Monte Ragola (1711 m), Lago Bino (1308 m) e cascata dell'Aquila (in secca)
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Altro bel giro sull'Appennino Ligure, in cui abbiamo intrecciato diversi itinerari per soddisfare sia il mio interesse (salire sul Ragola e vedere il Lago Bino) che quello di un amico, che oltre al Lago voleva scoprire la cascata dell'Aquila. Unendo i due percorsi ne è venuto fuori un giro piuttosto lungo e particolare, in quanto la nostra meta finale è coincisa con la quota più bassa della giornata.
Dal Passo dello Zovallo prendiamo il sentiero 035, ottimamente indicato, in direzione Monte Ragola e Prato Grande.
Saliamo leggermente nella faggeta, fino a raggiungere in pochi minuti il crinale boscoso del Monte Zovallo.
Da qui si perde qualche metro di quota per raggiungere la sella dove c'è un bivio: a sinistra si va diretti a Prato Grande (sarà il nostro sentiero di ritorno), invece leggermente a destra si sale al Monte Ragola (sentiero 037).
Noi ovviamente ci dirigiamo verso la cima e iniziamo a salire in modo più deciso nel bosco, costeggiando la rete di protezione per il bestiame al pascolo.
Poco dopo si esce dal bosco e inizia la parte più impegnativa e divertente dell'escursione: si sale ripidamente su sentiero piuttosto instabile, dapprima tra prati e cespugli poi tra facili roccette e sfasciumi.
Bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi e in un paio di punti anche aiutarsi con le mani, ma non ci sono passaggi esposti o pericolosi.
A quota 1645 m circa termina il tratto duro e si raggiunge la croce dell'anticima, dove il panorama è già grandioso.
Da qui si percorre la larga e pianeggiante cresta, in un bellissimo ambiente prativo costellato da massi e pini mughi, fino a raggiungere la croce di vetta del Monte Ragola (1 h 05).
Ci godiamo per qualche minuto la bellissima cima, poi iniziamo la discesa sul versante opposto, decisamente più dolce di quello da cui siamo saliti.
Il sentiero si fa ogni tanto un pò meno evidente, ma i segnavia sono sempre frequenti e ben visibili.
Attraversando idilliaci prati e boschi raggiungiamo Prato Grande (1 h 55), dove sorge il rifugio Baita Monte Ragola, oggi purtroppo chiuso.
Seguendo le chiare indicazioni per il Lago Bino ci immettiamo sulla stradina sterrata che, dopo un breve tratto in leggera salita, attraversato un cancello per il bestiame, inizia a perdere quota.
Per un attimo si intravede il Lago al di sopra degli alberi, infatti poco dopo troviamo un bivio: proseguendo sulla stradina si raggiungerebbe il Lago Moo, noi invece svoltiamo a destra su sentiero ben indicato e in pochi minuti siamo al Lago Bino (2 h 35).
In realtà i laghi sono due: il Lago Bino Minore, molto piccolo ma comunque affascinante e il Lago Bino Maggiore, decisamente più esteso e reso spettacolare dalle tante ninfee in fiore che occupano quasi metà della sua superficie.
Ci fermiamo a fare diverse foto, poi decidiamo di lasciar perdere il Lago Moo, che inizialmente volevamo raggiungere, per andare a vedere invece la Cascata dell'Aquila (o del Lardana, dal nome del torrente che la forma), la cascata più alta dell'Appennino Ligure.
Seguiamo quindi il sentiero 033 per Cassimoreno, che, dopo qualche metro di salita, inizia a perdere dolcemente quota nel bosco. Dopo una ventina di minuti usciamo dalla faggeta e vediamo alla nostra destra il salto roccioso della cascata, che però è in secca.
Decidiamo comunque di scendere alla base della cascata, per vedere se c'è almeno un pò d'acqua nel torrente. Affrontiamo quindi un tratto di discesa molto ripida, su terreno franoso, facilitata dalla presenza di gradini di legno e di cavi metallici.
In pochi minuti raggiungiamo il ponticello di legno che attraversa il corso d'acqua (3 h 05, quota 1115 m circa), dove decidiamo di fermarci per il pranzo.
Il Lardana per fortuna non è del tutto secco, possiamo così rinfrescarci i piedi e, risalendo qualche metro del torrente, scopriamo alcune particolarità come una marmitta piena d'acqua e una fresca "doccia" in una cavità tra due pietre. Certo, senza la cascata, questo luogo diventa abbastanza insignificante.
Dopo pranzo risaliamo con una certa fatica i 200 metri di dislivello che ci riportano al Lago Bino (3 h 45), dove riprendiamo la stradina che torna a Prato Grande (4 h 30).
Da qui seguiamo le indicazioni per il Passo dello Zovallo, poco dopo troviamo il bivio per il Monte Ragola, che noi ignoriamo, proseguendo sulla destra verso il Passo, sul sentiero 035.
