La Strà di vacch (l'ottava meraviglia del mondo moderno)
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La Straa di vacch, così viene chiamata l'antica mulattiera che sale dalla frazione di Cagiogno di Premia all'Alpe Boschetto dove si trasforma in sentiero con destinazione Aleccio.
Un capolavoro di edilizia rurale che copre un dislivello di 460 m, fatta costruire in epoca di guerra con la funzione di far transitare i bovini provenienti dalla Valle Antigorio e diretti agli ambitissimi pascoli della Val Cravariola, attraverso il P.so della Fria.
Oggi gita tranquilla con dislivello e sviluppo contenuti ma con interessante contenuto paesaggistico e culinario.
Partiamo dall'abitato di Cagiogno imboccando la monumentale mulattiera lastricata perfettamente conservata che sale nel bosco tra massi ciclopici che formano delle sporgenti balme e impressionanti rocce verticali, è incredibile notare la soluzione che hanno trovato questi abili costruttori per ridurre la pendenza del selciato su questo fianco di montagna molto ripido, attraverso la costruzione di muri a secco che alzano la sede di transito, altro particolare interessante la costruzione di un muretto di protezione nell'unico punto critico.
Sbuchiamo così alla prima baita dell'Alpe Boschetto, pare che la mulattiera proseguisse poco oltre ma ora è stata inghiottita dalla vegetazione, da questo punto il tracciato si trasforma in sentiero.
Ancora cento metri di salita e usciamo nella radura dell'Alpe Bee (1300 m) dove incontriamo un nostro conoscente che ci offre il caffè, siccome si dice che in montagna non si declina mai l'invito di un caffè, ci accomodiamo nella sua baita.
Ripartiamo alla volta di Aleccio con l'attraversamento del Rio d'Alba nel ripido bosco di abeti dove un piacevole incontro ci impegna alla ricerca di funghi, una delle mie mia passioni.
Dall'abetaia sbuchiamo all'Alpe Aloro primo gruppo di baite della grande Piana di Aleccio, che comprende vari nuclei abitati, dove imbocchiamo la strada consortile che sale brevemente fino alla quota di 1450 m, per iniziare la discesa verso Maglioggio.
Mentre percorriamo l'arteria facciamo attenzione di scorgere l'importante indicazione per scendere a Crego, la troviamo esattamente a quota 1365 m, superate un paio di baite la bella mulattiera s'inoltra nel bosco di faggi, mentre scendiamo continuiamo la ricerca dei preziosi miceti che su questo versante si rivela meno fruttuosa.
Sbuchiamo dal bosco all'abitato di Crego dove in vista della bella e caratteristica chiesa svoltiamo a destra seguendo l'indicazione Cagiogno, il sentiero entra di nuovo nel bosco con una breve risalita per poi pianeggiare e infine scendere ad incrociare il canale di derivazione proveniente dalla diga di Piedilago.
Camminiamo sul comodo manufatto in cemento in direzione nord/est fino alla bellissima cascata del Rio d'Alba, (tappa obbligatoria) dove il cammino si trasforma in sentiero, per proseguire nella stessa direzione fino all'ennesima indicazione Cagiogno che ci invita a risalire brevemente nel bosco per poi sbucare nella tranquilla frazione da cui siamo partiti.
N.B. A causa delle pareti rocciose riflettenti e delle divagazioni fuori dal sentiero alla ricerca di funghi, sconsiglio di scaricare la traccia GPS.

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