Pizzo Cassimoi m.3129
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(Agosto 2012)
Esattamente un anno dopo torno in Val Scaradra, che tanto mi aveva affascinato e conquistato per la sua bellezza ed imponenza selvaggia. Ne esce una due giorni che meglio di così non poteva andare: la meta stavolta è il Pizzo Cassimoi, vetta che rimane invisibile dalla valle e lungo l'ascesa sino all'ultimo, rimanendo coperta dalla "nuova" Cima d'Aquila, recentemente al centro di una sorta di diatriba per il primato di massima vetta del Ticino.
Anche stavolta parto da Olivone, ricalcando interamente le orme dell'anno prima, e raggiungendo tranquillamente dopo qualche ora la Capanna Scaradra, ove passerò la notte: il tempo, anche stavolta, è perfetto. La mattina dopo la situazione non è cambiata ed è dunque ideale per tentare la salita, che si preannuncia tutt'altro che banale data la presenza di neve e ghiaccio sul vadrecc di Scaradra, che preferisco all'itinerario alternativo del lato Sud-Ovest in direzione del laghetto di Cassimoi: oltretutto, a differenza del vicino Cassinello il percorso non è marcato e si procede letteralmente a naso. Seguo dunque il sentiero per il Passo Soreda, fino a staccarmene con un lungo e scomodo traverso in falsopiano su pietraia che mi conduce sul lungo pendio che risale verso la cima. Dopo aver aggirato un primo nevaio mi raggiunge un ragazzo di Biasca, Ivar, col suo bel cagnone: scambiamo qualche parola e decidiamo di salire assieme in vetta (che lui già conosce). Dopo un po' di salita su pietraia inizia la neve, a tratti ghiacciata ma nel complesso di buona tenuta, e la cresta si fa sempre più vicina. Non resta che raggiungerla con qualche facile passaggio di I-II° e infine seguirla, conducendo all'ampia insellatura tra Cassimoi (visibile solo ora) e Cima d'Aquila. I panorami già goduti sin qui sono entusiasmanti, ma dalla cima è ancor meglio: sostiamo a lungo in vetta, incontrando altri escursionisti saliti interamente dal ghiacciaio. Avrei intenzione di visitare anche la Cima d'Aquila, ma alla fine prevale un po' di "ozio" e decidiamo così di scendere verso il laghetto di Cassimoi, il più alto del Ticino (m.2982), scendendo poi la ripida china verso la piana di Scaradra ora su sfasciumi ora su divertenti nevai. Poi ci salutiamo: Ivar torna verso Larecc, io passerò un'altra notte in Capanna Scaradra meditando sul da fare del giorno dopo, cenando all'aperto davanti allo splendido tripudio naturale di questa valle.
Anche stavolta la Val Scaradra ha lasciato il segno...
Esattamente un anno dopo torno in Val Scaradra, che tanto mi aveva affascinato e conquistato per la sua bellezza ed imponenza selvaggia. Ne esce una due giorni che meglio di così non poteva andare: la meta stavolta è il Pizzo Cassimoi, vetta che rimane invisibile dalla valle e lungo l'ascesa sino all'ultimo, rimanendo coperta dalla "nuova" Cima d'Aquila, recentemente al centro di una sorta di diatriba per il primato di massima vetta del Ticino.
Anche stavolta parto da Olivone, ricalcando interamente le orme dell'anno prima, e raggiungendo tranquillamente dopo qualche ora la Capanna Scaradra, ove passerò la notte: il tempo, anche stavolta, è perfetto. La mattina dopo la situazione non è cambiata ed è dunque ideale per tentare la salita, che si preannuncia tutt'altro che banale data la presenza di neve e ghiaccio sul vadrecc di Scaradra, che preferisco all'itinerario alternativo del lato Sud-Ovest in direzione del laghetto di Cassimoi: oltretutto, a differenza del vicino Cassinello il percorso non è marcato e si procede letteralmente a naso. Seguo dunque il sentiero per il Passo Soreda, fino a staccarmene con un lungo e scomodo traverso in falsopiano su pietraia che mi conduce sul lungo pendio che risale verso la cima. Dopo aver aggirato un primo nevaio mi raggiunge un ragazzo di Biasca, Ivar, col suo bel cagnone: scambiamo qualche parola e decidiamo di salire assieme in vetta (che lui già conosce). Dopo un po' di salita su pietraia inizia la neve, a tratti ghiacciata ma nel complesso di buona tenuta, e la cresta si fa sempre più vicina. Non resta che raggiungerla con qualche facile passaggio di I-II° e infine seguirla, conducendo all'ampia insellatura tra Cassimoi (visibile solo ora) e Cima d'Aquila. I panorami già goduti sin qui sono entusiasmanti, ma dalla cima è ancor meglio: sostiamo a lungo in vetta, incontrando altri escursionisti saliti interamente dal ghiacciaio. Avrei intenzione di visitare anche la Cima d'Aquila, ma alla fine prevale un po' di "ozio" e decidiamo così di scendere verso il laghetto di Cassimoi, il più alto del Ticino (m.2982), scendendo poi la ripida china verso la piana di Scaradra ora su sfasciumi ora su divertenti nevai. Poi ci salutiamo: Ivar torna verso Larecc, io passerò un'altra notte in Capanna Scaradra meditando sul da fare del giorno dopo, cenando all'aperto davanti allo splendido tripudio naturale di questa valle.
Anche stavolta la Val Scaradra ha lasciato il segno...
Tourengänger:
Poncione

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