cervino.
Per scendere decidiamo di variare il percorso e proseguiamo in cresta, raggiungendo la vicina sella di Plan dou Jouc, dove è posta anche una bella baita.
Qui svoltiamo a sinistra, seguendo la traccia, ed in breve iniziamo la ripida ma spettacolare discesa verso Crest.
Si scende liberamente in un largo valloncello, per poi sbucare su pendii più ampi, puntando le baite ben visibili in basso, su fantastica neve farinosa. Ci sono già diverse tracce, ma vi sono ancora ampi tratti intonsi, in cui posso scendere a balzi nella soffice polvere, divertendomi come un bambino!
Raggiunte le baite di Crest (2 h 55), seguiamo più fedelmente la traccia, fino a sbucare su un'ampia stradina.
Transitiamo quindi dalle baite di Creux e, proseguendo con alcuni saliscendi, torniamo in vista dell'Alpe Leretta. Decidiamo di far di nuovo visita a Maurizio, per accettare l'invito, che stamattina avevamo declinato, di entrare a vedere la sua splendida casa.
Con una brevissima risalita torniamo quindi alla sua baita (3 h 40), dove veniamo nuovamente accolti con grande entusiasmo e gentilezza.
Per tornare seguiamo quindi lo stesso itinerario dell'andata. Percorriamo in discesa il bel crinale, un breve tratto di stradina ed il ripido pendio verso le baite di Vercosa, dove a causa dell'esposizione al sole, la neve inizia ad essere un pò pesante (ben diversa dalla farina trovata in precedenza).
Tornati sulla stradina non ci resta che seguirla ed in breve siamo di nuovo al parcheggio di Pian Coumarial (4 h 30).
La Punta Leretta vera e propria è una cima davvero insignificante, mentre la sua cima est (quotata ad altezze differenti a seconda delle carte, io ho optato per la più diffusa) offre un panorama davvero strepitoso, dal Cervino al Monviso.
Oggi sono con mia madre

Dal parcheggio di Pian Coumarial ci possiamo subito inciaspolare ed iniziamo a salire seguendo l'ampia stradina battuta. Sbuchiamo subito sulla pista da fondo e la seguiamo svoltando a sinistra. Quindi dopo pochi altri metri di salita raggiungiamo un trivio, dove, grazie al consiglio di uno scialpinista incontrato al parcheggio, svoltiamo a destra, sempre seguendo la pista da fondo. Ci sono dei cartelli che indicano che è anche un percorso per le ciaspole, ma purtroppo non vi sono indicazioni di alcun tipo sulle destinazioni.
Costeggiando la pista, saliamo dolcemente nel bosco fino ad un'altra diramazione, dove lasciamo la pista da fondo, che si tiene bassa a destra, e proseguiamo sull'ampia stradina, che continua in salita a sinistra.
Raggiungiamo quindi le baite di Vercosa, dove, sempre su consiglio del simpatico scialpinista che nel frattempo ci ha raggiunto, abbandoniamo la stradina (che compie un giro molto più lungo e meno divertente) e tagliamo liberamente per i pendii innevati, puntando a due baite più in alto.
La salita, per fortuna breve, ma molto ripida e, eccetto un paio di tracce di sciatori, non battuta, ci costa parecchia fatica.
Raggiunte le baite superiori (0 h 50) la pendenza finalmente si addolcisce e seguiamo una traccia che svolta a sinistra, entrando nel bosco, e quindi a destra, puntando ad un'altra costruzione ben visibile sopra di noi.
Qui la traccia si fa più marcata e, procedendo ora in piano, sbuchiamo nuovamente sulla stradina abbandonata in precedenza.
Dopo pochi minuti lasciamo di nuovo la stradina e prendiamo la traccia a destra, che risale il crinale, sempre più panoramico, fino a raggiungere le baite dell'Alpe Leretta (1 h 25).
Qui facciamo la conoscenza di Maurizio, simpatico pensionato romano che ha preso in affitto e sistemato una baita e ora abita quassù tutto l'anno!
Dopo aver scambiato quattro chiacchiere ripartiamo, iniziando a salire dietro alla casetta. La traccia subito si divide: noi proseguiamo dritti, seguendo un paletto rosso indicante il percorso per le ciaspole.
Risalendo nel bosco con diversi tornanti, ed infine con un breve traverso leggermente esposto giungiamo all'attacco della cresta finale.
Non riusciamo bene a capire quale sia la vera Punta Leretta, quella nominata sulle carte, in quanto si tratta di una vetta davvero insignificante, che si confonde tra i vari cucuzzoli che si susseguono sulla cresta.
Forse è presente un ometto che al momento è coperto dalla neve, fatto sta che non abbiamo capito quale fosse la cima.
In ogni caso la nostra meta è più avanti, quindi continuiamo a seguire la facile cresta, compiendo alcuni brevi saliscendi, ed infine con uno strappo più ripido, raggiungiamo la nostra cima (2 h 20).
Sulle carte questa vetta non ha nome, nonostante sia più alta della Punta Leretta, e da molti è considerata questa la vera cima (anche lo scialpinista incontrato, parlando di Punta Leretta si riferiva a questa cima). Dunque per non sbagliare possiamo chiamarla Punta Leretta cima est (e non cima nord come ho scritto in un primo momento).
Consumiamo il pranzo in vetta, godendoci il caldo sole e il fantastico panorama che spazia dal vicino ed imponente Monte Mars, al lontanissimo Monviso, dal Gran Paradiso al Cervino.
Per scendere decidiamo di variare il percorso e proseguiamo in cresta, raggiungendo la vicina sella di Plan dou Jouc, dove è posta anche una bella baita.
Qui svoltiamo a sinistra, seguendo la traccia, ed in breve iniziamo la ripida ma spettacolare discesa verso Crest.
Si scende liberamente in un largo valloncello, per poi sbucare su pendii più ampi, puntando le baite ben visibili in basso, su fantastica neve farinosa. Ci sono già diverse tracce, ma vi sono ancora ampi tratti intonsi, in cui posso scendere a balzi nella soffice polvere, divertendomi come un bambino!
Raggiunte le baite di Crest (2 h 55), seguiamo più fedelmente la traccia, fino a sbucare su un'ampia stradina.
Transitiamo quindi dalle baite di Creux e, proseguendo con alcuni saliscendi, torniamo in vista dell'Alpe Leretta. Decidiamo di far di nuovo visita a Maurizio, per accettare l'invito, che stamattina avevamo declinato, di entrare a vedere la sua splendida casa.
Con una brevissima risalita torniamo quindi alla sua baita (3 h 40), dove veniamo nuovamente accolti con grande entusiasmo e gentilezza.
Per tornare seguiamo quindi lo stesso itinerario dell'andata. Percorriamo in discesa il bel crinale, un breve tratto di stradina ed il ripido pendio verso le baite di Vercosa, dove a causa dell'esposizione al sole, la neve inizia ad essere un pò pesante (ben diversa dalla farina trovata in precedenza).
Tornati sulla stradina non ci resta che seguirla ed in breve siamo di nuovo al parcheggio di Pian Coumarial (4 h 30).
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