Capanna Gana Rossa (invernale) - Risotto con porcini condito con sudore e pura adrenalina
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Capanna di Gana Rossa 2270mt con racchette, lo chef Barba propone risotto con porcini condito con ….
Mi è capitato, fortunatamente poche volte, di condividere con voi una rinuncia, una piccola o grande sconfitta, ma sempre dettata dalla ragionata prudenza.
Quella che vi racconto oggi è l’ esperienza quasi opposta, siamo arrivati dove volevamo, MA ....
La meta di oggi non è una classica, anzi …, qui su Hikr trovate solo la relazione di Flo, Ewuska e Fabio di Aprile 2010, anche loro avevano trovato “qualche difficoltà” nel tratto sotto la capanna.
Il Barba c’e’ già stato due volte, una anche con la neve (ma a maggio), e ci propone di salire e coronare l’ ascesa con il suo “famoso” risotto con porcini … come dire di no?
Per farla ancora più … divertente decidiamo di partire da Molare, aggiungendo altri 100mt di dislivello, ma soprattutto passando nel selvaggio e bel vallone che ospita l’ Alpe di Stou, sotto le pareti nord del Pizzo Molare, per poi traversare nella valle che ospita l’ Alpe Vignone ed in alto, quasi al culmine, la capanna UTOE Gana Rossa a 2370mt.
Poco dopo le 08:05 lasciamo l’ auto parcheggiata a Molare, c’e’ un piccolo parcheggio nella zona della raccolta differenziata, ed imbocchiamo la stradina asfaltata, ma chiusa la traffico (solo in inverno?) che porta a Piana e Riell Scur a 1620mt dove la strada finisce.
Ci arriviamo con molta tranquillità, in meno di mezz’ora, il percorso è su neve dura e ghiacciata.
Iniziamo la salita vera, si cammina nel bosco, una bella pineta, si capisce che la primavera è prossima, il bosco si riempie di profumi, è un piacere per polmoni ed olfatto.
Passiamo da Marlaoi e raggiungiamo Stou di Sotto, a 1876mt, ci arriviamo alle 9:15.
Niente vento (per ora!), cielo blu vista stupenda, tempo per una piccola pausa (anche per aspettare me …).
Proseguendo diritti verso monte, si sale verso i laghi di Mottella, ma noi tagliamo decisamente verso sinistra, verso nord, raggiungendo la Valle di Vignone.
Arrivando in questa valle si notano subito la lunga serie di pilastri dell’ alta tensione che salgono fino alla sella di Or Languosa, per poi scendere nella valle di Santa Maria, e lontana sul lato opposto rispetto a noi vediamo chiaramente l’ Alpe Vignone, caspita è ben lontana.
Il pendio che andiamo a percorrere, sotto la neve c’e’ il sentiero estivo che congiunge Stou di Sotto all’ Alpe Vignone, è particolarmente ripido, ma la neve è abbastanza portante.
Davanti a noi la pendenza aumenta e ci sono varie slavine, non è intelligente proseguire cercando di seguire il percorso estivo, quindi scendiamo attraversando due salvine che ormai hanno scaricato, fino al Ri di Vignone che attraversiamo.
Su questo lato il sole è forte e la neve molto più soffice, la salita ripida, calziamo le ciaspole.
Abbiamo perso 60mt e oltre di dislivello e li recuperiamo salendo all’ Alpe Vignone a 1970mt, dove facciamo una bella pausa, sono le 10:30, la palina indica la capanna di Gana Rossa a 50min, e Carì di Dentro a 30min, quindi Carì in circa 60min totali (questa è la via classica di salita alla Gana Rossa).
Dicevo che la palina indica 50min per la capanna, qualcuno ottimisticamente pensa di essere in capanna alle tra le 11 e 11:30, ma so bene dalla relazione e foto di Flo/Ewu, che il “bello deve ancora arrivare” …
Lasciamo l’ alpeggio ed iniziamo a salire fino al pianoro di Segna a 2080mt, di fronte abbiamo 200mt di pareti quasi verticali, miste di neve, roccia e qualche tratto di terra con rododendri.
Io sono molto in ritardo rispetto ai miei tre amici, ma da lontano li vedo chiaramente impegnati a scegliere da che parte salire.
Ci sono due sentieri estivi, il primo sale tutto a nord, verso sinistra salendo, passando poco sotto un picco quotato a 2214mt, d’ estate c’e’ un lungo traverso, ma è tutto slavinato ed impossibile, l’ alternativa è risalire il canalino ripidissimo, è la via che avevano scelto Flo e Ewuska.
In alto al canalino, meglio poco più a monte, c’e’ anche il sentiero che arriva dal lago di Carì (e questo lo abbiamo percorso in estate salendo al Pizzo di Campello).
Circa al centro del piano di Segna, indicato con alcune paline di legno che appena si vedono, c’e’ un secondo percorso, anche questo ripidissimo, che dopo un balzo di una cinquantina di metri è attrezzato con catene.
Il Barba a maggio ha fatto il canalino a nord, ma le slavine attuali lo fanno desistere.
