Pizzo Valgrande di Vallè (2529 m) - Alpe Veglia
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Da Ponte Campo prendo il sentiero (a destra appena attraversato il ponte), che permette di abbreviare la salita, quindi sbuco sulla stradina in parte sterrata e in parte lastricata che in breve mi porta all'ingresso dell'Alpe Veglia (0 h 50).
Già in questo tratto il vento soffia potente, lasciandomi presagire quello che mi aspetterà più in alto.
Prendo la deviazione a sinistra e raggiungo le belle baite di Cianciavero, dove proseguo in direzione Marmitte dei giganti e Lago d'Avino.
Il sentiero sale molto gradualmente nel bosco di larici, passa accanto alle due belle marmitte dei giganti, e continua così fino a raggiungere un altro bivio.
Ora Lago d'Avino è indicato solo a destra, ma su una roccia scorgo i resti delle scritte di vernice (viste in altri rapporti su internet), che indicano a sinistra la via ripida per il lago.
Questo sentiero non è marcato ma è comunque ben visibile, quindi proseguo senza indugiare, ignorando ciò che dice il cartello.
La via si fa più stretta e passa sotto una imponente parete rocciosa, quindi risale a zig-zag un ripidissimo valloncello, tra cespugli, ontanelli e pietre.
In questo tratto rimango sorpreso dal passo con cui riesco a salire, solitamente i tratti così ripidi mi fanno arrancare parecchio! Sarà il vento fresco o il panorama talmente stupendo da non farmi sentire la fatica.
In breve sbuco sulla sommità del valloncello e mi trovo di fronte la diga del Lago d'Avino, che raggiungo in un attimo (2 h 00).
Bello il lago, ma ciò che calamita lo sguardo è l'imponente parete del Monte Leone, davvero impressionante.
In fondo alla diga ci sono i cartelli, e io seguo la traccia in direzione Passo del Croso. Non è un vero e proprio sentiero, ma un'esile traccia marcata però con frequenza con segnavia e paletti.
Si attraversa il Piano d'Avino, con le sue distese di detriti e magri pascoli costellate da diversi laghetti.
Raggiunto l'ultimo di questi laghetti abbandono il sentiero per il Passo del Croso e svolto a sinistra, seguendo qualche traccia e salendo a vista verso la cima.
L'unica insidia è il vento che alterna momenti di quiete a raffiche fortissime, che mi costringono ad accovacciarmi per non perdere l'equilibrio.
In breve raggiungo comunque la vetta del Pizzo Valgrande di Vallè (2 h 40), contrassegnata da un ometto e da una specie di piccola croce metallica.
E' impressionante lo strapiombo dall'altra parte, verso la Val Cairasca,: una parete rocciosa verticale di non so quante centinaia di metri.
Mi fermo in vetta pochissimo, a causa del vento, quindi ritorno al bel laghetto sottostante, dove riprendo la traccia marcata che mi riporta al Lago d'Avino (3 h 15).
Qui attraverso la diga, seguendo le indicazioni per Alpe Veglia e Lago delle Streghe e supero un brevissimo tratto in salita, leggermente esposto, attrezzato con cavi metallici.
Il sentiero prosegue poi senza difficoltà attraversando diverse pietraie e compiendo un panoramico traverso quasi pianeggiante. Dopo una mezzora piega sulla destra e inizia a scendere in maniera più decisa fino ad entrare nel lariceto.
Qui la pendenza si addolcisce un pò e in breve raggiungo il bellissimo Lago delle Streghe (4 h 20), formato in realtà da due specchi d'acqua consecutivi,
In riva al secondo laghetto trovo un bel sasso liscio che sembra fatto apposta per sdraiarsi immergendo i piedi in acqua e io ovviamente non perdo l'occasione per farlo, godendomi la bella giornata e la quiete di questo luogo.
Per concludere l il mio anello non mi rimane che scendere all'Alpe Veglia, in località Ponte (4 h 35) e prendere la stradina che attraversa l'Alpe. Raggiungo in un attimo il bivio per Cianciavero seguito all'andata e la casetta all'ingresso dell'Alpe, dove mi fermo a comprare un'ottima ricotta.
