Ciaspolata con vista mare: strada del Faiallo fino a Costa Cerusa (1032 m)
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Da tempo avevamo in mente una ciaspolata nella zona del Faiallo e finalmente ci sono le condizioni per farla!
Partiamo senza sapere dove sarà possibile arrivare, visto che ci informano che la strada del Faiallo non è agibile in auto, causa "cavalloni" di neve alti anche due metri.
Cosa saranno questi "cavalloni"? Sarà pericoloso passarci anche con le racchette?
La giornata comincia bene: poco dopo il Turchino un bellissimo capriolo ci attraversa la strada e fugge nel bosco! Purtroppo la macchina fotografica è nel bagagliaio e non posso immortalarlo.
Partiamo dal bivio per La Cappelletta (frazione di Masone), dove c'è posto per qualche auto.
La giornata è splendida, e anche la temperatura, dopo i -10° toccati in autostrada, è decisamente accettabile (-6°). Solo il forte vento da nord è fastidioso, ma per fortuna il percorso sarà quasi tutto riparato!
Decidiamo subito di seguire la strada asfaltata, senza cercare di raggiungere l'Alta Via. La neve è tanta e non ci sono tracce quindi rischieremmo di perderci, inoltre in queste zone l'Alta Via compie alcuni traversi che oggi non paiono molto sicuri.
Dopo un breve tratto l'asfalto sparisce sotto la coltre di neve e possiamo così calzare le ciaspole.
Saranno almeno 30/40 cm di neve, tanto che in alcuni tratti raggiunge l'altezza del guard-rail.
Questo primo tratto si svolge in un bellissimo bosco di pini silvestri, ancora ben carichi di neve.
Raggiunta la fine del bosco la neve diminuisce e da qui fino alla Sella del Barnè (1 h 55) è tutto un alternarsi di brevi tratti in cui affiora l'asfalto (riusciamo comunque a passare a bordo strada) e tratti sommersi da mezzo metro di neve. In alcuni punti poi incontriamo delle vere e proprie muraglie di neve, alte più di un metro. Ecco cosa sono quei famosi "cavalloni" di neve!
Questo fenomeno ha probabilmente una duplice causa: il forte vento che spazza spesso queste zone, e la conformazione della montagna, che in alcuni punti scarica tutta la neve sulla strada.
Camminiamo molto lentamente, godendoci il meraviglioso panorama sul Golfo di Genova, sul Bric del Dente di fronte a noi e sull'Appennino Ligure alle nostre spalle. Questa strada gode di una vista veramente stupenda, ne ero rimasto stupito percorrendola in auto lo scorso maggio, e ora con la neve fin quasi sul mare è ancora più suggestivo!
Dopo la Sella del Barnè la quantità di neve aumenta ancora.
La salita al roccioso Bric del Dente si presenta troppo pericolosa in queste condizioni, per cui decidiamo di proseguire lungo la strada, ormai costantemente sommersa da oltre mezzo metro di neve. Se non si vedesse ogni tanto il guard-rail, non ci si accorgerebbe di essere su una strada!
Il candido manto è intonso, siamo noi i primi a passare dopo l'ultima nevicata.
Raggiungiamo la curva dove inizia la breve discesa verso il Passo Cerusa, prima dell'ultimo strappetto per arrivare al Faiallo e ci fermiamo per decidere cosa fare. Sono già passate due ore e mezza: il Reixa è troppo lontano, il Bric del Dente non è raggiungibile, decidiamo quindi di risalire i pendii di fianco a noi, per raggiungere la poco conosciuta Costa Cerusa.
La salita è breve, ma tutta da battere sprofondando fin quasi al ginocchio!
Raggiunto il cippo di vetta (2 h 45), restiamo estasiati dal panorama: il Bric del Dente si erge maestoso proprio di fronte a noi, alla sua destra la vista spazia sul Golfo di Genova, fino al Monte di Portofino, e sull'Appennino Ligure, dall'altra parte invece oltre il grigiore della pianura padana spuntano le Alpi.
Che meraviglia!
La vetta, come dice lo stesso nome, non è un cucuzzolo ma è una breve cresta, che proseguendo porterebbe al Dente.
Ci accomodiamo su due sassi, al riparo dal vento, e consumiamo il pranzo godendoci questa spettacolare vista.
