Pizzo del Diavolo di Malgina 2926 m (Quando la matematica non è un'opinione!)
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Marco è ancora in ferie, io dovrei essere in ufficio ma poiché tutto il mondo è ancora fermo mi prendo un giorno e andiamo a farci una bella camminata con zaino umano!
Valbondione 8 di mattina, posteggio semipieno. Sentiero per il Curò un po’ di gente che pian piano superiamo. Al tornante prendiamo la direttissima e arriviamo così al Rif. Curò. Qualche escursionista, qualche spiaggiante.
Abbiamo un paio di idee sul giro che vorremmo fare, un po’ ambizioso... La giornata è lunga per cui vedremo passo passo. Chiediamo info sulla salita al Diavolo per la Valmorta dove non c’è un sentiero ufficiale. Il gestore ci spiega un po’ come fare ma ci dice che sarebbe più semplice farla in discesa. Per cui onde perderci nei meandri della Valmorta senza approdare a nulla decidiamo di proseguire verso il Rif. del Barbellino, la cosa che più m’interessa sono i laghi di Gelt che dicono siano in un ambiente spettacolare. Lungo giro del lago, e arrivo al rifugio. Proseguiamo ora con lunghi tornanti verso il P.so di Caronella, raggiungiamo il bivacco AES e in seguito quello che sulle carte è indicato come Rif. AEM e quindi il P.so di Caronella che mette in comunicazione la Val Seriana con la Valtellina. Saliamo ora un ripido canale e siamo sopra i laghi, ambiente completamente diverso, splendidi laghetti tra rocce. Scendiamo ripidamente, raggiungiamo il lago Gelt, il sentiero per il lago della Malgina svolta a sx prima del lago. Sarebbe nostra intenzione anche salire al Pizzo del Diavolo ma non vorremmo perdere molta quota. Il sentiero ufficiale parte dal lago della Malgina, poiché la matematica non è il mio forte quando avevo guardato la cartina avevo calcolato: lago della Malgina 2339-Diavolo 2926= 300 m di dislivello, solo una volta giunti al bivacco AES e controllato la cartina Marco mi fa notare che 2926-2334 fanno quasi 600 m e non 300! Detto ciò non penso più di salire al Pizzo se non trovando il modo di non abbassarci fino al lago. Giunti quindi al lago di Gelt seguiamo un indefinito sentiero Lalla bollato di rosso che perdiamo in pratica subito, proseguiamo lo stesso arrivando così sempre sulla valle del lago di Malgina e ci rendiamo conto che non sembra proprio possibile rimanere alti, cosa che poi ci confermerà il gestore del Curò. Per cui scendiamo da qui, anche se non c’è sentiero sembra non ci siano salti di roccia e raggiungiamo il lago. Sono le 13.30, presto per rientrare che facciamo? Il GPS ci dice che siamo a 2364 m, proviamo ci diciamo? Proviamo….per nostra fortuna la salita fino a 2700 e rotti di quota sale senza grossi strappi, anzi abbastanza comodamente. Giunti a tale quota, confine con la Valtellina, il sentiero s’impenna, alcuni passaggi su roccette un poco esposte sotto la cima e finalmente siamo in vetta. Ora dovremmo scendere dalla Valmorta, sai che ridere, non si vede un tubo! Il gestore ci aveva detto che l’ultimo tratto per la cima rimaneva sul lato Valtellina, di fatto troviamo una traccia. Cominciamo a scendere nella speranza che la nebbia, come in salita, si diradi poco sotto la cima. La traccia prosegue ben visibile passando tra sfasciumi e placchette e raggiunge un colletto che divide le due valli. La visibilità come previsto è migliorata. Scendiamo ora per pietraia sfruttando i resti di qualche nevaio e tenendo d’occhio i radi ma visibili ometti. Piano piano il percorso si sposta sempre più a dx e una volta fuori dalla pietraia si sposta nella valletta accanto, continuiamo la discesa fino a raggiungere i prati e tenendo tutti i torrentelli a sx arriviamo al sentiero Cai che arriva al lago di Valmorta. Ora non ci resta che il rientro al rif. Curò, purtroppo la diga non è percorribile per cui siamo obbligati a perdere un altro centinaio di metri e quindi risalire al rifugio. Sosta “pranzo” anche se ormai sono le 17.30 e quindi rientro a Valbondione, ripartenza 19.55. Esattamente 11.45 m di vagabondaggi!
Dislivello 2567 m - Km 29,40
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