Quindi seguendo la stradina dell'andata torno a Ponte Campo (5 h 45).
Una sola parola per riassumere questa escursione: uno spettacolo, dal primo all'ultimo metro.
Già in questo tratto il vento soffia potente, lasciandomi presagire quello che mi aspetterà più in alto.
Prendo la deviazione a sinistra e raggiungo le belle baite di Cianciavero, dove proseguo in direzione Marmitte dei giganti e Lago d'Avino.
Il sentiero sale molto gradualmente nel bosco di larici, passa accanto alle due belle marmitte dei giganti, e continua così fino a raggiungere un altro bivio.
Ora Lago d'Avino è indicato solo a destra, ma su una roccia scorgo i resti delle scritte di vernice (viste in altri rapporti su internet), che indicano a sinistra la via ripida per il lago.
Questo sentiero non è marcato ma è comunque ben visibile, quindi proseguo senza indugiare, ignorando ciò che dice il cartello.
La via si fa più stretta e passa sotto una imponente parete rocciosa, quindi risale a zig-zag un ripidissimo valloncello, tra cespugli, ontanelli e pietre.
In questo tratto rimango sorpreso dal passo con cui riesco a salire, solitamente i tratti così ripidi mi fanno arrancare parecchio! Sarà il vento fresco o il panorama talmente stupendo da non farmi sentire la fatica.
In breve sbuco sulla sommità del valloncello e mi trovo di fronte la diga del Lago d'Avino, che raggiungo in un attimo (2 h 00).
Bello il lago, ma ciò che calamita lo sguardo è l'imponente parete del Monte Leone, davvero impressionante.
In fondo alla diga ci sono i cartelli, e io seguo la traccia in direzione Passo del Croso. Non è un vero e proprio sentiero, ma un'esile traccia marcata però con frequenza con segnavia e paletti.
Si attraversa il Piano d'Avino, con le sue distese di detriti e magri pascoli costellate da diversi laghetti.
Raggiunto l'ultimo di questi laghetti abbandono il sentiero per il Passo del Croso e svolto a sinistra, seguendo qualche traccia e salendo a vista verso la cima.
L'unica insidia è il vento che alterna momenti di quiete a raffiche fortissime, che mi costringono ad accovacciarmi per non perdere l'equilibrio.
In breve raggiungo comunque la vetta del Pizzo Valgrande di Vallè (2 h 40), contrassegnata da un ometto e da una specie di piccola croce metallica.
E' impressionante lo strapiombo dall'altra parte, verso la Val Cairasca,: una parete rocciosa verticale di non so quante centinaia di metri.
Mi fermo in vetta pochissimo, a causa del vento, quindi ritorno al bel laghetto sottostante, dove riprendo la traccia marcata che mi riporta al Lago d'Avino (3 h 15).
Qui attraverso la diga, seguendo le indicazioni per Alpe Veglia e Lago delle Streghe e supero un brevissimo tratto in salita, leggermente esposto, attrezzato con cavi metallici.
Il sentiero prosegue poi senza difficoltà attraversando diverse pietraie e compiendo un panoramico traverso quasi pianeggiante. Dopo una mezzora piega sulla destra e inizia a scendere in maniera più decisa fino ad entrare nel lariceto.
Qui la pendenza si addolcisce un pò e in breve raggiungo il bellissimo Lago delle Streghe (4 h 20), formato in realtà da due specchi d'acqua consecutivi,
In riva al secondo laghetto trovo un bel sasso liscio che sembra fatto apposta per sdraiarsi immergendo i piedi in acqua e io ovviamente non perdo l'occasione per farlo, godendomi la bella giornata e la quiete di questo luogo.
Per concludere l il mio anello non mi rimane che scendere all'Alpe Veglia, in località Ponte (4 h 35) e prendere la stradina che attraversa l'Alpe. Raggiungo in un attimo il bivio per Cianciavero seguito all'andata e la casetta all'ingresso dell'Alpe, dove mi fermo a comprare un'ottima ricotta.
Quindi seguendo la stradina dell'andata torno a Ponte Campo (5 h 45).
Una sola parola per riassumere questa escursione: uno spettacolo, dal primo all'ultimo metro.
Tourengänger:
peter86

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