Con un lungo saliscendi tra boschi, prati e pietraie, si raggiunge il bivio dell'andata (5 h 35), dove percorrendo a ritroso il crinale del Monte Zovallo, si torna al Passo dello Zovallo (6 h 00).
Dal Passo dello Zovallo prendiamo il sentiero 035, ottimamente indicato, in direzione Monte Ragola e Prato Grande.
Saliamo leggermente nella faggeta, fino a raggiungere in pochi minuti il crinale boscoso del Monte Zovallo.
Da qui si perde qualche metro di quota per raggiungere la sella dove c'è un bivio: a sinistra si va diretti a Prato Grande (sarà il nostro sentiero di ritorno), invece leggermente a destra si sale al Monte Ragola (sentiero 037).
Noi ovviamente ci dirigiamo verso la cima e iniziamo a salire in modo più deciso nel bosco, costeggiando la rete di protezione per il bestiame al pascolo.
Poco dopo si esce dal bosco e inizia la parte più impegnativa e divertente dell'escursione: si sale ripidamente su sentiero piuttosto instabile, dapprima tra prati e cespugli poi tra facili roccette e sfasciumi.
Bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi e in un paio di punti anche aiutarsi con le mani, ma non ci sono passaggi esposti o pericolosi.
A quota 1645 m circa termina il tratto duro e si raggiunge la croce dell'anticima, dove il panorama è già grandioso.
Da qui si percorre la larga e pianeggiante cresta, in un bellissimo ambiente prativo costellato da massi e pini mughi, fino a raggiungere la croce di vetta del Monte Ragola (1 h 05).
Ci godiamo per qualche minuto la bellissima cima, poi iniziamo la discesa sul versante opposto, decisamente più dolce di quello da cui siamo saliti.
Il sentiero si fa ogni tanto un pò meno evidente, ma i segnavia sono sempre frequenti e ben visibili.
Attraversando idilliaci prati e boschi raggiungiamo Prato Grande (1 h 55), dove sorge il rifugio Baita Monte Ragola, oggi purtroppo chiuso.
Seguendo le chiare indicazioni per il Lago Bino ci immettiamo sulla stradina sterrata che, dopo un breve tratto in leggera salita, attraversato un cancello per il bestiame, inizia a perdere quota.
Per un attimo si intravede il Lago al di sopra degli alberi, infatti poco dopo troviamo un bivio: proseguendo sulla stradina si raggiungerebbe il Lago Moo, noi invece svoltiamo a destra su sentiero ben indicato e in pochi minuti siamo al Lago Bino (2 h 35).
In realtà i laghi sono due: il Lago Bino Minore, molto piccolo ma comunque affascinante e il Lago Bino Maggiore, decisamente più esteso e reso spettacolare dalle tante ninfee in fiore che occupano quasi metà della sua superficie.
Ci fermiamo a fare diverse foto, poi decidiamo di lasciar perdere il Lago Moo, che inizialmente volevamo raggiungere, per andare a vedere invece la Cascata dell'Aquila (o del Lardana, dal nome del torrente che la forma), la cascata più alta dell'Appennino Ligure.
Seguiamo quindi il sentiero 033 per Cassimoreno, che, dopo qualche metro di salita, inizia a perdere dolcemente quota nel bosco. Dopo una ventina di minuti usciamo dalla faggeta e vediamo alla nostra destra il salto roccioso della cascata, che però è in secca.
Decidiamo comunque di scendere alla base della cascata, per vedere se c'è almeno un pò d'acqua nel torrente. Affrontiamo quindi un tratto di discesa molto ripida, su terreno franoso, facilitata dalla presenza di gradini di legno e di cavi metallici.
In pochi minuti raggiungiamo il ponticello di legno che attraversa il corso d'acqua (3 h 05, quota 1115 m circa), dove decidiamo di fermarci per il pranzo.
Il Lardana per fortuna non è del tutto secco, possiamo così rinfrescarci i piedi e, risalendo qualche metro del torrente, scopriamo alcune particolarità come una marmitta piena d'acqua e una fresca "doccia" in una cavità tra due pietre. Certo, senza la cascata, questo luogo diventa abbastanza insignificante.
Dopo pranzo risaliamo con una certa fatica i 200 metri di dislivello che ci riportano al Lago Bino (3 h 45), dove riprendiamo la stradina che torna a Prato Grande (4 h 30).
Da qui seguiamo le indicazioni per il Passo dello Zovallo, poco dopo troviamo il bivio per il Monte Ragola, che noi ignoriamo, proseguendo sulla destra verso il Passo, sul sentiero 035.
Con un lungo saliscendi tra boschi, prati e pietraie, si raggiunge il bivio dell'andata (5 h 35), dove percorrendo a ritroso il crinale del Monte Zovallo, si torna al Passo dello Zovallo (6 h 00).
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