Faderhorn o Pizzo Croce (m. 2475)

E' la prima volta che scrivo una relazione, un po' per mancanza di tempo, un po' per pigrizia e un po' perchè le gite che faccio sono già state raccontate mille volte da altri...la scomparsa di Nino, che non ho mai conosciuto ma che  seguivo anche sul suo blog, mi ha molto colpita e riflettendo sulla sua grande generosità nel raccontare, suggerire e dare informazioni, mi sono resa conto che la mia riluttanza è una forma di avarizia, perciò mi decido a pubblicare
Raggiunta Macugnaga, si trova parcheggio a Pecetto, proprio di fronte alla palina indicatrice per Burki, Zamboni Zappa, Bivacco Sella ecc.; si segue la stradina asfaltata che diventa presto sterrata e incrocia poco dopo la pista da sci, sulla quale si sale noiosamente fino a poco prima dell' Alpe Burki, dove, verso destra,  un cartello indica "Faderhorn" a 3 ore di cammino. Si attraversa il torrente vicino ad una cascata che crea una bella pozza e subito dopo si sale decisamente su percorso roccioso attrezzato con corde, si supera un piccolo guado e si procede tra gli alberi fino ad incontrare un bel tratto scalinato, ancora qualche tornante e si è al pratone del Barbaluboden: da qui gran vista sul  ghiacciaio del Belvedere e il Monte Rosa, oggi senza una nuvola.
Percorso tutto il pianoro, si trova una palina indicatrice  che indica la destra per il bivacco Hinderbalmo, a mezz'ora di cammino; il sentiero prosegue dolcemente con qualche leggero saliscendi, attraversando diversi torrentelli e offrendo la vista di numerose belle cascate, poi risale un pascolo verso il bivacco, che si trova in una posizione jncantevole, viene la tentazione di fermarsi qui per un pomeriggio d'ozio contemplativo...se invece si sceglie di proseguire si riprende il sentiero alle spalle del bivacco, passando accanto ad un'altra baita, e si seguono sempre i numerosi segnavia, si oltrepassano dei ruderi ( in questa zona ho incontrato due camosci) e senza nessuna difficoltà si raggiunge il traverso, ormai in piano, che porta al tratto più impegnativo della gita: attraversando una pietraia si raggiunge la cresta vera e propria e da qui si scende con qualche tratto esposto fino alla grande croce di vetta. Da qui il panorama è indescrivibile e in una giornata limpida come questa ci si sente nutriti da tanta meraviglia: posso vedere il  passo di Monte Moro che sembra vicinissimo, di fronte c'è il Pizzo Bianco che troneggia sopra i resti degli impianti di Rosareccio, verso destra l'imponente parete est del Rosa con il ghiacciaio del Belvedere, sotto le manciate di case delle frazioni di Macugnaga e in alto splendidi voli di rapaci, il tutto accompagnato dal forte rumore dell'acqua dei torrenti e delle cascate, che arriva fin qui come una colonna sonora ...ciao Nino,che tutta questa bellezza ti accompagni!
Per il rientro ho seguito lo stesso percorso di salita. Da segnalare la necessità di indossare scarponi ben impermeabili, vista la frequenza dei guadi. Per quello che riguarda i tempi di percorrenza, ho preferito non indicarli perchè di solito sono piuttosto lenta e mi fermo spesso per fare fotografie o per riprendere fiato, comunque la segnaletica indica circa h 3,30... io ne ho impiegata almeno una in più!!