Isola di Mu, re per un giorno.
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Re per un giorno.
Sogno, realtà o follia?
Un re non è tale senza terra.
Parto in groppa al mio cavallo di alluminio, con gli zoccoli di gomma e i pedali al posto delle briglie, alla ricerca di un reame lungo la via d'acqua che amo di più, quella che fin da fanciullo conobbi bene: il fiume Adda.
Scelgo la riva destra e la direzione nord, lasciandomi alle spalle la lanca popolata dai cigni di Spino, che mi sembrano di buon auspicio.
La sterrata corre tra una vegetazione sempre più fitta, che in direzione delle cascate di Bocchi assume l'aspetto di una piccola taiga.
Oltrepasso spedito il canale Vacchelli, scorgendo tra gli immensi campi di mais, oltre a fagiani e lepri, una pattuglia armata; che si sia già rivelato il mio piano?
No, sono i soliti bontemponi con i fucili soft-air, in mancanza di guerra vera ne inscenano una farlocca, contenti loro.
Cerco con lo sguardo ogni possibile sede per il mio reame.
Un rincorrersi di libellule mi segnala qualcosa, segnali captabili solo dall'affinamento estremo dei sensi, oppure dalla follia.
Vado oltre.
Procedo indomito sul mio scalpitante destriero, fino all'ecomostro della centrale di Cassano.
Alcuni uomini allenano cani da caccia, che abbaiano al mio passaggio, troppa civiltà, io ho bisogno di un regno ad alto tasso di selvaticità, torno indietro.
All'altezza di Rivolta, uno stormo di aironi bianchi volteggia creando un arabesco in mezzo al fiume, incuriosendomi non poco.
Riconosco un vecchio approdo per la pesca, sono nei pressi del luogo delle libellule.
Entro fiducioso in una breccia della boscaglia rigogliosa che adorna le rive del fiume.
Acque insolitamente limpide mi stupiscono, intorno ad un piccolo monticello ovale sassoso l'Adda, inscena una curva generosa, dove la corrente increspa la superficie, di un intenso colore smeraldino.
Un'isola.
Una piccola isola di sassi bianchi e grigi, popolata di aironi bianchi, si oppone ostinata alla corrente con il suo corpo allungato.
Sembra uscita da un disegno di Hugo Pratt.
Sì.
Non ho dubbi, ecco la terra che cercavo, fantastica quanto improbabile.
Battezzo solennemente l'isola con il nome di Mu, come la terra mai trovata, in onore a Corto Maltese, e ne prendo immediatamente il governo.
Sarò un re liberale, non metterò mai piede sul mio territorio, nel pieno rispetto delle caratteristiche ambientali che ne hanno permesso la nascita.
Niente tasse.
Non imporrò la mia religione come uno spietato conquistador o un severo missionario, anche perchè non ne possiedo una realmente approvata da me stesso.
Eleggo a primo ministro la libellula rivestita d'azzurro più bello del lapislazzuli.
Per una completa demistificazione della sovranità, resterò in carica solo per oggi, anzi solo per il tempo che passerò ad ammirare i volteggi degli aironi bianchi con i piedi immersi nell'acqua fresca.
Mi accorgo all'improvviso di avere anche un esercito, armato di spade affilate che trafiggendo il nemico tolgono preziosa linfa vitale.
I miei soldati si chiamano zanzare, e mi stanno attaccando!
Il mio ufficio stampa non funziona a dovere, chiederò consigli ad Obama.
Sono un re senza corona, di una terra che non ho veramente e che una piena del fiume può smantellare come un mandala spazzato dal vento.
I maestri zen dicevano che avere senza possesso, libera le energie vitali e permette di rinnovarsi e fiorire dall' interno.
Si può chiedere di meglio?
soundtrack: "Ho visto un re" Enzo Jannacci & Dario Fo
http://www.youtube.com/watch?v=ezLpiq_tyHQ&feature=related
Sogno, realtà o follia?
