Punta Gnifetti, Capanna Margherita ed. 2012
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L'ascensione alla Capanna Margherita, il rifugio più alto d'Europa sulla punta Gnifetti del Monte Rosa è indubbiamente cosa facile facile alla portata di molti. Ciò tuttavia non deve banalizzare l'escursione perchè:
- occorre una certa preparazione fisica e un po' di fortuna ad affrontare il mal di montagna, sempre in agguato;
- è necessario un minimo di esperienza riguardo alla progressione su ghiaccio e conseguenti manovre. Se sprovvisti di tale esperienza o si rinuncia o ci si affida a persone molto esperte;
- la via normale, evidentissima in condizioni di buona visibilità, si può trasformare in un labirinto senza uscita con la nebbia. Già il tratto dall'arrivo degli impianti alla capanna Gnifetti può rivelarsi complicatissimo.
Primo giorno.
Da Alagna Valsesia, attraverso tre tronconi di una veloce (e costosissima) funivia si giunge a Indren (q 3200 circa) e si esce direttamente su ghiacciaio. Questo primo tratto non necessita di ramponi e legatura che sarebbero oltremodo superflui visto che occorre percorrere alcuni metri su roccette. Per allungare un po' la gita e non dover poi trascorrere un noioso pomeriggio in rifugio, decidiamo di raggiungere la capanna Gnifetti passando per il rifugio Mantova. Prendiamo dunque una traccia bassa sul ghiacciaio e ci teniamo a sinistra. Superiamo in piano alcune roccette e affrontiamo un canalino molto ripido che esce su un pianoro dove si intravvede la bandiera del Mantova. Su buon pendio saliamo e, superato un breve tratto con corda fissa, usciamo al Mantova da cui si vede, in alto su un costolone, la capanna Gnifetti. Dopo breve pausa, quindi, ancora su ghiacciaio e seguendo la traccia, superiamo 200 mt di dislivello che ci conducono alla suddetta capanna.
In salita, circa 400 mt di dislivello, 3 km, 2 ore.
Secondo giorno.
Partenza dal ghiacciaio alle spalle della capanna alla 7.00 (un po' tardi per la verità): ramponi, imbrago e corda praticamente obbligatori. I primi facilitano la progressione, gli altri garantiscono un minimo di sicurezza in caso di caduta in crepaccio, caso abbastanza remoto in buone condizioni ambientali e ponendo un minimo di attenzione. Dopo breve attraversamento in piano, si sale subito decisi e si risalgono tre lunghi pendii che conducono al colle del Lys. Vista subito strepitosa, dapprima su seraccate, poi su piramide Vincent e Cristo delle Vette (a destra) , Liskamm e Cervino con valle di Zermatt (a sinistra). Al colle si tira il fiato e si scende di qualche centinaio di metri. La visibilità ottima permette ora uno sguardo mozzafiato sull'anfiteatro dominato dalla punta Gnifetti con la Margherita in vetta, la Zumstein e la Dofour. Sempre in piano, a mezza costa si cammina agevolmente su un traverso ben tracciato e si giunge ai piedi del colle Gnifetti che va risalito con pendenze abbordabili ma costanti (l'alta quota, siamo sopra i 4000, fa la sua parte). Al colle Gnifetti c'è (come sempre) un gran vento, grazie alle termiche che risalgono la parete est. Salita dura su traccia ghiacciata (unico vero tratto impegnativo) verso la capanna Margherita, dal cui balcone godiamo di impressionante vista sulla cresta Signal e ci scaldiamo, finalmente protetti dal vento.
Il tempo di uno spuntino e si riparte. E' tardi (le cordate numerose come nel nostro caso sono assai divertenti ma rallentano fortemente la progressione). Bisogna infatti ricordare che l'ultimo impianto parte da Indren alle 16.30 e queste zone, nel pomeriggio, sono spesso teatro di repentini e malvagi cambi di condizioni atmosferiche capaci di trasformare una piacevole gita in un incubo.
Discesa dunque veloce e senza problemi con neve abbastanza portante. Prestare decisa attenzione alla zona crepacciata vicino alla Gnifetti, alla fine del pendio.
Dalla capanna, sempre passando per il Mantova per evitare le roccette ricoperte di verglass, in circa un'ora raggiungiamo, stanchi ma felici, gli impianti di Indren che in una mezzoretta ci riportano ad Alagna.
