Miesplanggenstock (2874 m) e Spitzplanggenstock ( 2822 m): incantevole Meiental…
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Cannobio, ore 5.00, incontro tra tapio e
ciolly. Piove…
- Ma le previsioni davano rischio di pioggia solo in serata…
- Partiamo, tanto prima o poi smette…
Ad Ascona non piove più…, bene!
Fuori dalla Mappo-Morettina, invece, ri-piove.
Indietro, verso le Centovalli, verso l’Onsernone e verso la Valle Maggia è tutto grigio.
Dietro al Sassariente, cioè in Verzasca, stessa musica.
La nostra meta è in Leventina, ma già vengono ventilate proposte alternative, per oltre San Bernardino, oltre San Gottardo, oltre Lucomagno o oltre Novena, se del caso.
Il grigio e la pioggia coprono tutte le valli del Ticino, la radio ribadisce “bella giornata al Sud delle Alpi ed elevato rischio pioggia per il Nord”. Ma i nostri occhi vedono qualcosa di diverso.
Allora, che URI sia…
Valichiamo il Gottardo: la situazione sembra migliore di quella vista finora.
Direzione MEIENTAL, verso il Susten. Il lato alla destra della Reuss di Meien è immerso in nuvoloni grigi ad alta quota. L’asso nella manica del ciolly si trova però sul versante opposto. Partiamo!
Lasciamo l’auto al parcheggio di Gorezmettlen. Saliamo sull’ameno sentiero, e superato il bosco (Rieter) tira vento forte, fa freddo (ma non doveva essere la giornata più calda dell’anno?) e mi convinco sempre più che ci dovremo accontentare di una passeggiata di salute senza pretese. Però continuiamo e al bivio tra la Sewenhütte ed il Lago prendiamo a destra (la capanna può attendere…) ed oltrepassato il pianoro del lago saliamo in direzione del Sewenstöss, la conca che sovrasta il lago e fa da base per tutte le cime della zona.
Arrivati al limite della pietraia cominciano i nevai. Una meta interessante potrebbe essere il Bächenstock, ma non abbiamo ramponi (molto più “secche” erano le nostre intenzioni iniziali…). Per non saper né leggere né scrivere ci dirigiamo verso quella montagna sulla destra che attira entrambi con evidente richiamo.
Traversiamo alcuni nevai moderatamente ripidi (in particolare il penultimo e, parzialmente, l’ultimo), poi troviamo un bel pendio da percorrere con attenzione (ma senza oltrepassare la “F”). La pendenza diminuisce ed ora c’è da scegliere tra “canale + cresta (ciolly) o via diretta sul pendio (
tapio).
Sbuchiamo entrambi a pochi metri dall’uomo di vetta che raggiungiamo con evidente soddisfazione: la salita è stata interessante e anche se per ora non conosciamo ancora il nome della montagna, sappiamo che “merita”. Inoltre, in barba a tutte le previsioni, il tempo regge, e questo è già un gran regalo.
Visto che:
1. non vogliamo sfidare la sorte, ma…
2. temporali in vista non se ne vedono
decidiamo, una volta raggiunta la sella tra le due cime, di salire anche sul fratello minore del Miesplanggenstock, cioè sullo Spitzplanggenstock.
Nessuna difficoltà di salita (qua è addirittura presente la segnaletica ufficiale bianco-azzurra) ed in più il nome della montagna lo scopriamo subito, perché in vetta è presente una gamella con annesso libro.
Per la discesa scegliamo il sentiero più alto, che aggira il Lago e porta alla Sewenhütte. Una volta qui, il fiuto del ciolly suggerisce un sentiero diverso rispetto a quello del mattino. Lo percorriamo e dopo aver raggiunto il fondovalle (Goretzmettlenbach) riguadagniamo l’auto in 5 minuti scendendo verso Meien.
Nessun gps, nessuna cartina, solo qualche reminescenza scialpinistica del ciolly di oltre un decennio fa (una piccola rivincita dell’esperienza sulla teoria e sulla tecnologia…) ci ha portato a salvare egregiamente una giornata che era partita con il piede storto.
Davvero incantevole questa Meiental. Le birre di Wassen suggellano una giornata da ricordare, ed un mondo nuovo (almeno per me) “appena oltre la porta di casa”.
Cannobbio ore 5: Le previsioni davano soleggiato a Sud delle Alpi, ma qui sta già piovendo, e verso il Ticino le condizioni sembrano ancora peggiori.
Tapio: “Sarà solo qualche nuvola di passaggio, vedrai che passata la Morettina si sistema tutto…”
In effetti dopo la galleria si passa da pioggerella a temporale… ed eccoci sistemati.
Tapio: “Andiamo avanti ancora un po’, magari nella zona di Airolo le cose migliorano”.
Purtroppo, anche ad Airolo grosse nuvole nere non lasciano presagire nulla di buono.
Ciolly: “Visto che il programma è saltato, facciamo che passare anche il Gottardo e vedrai che dall’altra parte, anche se le previsioni continuano a sostenere bel tempo al Sud e forti piovaschi al Nord, forse qualche occhiata di azzurro la troviamo”.
Be’, oltre il Gottardo in effetti non è proprio cielo terso, comunque sempre meglio che partire sotto la pioggia.
Tapio: “E ora dove andiamo?”
Ecco che ritorna utile il ricordo di una vecchia gita scialpinistica a Nord delle Alpi, fatta in passato col Corso Cai, in zona Susten, proprio per sfuggire al brutto tempo inclemente a Sud…
Ciolly: “Segui le indicazioni del Sustenpass… fidati!”
Ricordavo pressappoco il bell’anfiteatro ai piedi della cresta del Bachenstock, dove esiste tuttora un piccolo ghiacciaio che probabilmente, oggi per noi, senza picca e ramponi, potrà essere insuperabile…
Ciolly: “Anche se non facciamo per forza quella, vedrai che qualche altra cima altrettanto valida, riusciamo ugualmente a raggiungerla”
Così, ai limiti del ghiacciaietto, optiamo per l’innominato pizzo sulla destra, entrambi attratti, come calamite, anche dal suo svettante ometto.
Qualche nevaio e alcune giavine da traversare, per raggiungere la facile cresta finale… qualche passo bisogna aiutarsi anche con le mani ma nulla di complicato.
Panino, birrozza e foto di vetta prima di riprendere il ritorno… siamo ancora in anticipo sulla tabella di marcia così possiamo permetterci anche la salita del vicino Spritz… Almeno questa è già nominata in loco!
Ore 14,45 Sustenstrasse: Un'altra bell'avventura fuori programma… e anche questa è andata!
Kommentare (6)