I tre amici approcciano una salita ripidissima, le ciaspole sembrano tenere bene, ma dopo il primo tratto già molto impegnativo, ci sono solo pareti rocciose (e che comuqnue sembrano l' unico appoggio per la salita).
Fermi in posizione molto verticale stanno decidendo se e come procedere, li raggiungo in basso ed inizio a seguirli.
A peggiorare il tutto, il vento che tira folate impetuose.
La situazione è tutt’altro che semplice … ma anche scendere con questa pendenza non è banale.
Raggiunta una zona rocciosa, il Barba e Gimmy tolgono le ciaspole ed iniziano ad arrampicare.
Meglio non guardare indietro … , la pendenza che ho poi misurato è tra i 29° ed i 42°, lo si vede bene nel profilo altimetrico.
Nelle rocce cerchiamo appigli, va bene tutto dai sassi ai rododendri.
Dopo il primo balzo, sicuramente il peggiore, un tratto comunque ripidissimo, innevato fino al prossimo tratto roccioso. Non avendo le racchette procediamo senza, ma la neve è ghiacciata ed anche scavando per gradinare non si riesce per la neve ghiacciata.
Si sale in ginocchio, anche per il vento, e pian piano raggiungiamo e superiamo il secondo balzo roccioso.
Il brutto è davvero passato, ma la bandiera sventola quasi un centinaio di metri sopra di noi, Barba e Gimmy ormai molto avanti, Roberto pazientemente mi aspetta, ma siamo tutti stremati, la gran fatica e la gran tensione ci ha esaurito.
I primi due sono in capanna a mezzogiorno, io e Bob arriviamo alle 12:30, lo chef sta già preparando il necessario per il risotto con porcini (secchi ovviamente).
La struttura è sempre aperta, molto bella e ben attrezzata.
Il libro in capanna riporta un’ ultima visita a metà dicembre, siamo le prime firme del 2012.
Ci rilassiamo confidandoci i pensieri nei momenti più ardui, ed ora ben affogati in un bel bicchiere di vino, che ben accompagna il gustoso risotto del Barba.
Bravo Barba, un risotto da chef a 2270mt, la giusta ricompensa della fatica che ci hai fatto fare.
Fuori una tempesta di vento e neve ma noi siamo al coperto con piatto, forchetta e bicchiere.
Finiamo con dolce (torta e cantucci con vino bianco), caffè e grappa.
Mentre si pranza si discute del ritorno, impensabile per la stessa via, insisto per tornare da Carì verso il laghetto e scendere vicino alle piste di sci … non c’e’ bisogno di insistere, approvato senza commenti.
Pulizie in capanna, foto ricordo, per colpa del vento senza cavalletto, in due riprese.
Sono io a guidare la fila, gran parte del sentiero la conosciamo io e Roberto, ma con la neve è tutto un altro ambiente.
Scendiamo comunque per guardare il canalino del sentiero estivo, la pendenza e le salvine lo rendono impraticabile.
Torniamo verso il traverso sotto la Gana Rossa per Carì, ma decidiamo invece per un fuori pista scendendo e puntando a Carì di Dentro.
La pendenza è abbastanza sostenuta, ma nulla a che vedere con la mattinata, si deve solo trovare la via migliore per evitare sassi e rocce, e per trovare la neve con il fondo migliore.
Con lunghi zig-zag tracciamo il percorso e raggiungiamo in basso la pista di sci più a sud, poco prima di entrare a Carì di Dentro.
Riguardandola da qui, posso dire di essermi proprio divertito, se la neve tiene scendere in libertà è gioia da bambini.
Raggiungiamo Carì, stazione funivia, e la strada che percorriamo per scendere a Molare al parcheggio.
La soddisfazione è tanta, la giornata è stata bella, e le piccole e grandi difficoltà consolidano i rapporti.
Grazie a Barba per averci portato, e per il suo gustosissimo risotto ….
Alla prossima ragazzi !
AGGIUNTA dopo qualche giorno:
Ma allora la Gana Rossa d' inverno si può fare?
Dopo aver ben digerito il risotto e il contorno adrenalinico, mi sento di rispondere senza emozione.
Non è "mission impossible", di certo sconsiglio al 100% la nostra via (simile a quella di Ewuska e Flo).
Due le possibilità :
1) salire al lago di Carì (vicino alle piste) e traversare in quota 2100mt circa, sotto il Pizzo di Campello e Gana Rossa fino alla sella dove sale il sentiero dall' Alpe Vignone. C'e' un solo balzo di 50-70mt circa, tranquillo
E' lunghetta ...
2) Se ci dovessi riprovare, proverei il percorso fatto in discesa. E' ripido soprattuto nella parte finale e qualche trattp intermedio, ma niente a che vedere delle pendenze sul "salto" a Segna.
Tutto dipende dalla tenuta dalla neve e da eventuali slavine (non è ho viste su questo lato che è espost a N), dalla sella in alto si procede come ho scritto al punto 1. In ogni caso c'e' la traccia
Vista da roberto59
Cosa posso dire?
Della serie gran bella pirlata, e' andata bene ma non si devono fare queste cose.
