Le montagne di Kathmandu
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Filo conduttore di queste visite urbane a Kathmandu è la vista di alcune cime himalayane. Iniziamo quindi dalla bianca torre Bhimsen(o Dharahara), vicino alla New Road tra Durbar Square e la Shahid Gate. La torre è poi crollata durante il terremoto del 25.04.2015. Dalla cima dei suoi 200 scalini si vedevano alcune montagne, prima fra tutte il Ganesh Himal.
Il Ganesh Himal è un gruppo enorme con almeno sei vette tra i 6.700 e i 7400 metri. In questo caso, come per gli Annapurna, la parola locale “Himal” indica un gruppo di montagne alle quali i geografi hanno assegnato nomi distinti utilizzando i numeri romani. Ho inoltre imparato che non è raro che una montagna himalayana, anche di “soli” seimila metri, sia abbastanza complessa da avere più vette di altezza simile a quella principale.
Il Ganesh Himal è stata la prima montagna ad avermi impressionato durante la mia vacanza nepalese, per l’imponenza con cui si eleva sopra i rilievi pre-himalayani se visto dalla collina di Nagarkot o da un aereo. Il paretone del Ganesh IV (7104 m.) si vede anche dal ponte sul fiume Bagmati che collega Kathmandu e Patan.
Guardando dalla cima della torre Bhimsen verso est vedo altre vette, visibili anche dalla vicina zona di campi sportivi e parchi pubblici che creano spazi aperti. Purtroppo la vista è ostacolata dalla foschia, causata principalmente dallo smog, anche se siamo alle 8.30 di una mattina serena. E qui tocchiamo un punto dolente della città: se le nuvole, quando presenti, possono impedire la vista delle montagne, lo smog dà fastidio sempre.
La prima di queste vette è il Langtang Lirung (7227 m.). Sono stato a lungo indeciso se la montagna che avevo fotografato fosse proprio questa ma così dicono le cartoline in vendita in città e alcuni siti dedicati alle montagne del Nepal.
I depliant dicono che si vede anche dalla collina di Swayambhunath, dove sorge il “Tempio delle scimmie”, ma quando sono andato io il tempo era nuvoloso.
Più a est spiccano l’aguzzo Dorje Lhakpa (6966 m.) e il massiccio e impronunciabile Phurbi Ghyachu (6637 m.), due montagne nel settore meridionale del gruppo che culmina con lo Shisha Pangma. A proposito di questo “ottomila”, ancora nel 1970 scrivevano che era “noto a pochissimi europei” e che “solo un geologo svizzero poté fotografarlo”. Adesso un turista può fotografarlo da un aereo. In certi ambiti il paese si è modernizzato in fretta, in altri molto meno.
Dalla città comunque l'Himalaya non ha la stessa imponenza che vista da vicino e senza un potente zoom tante fotografie non sarebbero state scattate.
La mia passeggiata urbana continua percorrendo la New Road, entrando in Durbar Square (dove sorgono i maggiori templi e il palazzo reale), proseguendo verso nord passando per Indra Chowk (l'unico punto in cui ho visto un cartello indicante una via/piazza) e il Bazar per poi sbucare a Thamel, il trafficatissimo quartiere dei negozi e delle agenzie di turismo e trekking.
A ogni incrocio vedo un vigile o un poliziotto e penso che anche per questo la micro-criminalità è bassa.
Il traffico è intenso ma secondo me non è tanto peggio di quello di Milano. Lo smog invece è molto più percepibile, dovuto alla bruciatura dei rifiuti e alla circolazione di auto e moto con motori vecchi, e non sono rari i turisti che portano le mascherine.
Un altro itinerario prevede la visita della città storica di Bhaktapur. Arrivandoci da Kathmandu ci si muove complessivamente verso est avendo a sinistra l’Himalaya con il Ganesh Himal, il Langtang Lirung, il Dorje Lhakpa.
Nelle zone di campagna molte persone lavorano nei campi. Si tratta spesso di donne che ho visto mettersi in marcia alle cinque del mattino lungo le vie della città per andare a cercare un lavoro come bracciante agricolo e portando con sé i bambini.
Quando facciamo un tratto di strada verso nord, in una zona in cui la città assume l’aspetto di una baraccopoli, abbiamo di fronte l’elegante piramide del Gang Chenpo alto 6397 metri.
Anche da una strada pedonale che accede al centro monumentale di Bhaktapur si vedono bene queste montagne. Alcuni turisti ne commentano le altezze, con esclamazioni di sorpresa quasi non sapessero di essere in Nepal. Le vette più vicine sono il Dorje Lhakpa con il vicino Dome Blanc (6830 m.), ben visibili al di là delle colline pre-himalayane.
