Sewenhorn


Publiziert von paoloski , 17. Januar 2014 um 21:32.

Region: Welt » Schweiz » Uri
Tour Datum:17 September 1986
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: S
Klettern Schwierigkeit: IV (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-UR 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1150 m
Abstieg: 1150 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, tunnel del Gottardo, usita di Wassen, si prende la strada per il Sustenpass e la si segue fino al parcheggio sul Goretzmettlenbach.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata e ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Sewenhütte CAS telefono 0041 44 65872.

Per me la difficoltà maggiore dell'arrampicata in ambiente alpino non è mai stata  l'arrampicata in sè stessa, per quello basta non andare a fare vie al di sopra delle proprie possibilità, quanto il trovare l'attacco: io ho passato ore a cercare dove diavolo si trovasse "l'evidente roccia triangolare" piuttosto che "il marcato spuntone" da cui prende avvio la famosa via "tal dei tali". Saranno pure evidenti e marcate ma io ho sempre dei gran problemi ad individuarle, ragion per cui mi sono sempre aggregato volentieri a chi questi problemi non pare averli.
La proposta di Andrea, con cui avevo frequentato il corso di alpinismo qualche anno prima, di andare a percorrere una delle vie descritte da Franco Malnati nel suo prezioso libretto "Ascensioni scelte della Svizzera Centrale e zone limitrofe" mi trova quindi subito entusiasta.
Il ritrovo è di quelli "hard": le 4,30 oltretutto si va con la mia auto...sarà dura, per sicurezza invece di una tazzina di caffè mi bevo il contenuto di una moka da tre.
Arriviamo al parcheggio di fianco al ponte di Gorezmettlen, calziamo gli scarponi, ci carichiamo degli zaini, che fra corde e ferramenta non sono proprio leggeri, e iniziamo la salita.
Andrea parte praticamenta di corsa, io, provato dalla sveglia antelucana e dall'ora e mezza di guida, arranco dietro di lui. Arriviamo alla Sewenhütte, io farei una sosta ma il mio socio prende subito un sentierino appena visibile che sale alle spalle del rifugio.
Vabbè... come diceva Totò: "Siamo nati per soffriggere".
Il sentiero è appena una traccia che sale verso le rocce del Sewenstock e poi le aggira a sinistra con un traverso, raggiungiamo una conca che scende da una sella che il Malnati chiama Sewenscharte, ma è inutile cercare il nome su una cartina: le uniche che lo riportano sono quelle dell'esercito svizzero in scala 1:10000! La contorniamo tenendoci alti finchè arriviamo alla base della parete Sud della seconda torre.
Saliamo una rampa erbosa e finalmente Andrea mi indica quello che per lui è uno scolorito bollo rosso, a me appare come una macchia di licheni rinsecchiti ma mi fido del mio socio..
Ci togliamo gli scarponi per calzare le scarpette, indossiamo l'imbrago ed il casco, sistemiamo la ferramenta, ci leghiamo l'un l'altro con le due mezze corde poi, considerato che mi sento in forma come un ectoplasma, cedo volentieri il privilegio del primo tiro ad Andrea
Partiamo, la roccia è veramente ottima, davanti a noi, diciamo con un tiro di vantaggio, sta salendo una coppia di svizzeri, la roccia è comunque solidissima e quindi non ci sono problemi di sassi che cadono.
Il granito oltretutto non è freddo visto che è esposto a Sud.
Questa prima parte della via sale un enorme diedro con continui spostamenti a destra e sinistra per seguire una linea di fessure che fanno si che il percorso sia intuitivo anche per un "segugio" come me, le difficoltà si aggirano sempre fra il III ed il IV.
Alla fine del diedro siamo praticamente in cima alla seconda torre e sulla cresta Ovest che scende dal Sewenstock, contorniamo a sinistra un gendarme e raggiungiamo una sella erbosa, proseguiamo sul filo di cresta, le difficoltà qui sono leggermente inferiori che nel diedro, diciamo fra il III ed il III+, superato un ultimo risalto siamo in vetta, il cielo si è rannuvolato ma il panorama è comunque di prim'ordine: Gross e Chli Spannort, Sustenhorn, Fleckistock, Wenderhorn...
Mangiamo qualcosa e iniziamo la discesa: scendiamo delle roccette verso Nord, quindi ci abbassiamo verso Ovest  su una pietraia piuttosto ripida e quindi volgendoci verso Sud torniamo alla sella erbosa posta all'inizio della cresta, scendiamo in una sorta di camino per un po' poi piazziamo una doppia su uno spuntone ed in breve siamo nei pressi dell'attacco dove abbiamo lasciato gli scarponi ed i panini.
Breve sosta e poi di nuovo giù verso il rifugio e poi il parcheggio. Se stamane stare svegli è stato difficile ora è una vera impresa, come non mi sia addormentato mentre guidavo dentro i 17 Km del tunnel del Gottardo è un vero mistero.
Comunque arriviamo a casa tutti interi e decisamente soddisfatti.

Bella arrampicata su una roccia eccezionale, la via non è lunga ma bella, il panorama è magnifico.


Tourengänger: paoloski


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