Rifugio Mambretti ..... e oltre!
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Chissà in quanti eravamo oggi!
17........18.......o forse 19?
Non ho fatto i conti, ma eravamo in tanti, un bello squadrone capitanato da Mario, profondo conoscitore della zona , che ci ha guidati con pazienza e competenza lungo sentieri inediti o dimenticati.
Al Rifugio Mambretti ci sono stata almeno un paio di volte in passato, ma i miei ricordi sono fumosi e inconsistenti.
Che strano.......
Ricordo perfettamente con chi ci sono stata, ma il percorso l'ho rimosso completamente.
Il sole è già alto quando partiamo da Agneda, tutti intruppati, e riusciamo a mantenerci compatti fino alla diga, ma poi, poco alla volta, cominciamo a sgranarci...
Come sempre c'è chi procede a testa bassa e a passo serrato, senza mai fermarsi, e chi invece avanza più lentamente, forse perchè meno allenato, o forse per catturare con lo sguardo quanto più possibile.
Modi diversi di andare in montagna, poichè diversi sono gli obiettivi che si perseguono, tutti comunque apprezzabili.
L'importante è capire quali sono le proprie modalità di approccio con la montagna e metterle in atto!
Io, come spesso succede sono a metà, tra un gruppo e l'altro.
Mi piacerebbe tenere il passo dei più veloci, ma non ce la faccio e mi sono ormai rassegnata a pensare che l'importante sia arrivare alla meta.
E questo mi gratifica.....
Alla fine però ci si ritrova quasi tutti al Rifugio, dove sostiamo per qualche attimo a farci ammaliare ancora una volta da questi scenari che mutano con il succedersi delle stagioni.
Già laggiù in valle abbiamo colto i segni premonitori dell'autunno che inesorabilmente avanza: il sapore umido e fresco dell'aria, le nebbie che si distendono sulla pianura lasciando intravedere le cime degli alberi ......
E mentre salivamo, anche se ancora lievi, questi segni si facevano più evidenti: macchie di funghi colorati, che sembrano messi lì apposta per essere raccolti, le pennellate di giallo e di rosso che ravvivano le chiome degli alberi a foglia caduca , le gocce di rugiada che si attardano pigramente sugli steli d'erba ormai sbiadita, prima di lasciarsi inghiottire dai tiepidi raggi del sole .......
Guardiamo l'orologio......è ancora presto!
E mentre qualcuno decide di fermarsi al Rifugio, altri procedono prendendo direzioni diverse per inoltrarsi, anche se di poco, nelle valli che si insinuano tra i rocciosi versanti montuosi.
Guardo avanti e anche se non lo vedo, so che il Redorta è lì...... vicino, ma irraggiungibile.
Un pensiero corre a Silvia & company, che l'hanno appena salito!
Sono quasi le 5:00 quando ci si ritrova tutti al parcheggio, pronti per tornare di nuovo a casa.
Un grazie va a tutti coloro che hanno camminato con me: grazie alla loro vicinanza, alle loro chiacchiere, ai loro silenzi, alle loro battute scherzose, ai loro gesti e ai loro sguardi, che mi hanno accompagnato per tutta la giornata.
Un grazie particolare invece a Mario, sempre disposto a condividere con noi la sua esperienza e le sue conoscenze......
17........18.......o forse 19?
Non ho fatto i conti, ma eravamo in tanti, un bello squadrone capitanato da Mario, profondo conoscitore della zona , che ci ha guidati con pazienza e competenza lungo sentieri inediti o dimenticati.
Al Rifugio Mambretti ci sono stata almeno un paio di volte in passato, ma i miei ricordi sono fumosi e inconsistenti.
Che strano.......
Ricordo perfettamente con chi ci sono stata, ma il percorso l'ho rimosso completamente.
Il sole è già alto quando partiamo da Agneda, tutti intruppati, e riusciamo a mantenerci compatti fino alla diga, ma poi, poco alla volta, cominciamo a sgranarci...
Come sempre c'è chi procede a testa bassa e a passo serrato, senza mai fermarsi, e chi invece avanza più lentamente, forse perchè meno allenato, o forse per catturare con lo sguardo quanto più possibile.
Modi diversi di andare in montagna, poichè diversi sono gli obiettivi che si perseguono, tutti comunque apprezzabili.
L'importante è capire quali sono le proprie modalità di approccio con la montagna e metterle in atto!
Io, come spesso succede sono a metà, tra un gruppo e l'altro.
Mi piacerebbe tenere il passo dei più veloci, ma non ce la faccio e mi sono ormai rassegnata a pensare che l'importante sia arrivare alla meta.
E questo mi gratifica.....
Alla fine però ci si ritrova quasi tutti al Rifugio, dove sostiamo per qualche attimo a farci ammaliare ancora una volta da questi scenari che mutano con il succedersi delle stagioni.
Già laggiù in valle abbiamo colto i segni premonitori dell'autunno che inesorabilmente avanza: il sapore umido e fresco dell'aria, le nebbie che si distendono sulla pianura lasciando intravedere le cime degli alberi ......
E mentre salivamo, anche se ancora lievi, questi segni si facevano più evidenti: macchie di funghi colorati, che sembrano messi lì apposta per essere raccolti, le pennellate di giallo e di rosso che ravvivano le chiome degli alberi a foglia caduca , le gocce di rugiada che si attardano pigramente sugli steli d'erba ormai sbiadita, prima di lasciarsi inghiottire dai tiepidi raggi del sole .......
Guardiamo l'orologio......è ancora presto!
E mentre qualcuno decide di fermarsi al Rifugio, altri procedono prendendo direzioni diverse per inoltrarsi, anche se di poco, nelle valli che si insinuano tra i rocciosi versanti montuosi.
Guardo avanti e anche se non lo vedo, so che il Redorta è lì...... vicino, ma irraggiungibile.
Un pensiero corre a Silvia & company, che l'hanno appena salito!
Sono quasi le 5:00 quando ci si ritrova tutti al parcheggio, pronti per tornare di nuovo a casa.
Un grazie va a tutti coloro che hanno camminato con me: grazie alla loro vicinanza, alle loro chiacchiere, ai loro silenzi, alle loro battute scherzose, ai loro gesti e ai loro sguardi, che mi hanno accompagnato per tutta la giornata.
Un grazie particolare invece a Mario, sempre disposto a condividere con noi la sua esperienza e le sue conoscenze......
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