Come ha scritto Giorgio il canalino era chiuso dalle slavine, decidiamo per una via "alternativa"... arriviamo sotto il costone e ne vediamo una che potrebbe portarci in quota, siamo a 2000 metri la capanna a 2270.
Parto io su una lingua di neve che sale, sembra ok, dico agli altri che si puo' salire, mi seguono, arrivano Gimmy e Barba, Giorgio leggermente piu' in basso, ad un tratto la salita diventa veramente impegnativa, dal basso la prospettiva contro luce ingannava, si sale con la punta delle ciaspole piantate nella neve, le mani che aiutano nei solchi scavati nella neve con l'aiuto dei bastoncini.
Dico meglio tronare, io di qui non proseguo, Barba non dice una parola mi supera e va avanti, Gimmy dice che siamo ormai troppo alti e' troppo verticale non se la sente di scendere, mi dice che preferisce tentare la salita piuttosto che la discesa che abbiamo alle spalle, segue il Barba.
Io resto li' appollaiato in un buco scavato nelle neve, aspetto Giorgio anche lui deciso a tornare come abbiamo fatto molte altre volte, ma gli altri due hanno iniziato la salita sulle rocce, 150 metri verticali di sassi e neve, che fare, "pazzo" tolgo anche io le ciaspole, e via li seguo, Giorgio non puo' fare altro anche lui.
Vabbe' il resto della salita tutta tensione, attenzione e qualche preghiera di arrivare in cima, mi fermo ad aspettare Giorgio, almeno in due ci si aiuta con le parole gli altri sono avanti, ultimo tratto non pericoloso di 70 metri tutto nella neve lo faccio stanchissimo, sono davvero provato, in capanna impieghero' circa 40 minuti per riprendere fiato e calma.
Meno m ale che arriva il risotto del Barba, con la classica frase alla Nick Carter " Tutto e' bene quel che finisce bene".
Escursione da ricordare, da non ripetere in inverno e posso dire la piu' stancante in assoluto, alla sera avevo cena da amici a base di pesce, l'ho gustata al mille per mille.
Ciao alla prossima certo di raccontare un'escursione piu' consona al nostro gruppo, meno adrenalinica diciamo cosi'
Roberto
Vista da gimmy
E' stata un escursione non direi proprio di ordinaria amministrazione . anzi al contrario ci sono stati dei momenti di pura adrenalina . senza dubbio con il senno di poi si può capire il perchè le tracce di quelli che ci avevano preceduto si interrompessero prima dello strappo finale .
Comunque è stata un esperienza interessante, da non ripetere semplicemente per la dose di rischio .
In capanna abbiamo gustato , grazie a barba, un ottimo risotto bagnato con il lambrusco e stemperata la tensione abbiamo fatto la via del ritorno fuori traccia verso Carì. Impensabile scendere da dove eravamo saliti.
Tanto x finire in modo non propriamente ordinario, ,questa bella domenica con i miei grandi amici della girovagando
Gimmy
Vista da barba43
C'ero già stato 3 anni fà, ma era inizio Maggio e la neve era solo nel canale finale, oggi veramente non pensavo di trovare tutta sta neve.
Sopra Stou abbiamo dovuto perdere quota, non si poteva attraversare in orizzontale il sentiero estivo, era da spavento, siamo scesi con calma sulle slavine ghiacciate per poi risalire all' alpe Vignone.
Dopo una breve sosta siamo ripartiti, ma abbiamo avuto un inconveniente , abbiamo seguito le tracce di ciaspole che non andavano al canale finale di sinistra, ma andavano proprio sotto il rifugio; poi abbiamo capito che questa persona era ritornata indietro sui suoi passi.
Non potendo noi ritornare indietro sulla sinistra, dato che il tempo passava, ho deciso di salire in verticale, facendo le pedane nella neve ghiacciata, non avevamo i ramponi anche per il troppo peso che avevamo nello zaino, pian piano sono arrivato in alto, alla mia destra ho visto una fune fissa di sicurezza io non ne sapevo niente di quella fune, (buono a sapersi) e cosi sono arrivato al rifugio, dopo un pò sono arrivati gli altri.
Nella discesa siamo scesi dall'altra parte, giù per Cari di Sopra sempre zizagando, comunque mi rendo conto che in questi mesi la Gana Rossa non è da fare, ringrazio chi di dovere per la difficile riuscita.
Ciao a tutti ed alla prossima
Luciano
Il solito riassuntivo:
Andata: Molare – Riel Scur – Madarloi – Stou di Sotto – Alpe Vignone – Capanna di Gana Rossa
4.8 Km, 4:00-4:20m di orologio
Ritorno: Bivio Alpe-Vignone / Carì a Q2200 – discesa in libera (senza sentiero) verso Carì di Dentro – Carì di Dentro – Carì - Molare
5.3 Km, 3:55m di orologio
Dislivello: 800 mt assoluto, 970 mt relativo
Altre foto, diario, tracce sul nostro sito (a breve)
Girovagando
www.girovagando.net escursione # 123




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