Muzza, montagna orizzontale
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"Se Maometto non va alla montagna, prende almeno la bicicletta e pedala"
A volte le montagne non si hanno a disposizione, quindi bisogna immaginarle mescolando geografia e inventiva.
Un metodo personale è quello di spingere sui pedali della mountain bike come sulle pietre di un sentiero, la dimensione fisica della fatica avvicina all'astrazione verticale del pensiero della salita.
Oggi esco senza una meta ben precisa, allergico all'asfalto, e purtroppo anche ai pollini, dirigendomi su strade sterrate verso un vicino corso d'acqua, la Muzza, che mi garantirà un percorso nel verde.
E' incredibile la vita che si addensa lungo le sponde del canale, che da antica derivazione dell'Adda è stato trasformato attorno al 1200 in arteria di irrigazione per le feconde terre padane.
Le rive sono costellate in ugual misura di pescatori e gigli selvatici dal bel colore giallo, varia umanità in cammino, in bicicletta o sdraiata al sole in modalità lucertola.
Incrocio podisti di tutte le stazze: dall'atletico jogger con un salutare incarnato bronzeo, all'adoratore della pastasciutta, dal caratteristico volto paonazzo pre arresto cardiaco.
Nel tratto prima di Cornegliano, in un piccolo slargo assisto ad una scena che meriterebbe una Leica alla mano ed una fotografia virato seppia, un gruppo di ragazzi in mutande si tuffa allegramente nelle acque non proprio limpide della Muzza.
La gioia adolescente che anima la loro impresa è contagiosa, li saluto con un sorriso pensando a quante volte anch'io ho provato quel bagno "proibito" nella notte dei tempi.
Sconsigliato agli asettici.
Lepri velocissime tagliano lo sterrato dall'acqua verso la boscaglia, pedalo inalando pollini in quantità da shock anafilattico, insieme ad intense folate del profumo legnoso dell'acqua dolce.
Dopo circa venticinque chilometri di questa immersione nella natura, presso la località Tripoli considerando le energie necessarie per il ritorno, faccio dietrofront sulla sponda opposta del canale.
Infatti a mezz'ora da casa, la rampa che scavalca la provinciale mi sembra il Mortirolo, e dall'alto sento distintamente i fantasmi di Coppi e Bartali ridere di me.
Secondo le leggi di un trattato di fisica empirica che solo io conosco, 50 chilometri di mountain bike corrispondono a 1200 metri di dislivello montano, la formula per la comparazione è questa:
Km moltiplicati per il livello del dolore chiappe, diviso l'indolenzimento ai quadricipiti della mattina dopo, più la percentuale di endorfine prodotte dal fisico.
Nelle piccole soste ho scattato qualche fotografia con il cellulare, accontentatevi della qualità mediocre delle immagini.
Un pensiero intenso segue la corrente.
L'acqua nel canale scorre lenta e sicura nei suoi argini, ogni goccia arriverà al mare e si abbandonerà al suo abbraccio salato, vorrei avere forze illimitate per seguirne il corso fino al fiume Adda, confluire nel Po ed infine tuffarmi nel Mare Adriatico.
Un momento...non erano le montagne che dovevo immaginare?
soundtrack: "Give Me Water" John Forte & Valerie June
http://www.youtube.com/watch?v=KaIORi2ovNc
A volte le montagne non si hanno a disposizione, quindi bisogna immaginarle mescolando geografia e inventiva.
Un metodo personale è quello di spingere sui pedali della mountain bike come sulle pietre di un sentiero, la dimensione fisica della fatica avvicina all'astrazione verticale del pensiero della salita.
Oggi esco senza una meta ben precisa, allergico all'asfalto, e purtroppo anche ai pollini, dirigendomi su strade sterrate verso un vicino corso d'acqua, la Muzza, che mi garantirà un percorso nel verde.
E' incredibile la vita che si addensa lungo le sponde del canale, che da antica derivazione dell'Adda è stato trasformato attorno al 1200 in arteria di irrigazione per le feconde terre padane.
Le rive sono costellate in ugual misura di pescatori e gigli selvatici dal bel colore giallo, varia umanità in cammino, in bicicletta o sdraiata al sole in modalità lucertola.
Incrocio podisti di tutte le stazze: dall'atletico jogger con un salutare incarnato bronzeo, all'adoratore della pastasciutta, dal caratteristico volto paonazzo pre arresto cardiaco.
Nel tratto prima di Cornegliano, in un piccolo slargo assisto ad una scena che meriterebbe una Leica alla mano ed una fotografia virato seppia, un gruppo di ragazzi in mutande si tuffa allegramente nelle acque non proprio limpide della Muzza.
La gioia adolescente che anima la loro impresa è contagiosa, li saluto con un sorriso pensando a quante volte anch'io ho provato quel bagno "proibito" nella notte dei tempi.
Sconsigliato agli asettici.
Lepri velocissime tagliano lo sterrato dall'acqua verso la boscaglia, pedalo inalando pollini in quantità da shock anafilattico, insieme ad intense folate del profumo legnoso dell'acqua dolce.
Dopo circa venticinque chilometri di questa immersione nella natura, presso la località Tripoli considerando le energie necessarie per il ritorno, faccio dietrofront sulla sponda opposta del canale.
Infatti a mezz'ora da casa, la rampa che scavalca la provinciale mi sembra il Mortirolo, e dall'alto sento distintamente i fantasmi di Coppi e Bartali ridere di me.
Secondo le leggi di un trattato di fisica empirica che solo io conosco, 50 chilometri di mountain bike corrispondono a 1200 metri di dislivello montano, la formula per la comparazione è questa:
Km moltiplicati per il livello del dolore chiappe, diviso l'indolenzimento ai quadricipiti della mattina dopo, più la percentuale di endorfine prodotte dal fisico.
Nelle piccole soste ho scattato qualche fotografia con il cellulare, accontentatevi della qualità mediocre delle immagini.
Un pensiero intenso segue la corrente.
L'acqua nel canale scorre lenta e sicura nei suoi argini, ogni goccia arriverà al mare e si abbandonerà al suo abbraccio salato, vorrei avere forze illimitate per seguirne il corso fino al fiume Adda, confluire nel Po ed infine tuffarmi nel Mare Adriatico.
Un momento...non erano le montagne che dovevo immaginare?
soundtrack: "Give Me Water" John Forte & Valerie June
http://www.youtube.com/watch?v=KaIORi2ovNc
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Kommentare (4)