Gran panorama sulla Est dal Pizzo Croce
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Se non sei capace di scalare la parete Est del monte Rosa, almeno cerca posti belli dove poterla ammirare.
Con questo pensiero, stamane, mi sono messo in viaggio verso Macugnaga, meta il Pizzo Croce, chiamato anche Faderhorn.
Ho parcheggiato a Pecetto e mi è bastato attraversare la strada per immettermi su una sterrata in direzione Belvedere. Dopo il ponte sull'Anza, salgo ancora un po' e ad un bivio giro a destra. Alcuni cartelli indicano la via.
Ben presto la stradina diviene lo straordinario sentiero dell'Oasi Faunistica. Si tratta di un sistema di ampie cenge protette che risalgono una parete a prima vista non percorribile.
Esco su bei prati dove la vista sulla grande parete è già mozzafiato. Il cielo è tersissimo perché c'è il vento. Lo si vede, dirompente, sulle creste sommitali del Rosa, lo si sente scivolare lungo il canalone Marinelli e infine giungere a me e come schiaffoni mi si avventa addosso.
Il vento, quello vero, mi accompagnerà da qui in poi, creandomi anche qualche disagio.
Giro a destra, direzione Bivacco Hinderbalmo e un bel traverso percorre alcuni canaloni sino ad uscire al pianoro dove risiede l'amena costruzione, spartana ma fully optioned all'interno.
Dietro il bivacco una traccia sempre evidente e marcata comincia a risalire ampi ed aperti prati dove tutto il vento che discende dalle creste è per me.
Passo passo continuo a salire con la meta ben in vista sino a traversare un canalone sassoso nella sua parte alta. Di neve neanche un granello. Alla fine di questo breve ed un po' esposto traverso comincio a percorrere la cresta composta da grossi stabili blocchi che di loro non creerebbero alcun patema se non fosse, ancora una volta, per il vento.
Mi tocca aggrapparmi a tutto per non decollare, cosa non proprio consigliabile data l'esposizione.
Alla fine, con la solita gioia e il naso colante arrivo in cima dalla quale scendo qualche metro per risalire brevemente ed arrivare alla Croce, a picco sopra Pecetto, laggiù, mille metri e oltre.
Mi caccio in una specie di buca e riesco, nonostante tutto a godermi lo spettacolo della Est e di tutto il resto.
Poi viene il tempo di scendere e il transito a ritroso della cresta non è meno problematico dell'andata. Anzi, forse peggio, dato che Eolo ci ha preso gusto.
Nella discesa al bivacco, con sole pieno, vengo più volte investito da pallini di acqua ghiacciata, quella dei ghiacciai sollevata dalla forza del vento.
Poco cambia dal bivacco a Macugnaga (per la stessa via dell'andata), così arrivo all'auto decisamente rimbambito ma al solito felice.
I tempi comprendono un'ora scarsa di pause.
In condizioni tranquille, la gita è abbreviabile di una mezzora e la difficoltà scende a T2.
Sviluppo: 11 km circa; SE: 22.5 km circa.
Con questo pensiero, stamane, mi sono messo in viaggio verso Macugnaga, meta il Pizzo Croce, chiamato anche Faderhorn.
Ho parcheggiato a Pecetto e mi è bastato attraversare la strada per immettermi su una sterrata in direzione Belvedere. Dopo il ponte sull'Anza, salgo ancora un po' e ad un bivio giro a destra. Alcuni cartelli indicano la via.
Ben presto la stradina diviene lo straordinario sentiero dell'Oasi Faunistica. Si tratta di un sistema di ampie cenge protette che risalgono una parete a prima vista non percorribile.
Esco su bei prati dove la vista sulla grande parete è già mozzafiato. Il cielo è tersissimo perché c'è il vento. Lo si vede, dirompente, sulle creste sommitali del Rosa, lo si sente scivolare lungo il canalone Marinelli e infine giungere a me e come schiaffoni mi si avventa addosso.
Il vento, quello vero, mi accompagnerà da qui in poi, creandomi anche qualche disagio.
Giro a destra, direzione Bivacco Hinderbalmo e un bel traverso percorre alcuni canaloni sino ad uscire al pianoro dove risiede l'amena costruzione, spartana ma fully optioned all'interno.
Dietro il bivacco una traccia sempre evidente e marcata comincia a risalire ampi ed aperti prati dove tutto il vento che discende dalle creste è per me.
Passo passo continuo a salire con la meta ben in vista sino a traversare un canalone sassoso nella sua parte alta. Di neve neanche un granello. Alla fine di questo breve ed un po' esposto traverso comincio a percorrere la cresta composta da grossi stabili blocchi che di loro non creerebbero alcun patema se non fosse, ancora una volta, per il vento.
Mi tocca aggrapparmi a tutto per non decollare, cosa non proprio consigliabile data l'esposizione.
Alla fine, con la solita gioia e il naso colante arrivo in cima dalla quale scendo qualche metro per risalire brevemente ed arrivare alla Croce, a picco sopra Pecetto, laggiù, mille metri e oltre.
Mi caccio in una specie di buca e riesco, nonostante tutto a godermi lo spettacolo della Est e di tutto il resto.
Poi viene il tempo di scendere e il transito a ritroso della cresta non è meno problematico dell'andata. Anzi, forse peggio, dato che Eolo ci ha preso gusto.
Nella discesa al bivacco, con sole pieno, vengo più volte investito da pallini di acqua ghiacciata, quella dei ghiacciai sollevata dalla forza del vento.
Poco cambia dal bivacco a Macugnaga (per la stessa via dell'andata), così arrivo all'auto decisamente rimbambito ma al solito felice.
I tempi comprendono un'ora scarsa di pause.
In condizioni tranquille, la gita è abbreviabile di una mezzora e la difficoltà scende a T2.
Sviluppo: 11 km circa; SE: 22.5 km circa.
Tourengänger:
rochi

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Kommentare (4)