A zonzo per le Orobie: Monte Sasna m.2310
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Percorso di cresta e giro ad anello....due ingredienti che rendono più appetibili le escursioni, almeno per quanto mi riguarda.
E oggi non mancano nè l'uno nè l'altro!
Quando io e Marica ci mettiamo a decidere la meta per il fine settimana, propongo il Monte Sasna, una cima a cui mi sono avvicinata un paio di volte, ma sulla quale non sono mai salita.
Abbiamo due possibilità di accesso, Val di Scalve e Val Seriana ma.....non so come...decidiamo per quest'ultima e alle 8:30 già siamo a Lizzola, con il termometro che segna +5°.
Imbocchiamo il sentiero n.307 e, in poco più di un'ora, su un tracciato ripido, umido e scivoloso, risalendo un costolone invaso dai cespugli, raggiungiamo il Passo e la Chiesetta della Manina dove ci fermiamo a prender fiato e a mangiucchiare qualcosa.
Il Sasna è lì, davanti a noi, vediamo la croce della cima e non sembra neppure troppo lontana....ma sappiamo che mancano ancora più di 500 metri di dislivello.
Il sentiero, poco tracciato, risale un largo crestone che a un certo punto viene interrotto da una profonda fenditura, da attraversare con attenzione, dovuta probabilmente al crollo di alcune miniere.
Continuiamo a salire.....nella solitudine più completa!
Questo posto, così frequentato in inverno, sembra essere poco ambito nella stagione estiva, quando tutti preferiscono salire ai numerosi rifugi della zona: Coca, Curò.....
Oggi siamo solo in due e tocca a me fare il passo.
Che bello! Una volta tanto posso tenere il mio ritmo senza dover rincorrere nessuno!
Ogni tanto io e Marica ci fermiamo ad ammirare il panorama....grandioso e splendente in questa luminosa giornata di fine estate.
Riconosciamo con sicurezza anche tutte le cime che ci circondano, su alcune delle quali siamo già salite.....del resto....sono le nostre montagne!
Dopo due ore e mezza arriviamo sulla cima, dove incontriamo Domenico e il suo cane Olmo.
Scambiamo quattro chiacchiere e lui ci dice che ha intenzione di scendere dal Passo di Sasna e tornare a Lizzola facendo un giro ad anello.
Io e Marica ci guardiamo con aria interrogativa e poi è lei a rompere ogni indugio chiedendo a Domenico se possiamo seguirlo.
"Ma figuriamoci...." ci risponde....e quando siamo pronti ci avviamo verso quello che intuiamo essere il Passo di Sasna, dove troviamo una corda tesa ad impedire il passaggio, non capiamo bene se degli escursionisti o delle mucche.
Eppure c'è una labile traccia di sentiero là sotto e decidiamo di seguirla, una traccia che poco dopo scompare.....
Tenendo d'occhio quella che dovrebbe essere la Baita Sasna, procediamo tra sassi e sfasciumi, fino ad incontrare finalmente il sentiero n.322 che, ne siamo certi, ci riporterà a Lizzola.
La valle che percorriamo in discesa ci sembra più bella e più selvaggia di quella che abbiamo percorso in salita e quando chiudiamo l'anello ringraziamo Domenico per averci permesso di scoprire anche questo piccolo angolo di Orobie e per averci fatto compagnia durante la lunga discesa.
Soddisfatte.....prendiamo la via del ritorno, con le idee già chiare sulla prossima escursione!
E oggi non mancano nè l'uno nè l'altro!
Quando io e Marica ci mettiamo a decidere la meta per il fine settimana, propongo il Monte Sasna, una cima a cui mi sono avvicinata un paio di volte, ma sulla quale non sono mai salita.
Abbiamo due possibilità di accesso, Val di Scalve e Val Seriana ma.....non so come...decidiamo per quest'ultima e alle 8:30 già siamo a Lizzola, con il termometro che segna +5°.
Imbocchiamo il sentiero n.307 e, in poco più di un'ora, su un tracciato ripido, umido e scivoloso, risalendo un costolone invaso dai cespugli, raggiungiamo il Passo e la Chiesetta della Manina dove ci fermiamo a prender fiato e a mangiucchiare qualcosa.
Il Sasna è lì, davanti a noi, vediamo la croce della cima e non sembra neppure troppo lontana....ma sappiamo che mancano ancora più di 500 metri di dislivello.
Il sentiero, poco tracciato, risale un largo crestone che a un certo punto viene interrotto da una profonda fenditura, da attraversare con attenzione, dovuta probabilmente al crollo di alcune miniere.
Continuiamo a salire.....nella solitudine più completa!
Questo posto, così frequentato in inverno, sembra essere poco ambito nella stagione estiva, quando tutti preferiscono salire ai numerosi rifugi della zona: Coca, Curò.....
Oggi siamo solo in due e tocca a me fare il passo.
Che bello! Una volta tanto posso tenere il mio ritmo senza dover rincorrere nessuno!
Ogni tanto io e Marica ci fermiamo ad ammirare il panorama....grandioso e splendente in questa luminosa giornata di fine estate.
Riconosciamo con sicurezza anche tutte le cime che ci circondano, su alcune delle quali siamo già salite.....del resto....sono le nostre montagne!
Dopo due ore e mezza arriviamo sulla cima, dove incontriamo Domenico e il suo cane Olmo.
Scambiamo quattro chiacchiere e lui ci dice che ha intenzione di scendere dal Passo di Sasna e tornare a Lizzola facendo un giro ad anello.
Io e Marica ci guardiamo con aria interrogativa e poi è lei a rompere ogni indugio chiedendo a Domenico se possiamo seguirlo.
"Ma figuriamoci...." ci risponde....e quando siamo pronti ci avviamo verso quello che intuiamo essere il Passo di Sasna, dove troviamo una corda tesa ad impedire il passaggio, non capiamo bene se degli escursionisti o delle mucche.
Eppure c'è una labile traccia di sentiero là sotto e decidiamo di seguirla, una traccia che poco dopo scompare.....
Tenendo d'occhio quella che dovrebbe essere la Baita Sasna, procediamo tra sassi e sfasciumi, fino ad incontrare finalmente il sentiero n.322 che, ne siamo certi, ci riporterà a Lizzola.
La valle che percorriamo in discesa ci sembra più bella e più selvaggia di quella che abbiamo percorso in salita e quando chiudiamo l'anello ringraziamo Domenico per averci permesso di scoprire anche questo piccolo angolo di Orobie e per averci fatto compagnia durante la lunga discesa.
Soddisfatte.....prendiamo la via del ritorno, con le idee già chiare sulla prossima escursione!
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