Normale al Pizzo Cengalo
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Come ogni agosto mi ritrovo coi ragazzi di Valsolda per il 3000 di turno. L'anno scorso fallimmo il Pizzo Stella per poco, data la scarsa esperienza e il troppo carico sulle spalle. Decidiamo così di salire al Cengalo nella stupenda cornice granitica della Val Porcellizzo. Partiamo venerdì di primo pomeriggio, affascinati dalle pareti della Val Masino e dai tiri estremi sul Sasso Remenno. Parcheggiata l'auto alle terme dei Bagni di Masino (5€ un furto!) ci incamminiamo nella grande foresta, incontrando i famosi massi della Val Masino, cascate, funghi, mirtilli e lamponi. Evidentemente molta gente non li conosce dato che sul sentiero ne mangiamo in abbondanza :) Entrati in Val Porcellizzo rimaniamo incantati dal maestoso anfiteatro di cime che ci circonda e scorgiamo la nostra prima tappa: il rifugio Gianetti, dove abbiamo prenotato 5 letti. Il sentiero è quasi tutto lastricato a sassi e piccole placche. In circa 4 ore siamo a destinazione con un vento gelido che ghiaccia le dita. Ci rifocilliamo barbaramente, pasta e cotoletta, niente di che... ma siamo anche arrivati tardi e avremmo mangiato anche il tavolo. Dopo un ottimo genepy della casa e una briscola rumorosa, usciamo al freddo per godere dello spettacolo stellato, per andare a dormire serenamente. Non è così, avrò dormito circa un paio d'ore. Sveglia alle ore 6, colazione e ci prepariamo per l'ascensione. Il sole non è ancora sorto dalle cime e lo spettacolo che ci offrono Badile e Cengalo ci carica. Alcuni alpinisti si preparano per salire le numerose vie della zona e l'elicottero per i rifornimenti compie virate estreme sotto di noi. Ci riforniamo d'acqua presso la fontana del rifugio e prendiamo il sentiero ben segnalato per il rifugio Allievi. Arrivati sotto al nevaio iniziamo a piegare verso sinistra su grossi massi e placche bagnate, verso la bocchetta tra il Badile e il Cengalo, ben visibile. Vediamo numerose cordate ai rispettivi attacchi: spigolo Vinci, punta Sertori, punta Enrichetta. Sopra di noi un folto branco di stambecchi banchetta non preoccupandosi della nostra presenza. Arriviamo sotto a tre canalini, quello tutto a sinistra è attrezzato con corda fissa, quello centrale è fattibile in arrampicata e quello a destra è riservato agli stambecchi, che iniziano a scaricare sassi a qualche decina di metri da noi. Forse eravamo troppo vicini. Salito il canalino con una mano alla corda, perché fidarsi è bene... arriviamo alla bocchetta 3057m dove la nord del Badile ci regala uno strapiombo mozzafiato. Procediamo verso est sulla lunghissima cresta del Cengalo, il freddo si fa sentire, all'ombra fra sfasciumi e gli ometti non sempre visibili. Dopo un tratto attrezzato con catena e un'aerea crestina a cavalcioni, ci inventiamo un pò la strada su divertenti placche appoggiate e ben fessurate. Un paio di traversini esposti per aggirare i torrioni e siamo sulla cresta sommitale. Il sole inizia a bruciare ma lo spettacolo è entusiasmante! È vetta dopo 4 ore e 15 minuti. Strette di mano e foto di rito, godendo del panorama e delle cime e dirupi sotto di noi. Legnone, Orobie, Pizzo di Gino, Disgrazia, Bernina, Porcellizzo e la fila di alpinisti sulla Nord del Badile. Sotto di noi la frana di Gennaio sulla Nord del Cengalo, guardando i massi in bilico sulla vetta ci chiediamo come possa rimanere in equilibrio tutto quello che abbiamo sotto ai piedi. Il libro di vetta purtroppo è un unico pezzo di carta bagnata e solidificata. Incontriamo altri escursionisti e dopo due chiacchiere, una partita a briscola e qualche pezzo di formaggio iniziamo la discesa. Temevo per la discesa e invece riusciamo a trovare un sentierino semplice, che passa accanto a un nevaio, senza affrontare le placche in discesa. L'aerea crestina ha sempre il suo porco fascino... scendiamo con calma e dopo una sosta in bocchetta, ridiscendiamo con la corda e siamo sulla pietraia che conduce al sentiero. Non siamo per nulla stanchi, anzi galvanizzati vedendo dove siamo stati. Siamo in rifugio dopo 3 ore e 10 minuti. Tagliere, birretta e un fantastico genepy artigianale (provare per credere) ci svacchiamo sul tavolaccio fuori per qualche partita a briscola. Conosciamo dei ragazzi che stanno facendo il sentiero Roma, sembra entusiasmante, più avanti chi lo sa... partiamo verso le 6 di sera per i bagni di Masino, qui si fa sentire la stanchezza e soprattutto le ginocchia. Per fortuna ci sono ancora mirtilli sulla strada! Col buio arriviamo al parcheggio, stanchi... ma appagati.
Tourengänger:
andreag

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