Punta Vermoi 2929 m
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Dopo un week end così appagante potremmo ritenerci soddisfatti ma poiché abbiamo ancora un giorno di vacanza, ne approfittiamo per fare un altro giro in Alto Adige. L’idea di percorrere la Val Venosta in un giorno feriale non è che mi piaccia molto ma se riusciamo a evitare gli orari di punta forse…
Siamo a Laces poco dopo le 7,00, l’andata è andata benissimo, prendiamo la funivia per San Martino al Monte scoprendo che il bigliettaio ci ha fatto pagare i biglietti come residenti, forse gli è piaciuta la mia risposta “No, purtroppo!” quando mi ha chiesto se fossimo residenti, in ogni caso qualcosina abbiamo risparmiato.
All’uscita dalla funivia troviamo subito i cartelli per la Punta Vermoi tra l’altro già ben visibile come ben visibile è la Forcella Bassa da dove scenderemo grazie ad un’enorme croce, ma questo lo scopriremo solo una volta sul posto.
Il sentiero dapprima strada sterrata diventa sentiero poco prima del bivio con il percorso di discesa dalla Forcella Bassa.
Si sale costantemente con panorama eccezionale sul Cevedale, Gran Zebrù, Ortles, Orecchia di Lepre e tante altre montagne qui di fronte, dove sicuramente siamo stati ma che non riusciamo a riconoscere.
Ultimo tratto di salita sembra non finire mai, la croce è sempre della stessa grandezza come se ad ogni nostro passo si allontanasse, sensazione che più o meno abbiamo provato tutti in qualche occasione!
Dopo la firma del libro di vetta e una piccola sosta scendiamo sul versante opposto in direzione della Malga Pinalto e qui troviamo neve e parecchia anche, all’inizio per niente portante e i buchi non si contano, poi sempre meglio, scendendo diminuisce e prende meno sole, intorno ai 2600 circa finisce. Seguiamo ancora per un poco i bolli poi cominciamo a spostarci in direzione della Forcella Bassa cercando di perdere meno dislivello possibile andando ad intercettare il sentiero di risalita il più in alto possibile. Dopo il guado di un torrente tranquillo ma profondo, intravvediamo i primi bolli del sentiero, lo raggiungiamo e con un giro tortuoso arriviamo alla Forcella Bassa, dove siamo accerchiati da un nutrito gregge di capre. Curiose e rompi scatole, leccano i bastoncini di Marco, annusano il mio zaino e mi ritrovo le corna di una proprio sotto il braccio mentre controllo la cartina, ma quanto sono invadenti! Poi così come ci hanno accerchiato si allontanano non siamo più di loro interesse…
Sono solo le 12,00 e la discesa dovrebbe portarci via qualcosa come un paio d’ore o poco più per cui decidiamo di proseguire sul lato opposto alla discesa, il cartello indica una cima Zerminiger a 1,30 h, troppo lontana per noi oggi sia per il tempo che abbiamo a disposizione ma soprattutto per le gambe che hanno già dato più che a sufficienza nei giorni scorsi. Dalla cartina vediamo che a metà c’è un fantomatico Monte Cavallo ce lo diamo come punto di arrivo.
Proseguiamo ora andando a prendere un micro sentiero a mezza costa semi franato, raggiungiamo un più comodo sentiero che rimane sempre al limite del “baratro”, passiamo sopra a due meravigliosi laghi e in lontananza vediamo la croce della Zerminiger ma noi come da accordi ma anche perché non ne abbiamo più, ci fermiamo ad un dossetto contrassegnato da un sasso bianco che, sia dalla quota, sia dalla cartina e sia dal GPS pensiamo sia il Monte Cavallo e se non lo fosse va bene lo stesso!
Sosta “camilla” intanto che cerchiamo di pensare a come evitare il traverso franato, da qui vediamo un traccia risalire il dosso che abbiamo aggirato per cui decidiamo di tentare quella via, tanto la risalita è breve. In cima al cocuzzolo la traccia prosegue e come previsto scende sul lato opposto aggirando la pietraia e ci porta proprio, dove pensavamo andasse. Ritorniamo alla Forcella Bassa e imbocchiamo ora il sentiero N. 6 per tornare a San Martino. Altra risalita e breve discesa all’enorme croce con ometto che indicano l’inizio del sentiero a mezza costa. Potrebbe anche essere questa la Forcella Bassa perché il cartello dove c’erano le capre la indicava in questa direzione a dieci min, allo stesso modo qui alla croce la Forcella è indicata in direzione del cartello, per cui boh!
Prendiamo ora il sentierino a mezza costa che con qualche sali scendi, fare attenzione alla nuova specie di pecore alpiniste abbarbicate nei punti più impensabili che potrebbero scaricare di tutto loro comprese (ho sempre sentito parlare di sentieri per capre e non per pecore!). Dopo un lungo dentro fuori con perdita minima di quota cominciamo a scendere fino ad un baitello, dove facciamo sosta pranzo.
Ultimi 600 m all’inizio in ripida discesa poi più comodi e siamo al bivio, poco dopo riprende la sterrata che riporta a San Martino. La sfortuna vuole che perdiamo per pochi minuti la funivia e la prossima sarà tra 1 ora, nello stesso tempo, però arriva altra gente per cui fortunatamente parte una corsa straordinaria alle 16,30 e in pochi minuti siamo a Laces.
La macchina è un forno, non si muove un filo d’aria e stasera invece della copertina dormiremo con C1P8 il nostro fido condizionatore!
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