Resegone dreaming
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Ancora uno sforzo e la croce di vetta sarà raggiunta, dal rifugio Azzoni la salita non molla mai fino alla cima del Resegone.
Il cielo inonda di azzurro il panorama, non credevo di trovare una giornata così bella.
L'attimo precedente il raggiungimento della meta è il punto più alto nel grafico della soddisfazione, poi la mente mette in folle e procede con inerzia, con i meccanismi senza attriti si culla nella conquista.
Quando il suono della sveglia mi ha rivelato che stavo sognando, e che la montagna oggi l'avrei vista solo da lontano ho deciso almeno di avvicinarmici.
Questa non è un'escursione al Resegone ma una perlustrazione, uno sparo con un'arma troppo corta verso il simpatico montagnone che scorgo anche dal terrazzo di casa mia.
Non ci sono arrivato, perchè in bicicletta 90 km sono decisamente troppi, mi propongo di salirci quest'inverno con una coltre di neve scenografica e fiabesca.
L'acqua è come un divenire che tutto trascina, ne seguo i suoi corsi come un rabdomante per trovare strade di terra.
L'asfalto lo evito per scelta quando vado in mountain bike.
Il canale Muzza mi porterà fino a Cassano D'Adda il punto di massima vicinanza prevista con la suddetta cima dentellata.
Imboccata la destra del corso d'acqua che penetra nei campi per dargli vita, pedalo nel fresco del mattino di un sabato di ottobre.
Boom...boom...boom...alcuni spari rompono il silenzio...fuochi d'artificio?
No, E' aperta la caccia!
Non ricordavo questo dettaglio, dovrò stare attento a non deviare in sentieri secondari, per non finire impallinato come un grosso fagiano!
Proprio di fianco a me, con i loro fedeli cani addestrati, gli "ammazzagalline" setacciano i campi in cerca di selvaggina addomesticata (un ossimoro?) per soddisfare il loro tragico bisogno di tiro a segno.
Non capisco che gusto ci sia ad ammazzare animali d'allevamento, che quasi si lasciano prendere con le mani, liberati per una carneficina autorizzata da una licenza ottenuta in cambio di varie centinaia di euro.
Lo ritengo machismo d'altri tempi mascherato da sport, non è sciovinismo ambientalista, solo buon senso.
Prima del ponte di Trucazzano il percorso si stende su ampia sterrata, il Resegone è laggiù sornione ed irraggiungibile, con la sua cresta frastagliata, la punta Cermenati e la Stoppani affiancato dalle Grigne e sorvegliato da lontano dal corpulento Monte Rosa, un fratello maggiore.
Da qui le curve delle montagne sono prive di peso, come linee lievi di un disegno steso con una punta d'argento, di un'elegante malinconia
Caro Resegone, quest'inverno ci vedremo, te lo prometto, devo solo trovare qualche compagno di escursione, e seduto sulla tua cima vedrò il panorama della pianura, al contrario di come lo vedo tutte le mattine quando alzo la tapparella.
Nel tratto presso Albignano la vegetazione si fa più boscosa, i segni della civiltà sono meglio nascosti.
Complice un libro che ho appena letto sul Danubio, riesco ad immaginare di essere sulle rive di un vero fiume, magari il Tibisco, ed invece della pianura padana scorgere la puszta ungherese a est della spianata pannonica.
Si dice che il vento nelle pianure sconfinate trascini le anime in orizzontale trattenendole a terra ed impedendo di inalzarsi al cielo.
Niente cavalli selvaggi, intorno a me solo trattori che riportano alla realtà...sulle cime lontane noto la prima neve, nix, nivis che suona molto simile a nichts, nulla...
soundtrack: Ella Fitzgerald & Louis Armstrong "Dream a Little Dream of Me "
http://www.youtube.com/watch?v=j6TmogXhOZ8&feature=related
Tourengänger:
lebowski

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