Durante la visita a Bhaktapur la guida mi porta anche in strade non turistiche, magari tralasciando alcuni templi decentrati, e mi dice che io "non sono come gli altri, che vogliono vedere tutto e fotografare tutto in poche ore, ma mi lascio portare anche dove gli altri non vanno".
Il Ganesh Himal è un gruppo enorme con almeno sei vette tra i 6.700 e i 7400 metri. In questo caso, come per gli Annapurna, la parola locale “Himal” indica un gruppo di montagne alle quali i geografi hanno assegnato nomi distinti utilizzando i numeri romani. Ho inoltre imparato che non è raro che una montagna himalayana, anche di “soli” seimila metri, sia abbastanza complessa da avere più vette di altezza simile a quella principale.
Il Ganesh Himal è stata la prima montagna ad avermi impressionato durante la mia vacanza nepalese, per l’imponenza con cui si eleva sopra i rilievi pre-himalayani se visto dalla collina di Nagarkot o da un aereo. Il paretone del Ganesh IV (7104 m.) si vede anche dal ponte sul fiume Bagmati che collega Kathmandu e Patan.
Guardando dalla cima della torre Bhimsen verso est vedo altre vette, visibili anche dalla vicina zona di campi sportivi e parchi pubblici che creano spazi aperti. Purtroppo la vista è ostacolata dalla foschia, causata principalmente dallo smog, anche se siamo alle 8.30 di una mattina serena. E qui tocchiamo un punto dolente della città: se le nuvole, quando presenti, possono impedire la vista delle montagne, lo smog dà fastidio sempre.
La prima di queste vette è il Langtang Lirung (7227 m.). Sono stato a lungo indeciso se la montagna che avevo fotografato fosse proprio questa ma così dicono le cartoline in vendita in città e alcuni siti dedicati alle montagne del Nepal.
I depliant dicono che si vede anche dalla collina di Swayambhunath, dove sorge il “Tempio delle scimmie”, ma quando sono andato io il tempo era nuvoloso.
Più a est spiccano l’aguzzo Dorje Lhakpa (6966 m.) e il massiccio e impronunciabile Phurbi Ghyachu (6637 m.), due montagne nel settore meridionale del gruppo che culmina con lo Shisha Pangma. A proposito di questo “ottomila”, ancora nel 1970 scrivevano che era “noto a pochissimi europei” e che “solo un geologo svizzero poté fotografarlo”. Adesso un turista può fotografarlo da un aereo. In certi ambiti il paese si è modernizzato in fretta, in altri molto meno.
Dalla città comunque l'Himalaya non ha la stessa imponenza che vista da vicino e senza un potente zoom tante fotografie non sarebbero state scattate.
La mia passeggiata urbana continua percorrendo la New Road, entrando in Durbar Square (dove sorgono i maggiori templi e il palazzo reale), proseguendo verso nord passando per Indra Chowk (l'unico punto in cui ho visto un cartello indicante una via/piazza) e il Bazar per poi sbucare a Thamel, il trafficatissimo quartiere dei negozi e delle agenzie di turismo e trekking.
A ogni incrocio vedo un vigile o un poliziotto e penso che anche per questo la micro-criminalità è bassa.
Il traffico è intenso ma secondo me non è tanto peggio di quello di Milano. Lo smog invece è molto più percepibile, dovuto alla bruciatura dei rifiuti e alla circolazione di auto e moto con motori vecchi, e non sono rari i turisti che portano le mascherine.
Un altro itinerario prevede la visita della città storica di Bhaktapur. Arrivandoci da Kathmandu ci si muove complessivamente verso est avendo a sinistra l’Himalaya con il Ganesh Himal, il Langtang Lirung, il Dorje Lhakpa.
Nelle zone di campagna molte persone lavorano nei campi. Si tratta spesso di donne che ho visto mettersi in marcia alle cinque del mattino lungo le vie della città per andare a cercare un lavoro come bracciante agricolo e portando con sé i bambini.
Quando facciamo un tratto di strada verso nord, in una zona in cui la città assume l’aspetto di una baraccopoli, abbiamo di fronte l’elegante piramide del Gang Chenpo alto 6397 metri.
Anche da una strada pedonale che accede al centro monumentale di Bhaktapur si vedono bene queste montagne. Alcuni turisti ne commentano le altezze, con esclamazioni di sorpresa quasi non sapessero di essere in Nepal. Le vette più vicine sono il Dorje Lhakpa con il vicino Dome Blanc (6830 m.), ben visibili al di là delle colline pre-himalayane.
Durante la visita a Bhaktapur la guida mi porta anche in strade non turistiche, magari tralasciando alcuni templi decentrati, e mi dice che io "non sono come gli altri, che vogliono vedere tutto e fotografare tutto in poche ore, ma mi lascio portare anche dove gli altri non vanno".
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andrea62

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Kommentare (4)