Un re non è tale senza terra.
Parto in groppa al mio cavallo di alluminio, con gli zoccoli di gomma e i pedali al posto delle briglie, alla ricerca di un reame lungo la via d'acqua che amo di più, quella che fin da fanciullo conobbi bene: il fiume Adda.
Scelgo la riva destra e la direzione nord, lasciandomi alle spalle la lanca popolata dai cigni di Spino, che mi sembrano di buon auspicio.
La sterrata corre tra una vegetazione sempre più fitta, che in direzione delle cascate di Bocchi assume l'aspetto di una piccola taiga.
Oltrepasso spedito il canale Vacchelli, scorgendo tra gli immensi campi di mais, oltre a fagiani e lepri, una pattuglia armata; che si sia già rivelato il mio piano?
No, sono i soliti bontemponi con i fucili soft-air, in mancanza di guerra vera ne inscenano una farlocca, contenti loro.
Cerco con lo sguardo ogni possibile sede per il mio reame.
Un rincorrersi di libellule mi segnala qualcosa, segnali captabili solo dall'affinamento estremo dei sensi, oppure dalla follia.
Vado oltre.
Procedo indomito sul mio scalpitante destriero, fino all'ecomostro della centrale di Cassano.
Alcuni uomini allenano cani da caccia, che abbaiano al mio passaggio, troppa civiltà, io ho bisogno di un regno ad alto tasso di selvaticità, torno indietro.
All'altezza di Rivolta, uno stormo di aironi bianchi volteggia creando un arabesco in mezzo al fiume, incuriosendomi non poco.
Riconosco un vecchio approdo per la pesca, sono nei pressi del luogo delle libellule.
Entro fiducioso in una breccia della boscaglia rigogliosa che adorna le rive del fiume.
Acque insolitamente limpide mi stupiscono, intorno ad un piccolo monticello ovale sassoso l'Adda, inscena una curva generosa, dove la corrente increspa la superficie, di un intenso colore smeraldino.
Un'isola.
Una piccola isola di sassi bianchi e grigi, popolata di aironi bianchi, si oppone ostinata alla corrente con il suo corpo allungato.
Sembra uscita da un disegno di Hugo Pratt.
Sì.
Non ho dubbi, ecco la terra che cercavo, fantastica quanto improbabile.
Battezzo solennemente l'isola con il nome di Mu, come la terra mai trovata, in onore a Corto Maltese, e ne prendo immediatamente il governo.
Sarò un re liberale, non metterò mai piede sul mio territorio, nel pieno rispetto delle caratteristiche ambientali che ne hanno permesso la nascita.
Niente tasse.
Non imporrò la mia religione come uno spietato conquistador o un severo missionario, anche perchè non ne possiedo una realmente approvata da me stesso.
Eleggo a primo ministro la libellula rivestita d'azzurro più bello del lapislazzuli.
Per una completa demistificazione della sovranità, resterò in carica solo per oggi, anzi solo per il tempo che passerò ad ammirare i volteggi degli aironi bianchi con i piedi immersi nell'acqua fresca.
Mi accorgo all'improvviso di avere anche un esercito, armato di spade affilate che trafiggendo il nemico tolgono preziosa linfa vitale.
I miei soldati si chiamano zanzare, e mi stanno attaccando!
Il mio ufficio stampa non funziona a dovere, chiederò consigli ad Obama.
Sono un re senza corona, di una terra che non ho veramente e che una piena del fiume può smantellare come un mandala spazzato dal vento.
I maestri zen dicevano che avere senza possesso, libera le energie vitali e permette di rinnovarsi e fiorire dall' interno.
Si può chiedere di meglio?
soundtrack: "Ho visto un re" Enzo Jannacci & Dario Fo
http://www.youtube.com/watch?v=ezLpiq_tyHQ&feature=related
Tourengänger:
lebowski

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Kommentare (10)