In salita, circa 1000 mt di dislivello, 7 km, 5 ore.
In discesa, circa 1400 mt di dislivello, 10 km, 3 ore.
- occorre una certa preparazione fisica e un po' di fortuna ad affrontare il mal di montagna, sempre in agguato;
- è necessario un minimo di esperienza riguardo alla progressione su ghiaccio e conseguenti manovre. Se sprovvisti di tale esperienza o si rinuncia o ci si affida a persone molto esperte;
- la via normale, evidentissima in condizioni di buona visibilità, si può trasformare in un labirinto senza uscita con la nebbia. Già il tratto dall'arrivo degli impianti alla capanna Gnifetti può rivelarsi complicatissimo.
Primo giorno.
Da Alagna Valsesia, attraverso tre tronconi di una veloce (e costosissima) funivia si giunge a Indren (q 3200 circa) e si esce direttamente su ghiacciaio. Questo primo tratto non necessita di ramponi e legatura che sarebbero oltremodo superflui visto che occorre percorrere alcuni metri su roccette. Per allungare un po' la gita e non dover poi trascorrere un noioso pomeriggio in rifugio, decidiamo di raggiungere la capanna Gnifetti passando per il rifugio Mantova. Prendiamo dunque una traccia bassa sul ghiacciaio e ci teniamo a sinistra. Superiamo in piano alcune roccette e affrontiamo un canalino molto ripido che esce su un pianoro dove si intravvede la bandiera del Mantova. Su buon pendio saliamo e, superato un breve tratto con corda fissa, usciamo al Mantova da cui si vede, in alto su un costolone, la capanna Gnifetti. Dopo breve pausa, quindi, ancora su ghiacciaio e seguendo la traccia, superiamo 200 mt di dislivello che ci conducono alla suddetta capanna.
In salita, circa 400 mt di dislivello, 3 km, 2 ore.
Secondo giorno.
Partenza dal ghiacciaio alle spalle della capanna alla 7.00 (un po' tardi per la verità): ramponi, imbrago e corda praticamente obbligatori. I primi facilitano la progressione, gli altri garantiscono un minimo di sicurezza in caso di caduta in crepaccio, caso abbastanza remoto in buone condizioni ambientali e ponendo un minimo di attenzione. Dopo breve attraversamento in piano, si sale subito decisi e si risalgono tre lunghi pendii che conducono al colle del Lys. Vista subito strepitosa, dapprima su seraccate, poi su piramide Vincent e Cristo delle Vette (a destra) , Liskamm e Cervino con valle di Zermatt (a sinistra). Al colle si tira il fiato e si scende di qualche centinaio di metri. La visibilità ottima permette ora uno sguardo mozzafiato sull'anfiteatro dominato dalla punta Gnifetti con la Margherita in vetta, la Zumstein e la Dofour. Sempre in piano, a mezza costa si cammina agevolmente su un traverso ben tracciato e si giunge ai piedi del colle Gnifetti che va risalito con pendenze abbordabili ma costanti (l'alta quota, siamo sopra i 4000, fa la sua parte). Al colle Gnifetti c'è (come sempre) un gran vento, grazie alle termiche che risalgono la parete est. Salita dura su traccia ghiacciata (unico vero tratto impegnativo) verso la capanna Margherita, dal cui balcone godiamo di impressionante vista sulla cresta Signal e ci scaldiamo, finalmente protetti dal vento.
Il tempo di uno spuntino e si riparte. E' tardi (le cordate numerose come nel nostro caso sono assai divertenti ma rallentano fortemente la progressione). Bisogna infatti ricordare che l'ultimo impianto parte da Indren alle 16.30 e queste zone, nel pomeriggio, sono spesso teatro di repentini e malvagi cambi di condizioni atmosferiche capaci di trasformare una piacevole gita in un incubo.
Discesa dunque veloce e senza problemi con neve abbastanza portante. Prestare decisa attenzione alla zona crepacciata vicino alla Gnifetti, alla fine del pendio.
Dalla capanna, sempre passando per il Mantova per evitare le roccette ricoperte di verglass, in circa un'ora raggiungiamo, stanchi ma felici, gli impianti di Indren che in una mezzoretta ci riportano ad Alagna.
In salita, circa 1000 mt di dislivello, 7 km, 5 ore.
In discesa, circa 1400 mt di dislivello, 10 km, 3 ore.
Tourengänger:
rochi

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Kommentare (3)