Purtroppo il tempo passa e dobbiamo presto ripartire. Scendiamo liberamente il pendio da cui siamo saliti e torniamo sulla strada, che seguiamo a ritroso fino alla macchina (4 h 45).
Partiamo senza sapere dove sarà possibile arrivare, visto che ci informano che la strada del Faiallo non è agibile in auto, causa "cavalloni" di neve alti anche due metri.
Cosa saranno questi "cavalloni"? Sarà pericoloso passarci anche con le racchette?
La giornata comincia bene: poco dopo il Turchino un bellissimo capriolo ci attraversa la strada e fugge nel bosco! Purtroppo la macchina fotografica è nel bagagliaio e non posso immortalarlo.
Partiamo dal bivio per La Cappelletta (frazione di Masone), dove c'è posto per qualche auto.
La giornata è splendida, e anche la temperatura, dopo i -10° toccati in autostrada, è decisamente accettabile (-6°). Solo il forte vento da nord è fastidioso, ma per fortuna il percorso sarà quasi tutto riparato!
Decidiamo subito di seguire la strada asfaltata, senza cercare di raggiungere l'Alta Via. La neve è tanta e non ci sono tracce quindi rischieremmo di perderci, inoltre in queste zone l'Alta Via compie alcuni traversi che oggi non paiono molto sicuri.
Dopo un breve tratto l'asfalto sparisce sotto la coltre di neve e possiamo così calzare le ciaspole.
Saranno almeno 30/40 cm di neve, tanto che in alcuni tratti raggiunge l'altezza del guard-rail.
Questo primo tratto si svolge in un bellissimo bosco di pini silvestri, ancora ben carichi di neve.
Raggiunta la fine del bosco la neve diminuisce e da qui fino alla Sella del Barnè (1 h 55) è tutto un alternarsi di brevi tratti in cui affiora l'asfalto (riusciamo comunque a passare a bordo strada) e tratti sommersi da mezzo metro di neve. In alcuni punti poi incontriamo delle vere e proprie muraglie di neve, alte più di un metro. Ecco cosa sono quei famosi "cavalloni" di neve!
Questo fenomeno ha probabilmente una duplice causa: il forte vento che spazza spesso queste zone, e la conformazione della montagna, che in alcuni punti scarica tutta la neve sulla strada.
Camminiamo molto lentamente, godendoci il meraviglioso panorama sul Golfo di Genova, sul Bric del Dente di fronte a noi e sull'Appennino Ligure alle nostre spalle. Questa strada gode di una vista veramente stupenda, ne ero rimasto stupito percorrendola in auto lo scorso maggio, e ora con la neve fin quasi sul mare è ancora più suggestivo!
Dopo la Sella del Barnè la quantità di neve aumenta ancora.
La salita al roccioso Bric del Dente si presenta troppo pericolosa in queste condizioni, per cui decidiamo di proseguire lungo la strada, ormai costantemente sommersa da oltre mezzo metro di neve. Se non si vedesse ogni tanto il guard-rail, non ci si accorgerebbe di essere su una strada!
Il candido manto è intonso, siamo noi i primi a passare dopo l'ultima nevicata.
Raggiungiamo la curva dove inizia la breve discesa verso il Passo Cerusa, prima dell'ultimo strappetto per arrivare al Faiallo e ci fermiamo per decidere cosa fare. Sono già passate due ore e mezza: il Reixa è troppo lontano, il Bric del Dente non è raggiungibile, decidiamo quindi di risalire i pendii di fianco a noi, per raggiungere la poco conosciuta Costa Cerusa.
La salita è breve, ma tutta da battere sprofondando fin quasi al ginocchio!
Raggiunto il cippo di vetta (2 h 45), restiamo estasiati dal panorama: il Bric del Dente si erge maestoso proprio di fronte a noi, alla sua destra la vista spazia sul Golfo di Genova, fino al Monte di Portofino, e sull'Appennino Ligure, dall'altra parte invece oltre il grigiore della pianura padana spuntano le Alpi.
Che meraviglia!
La vetta, come dice lo stesso nome, non è un cucuzzolo ma è una breve cresta, che proseguendo porterebbe al Dente.
Ci accomodiamo su due sassi, al riparo dal vento, e consumiamo il pranzo godendoci questa spettacolare vista.
Purtroppo il tempo passa e dobbiamo presto ripartire. Scendiamo liberamente il pendio da cui siamo saliti e torniamo sulla strada, che seguiamo a ritroso fino alla macchina (4 h 45).
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