Grigna Settentrionale 2410 m per la Via del Nevaio
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Anche per noi un’avventura e che avventura!
Partiamo dal fatto che oggi, causa mega super visita oculistica la settimana prossima, non posso mettere le lenti a contatto, di conseguenza sono cieca come una talpa, avviso subito i miei compagni di avventura chiedendo loro di avere pazienza, cosa che regolarmente dimenticheranno…..carini!!!!
Partiamo con molta calma da Pasturo, sbagliamo subito strada, controlliamo la traccia di
helis e ci accorgiamo che stiamo facendo lo stesso pastrugno, poco male ritroviamo la via giusta e chiacchierando bellamente arriviamo al rifugio Riva accolti da una famiglia di teneri cuccioli di cani, bellissimi!
Senza più sbagliare, avendo letto più relazioni, arriviamo all’imbocco della Val Cugnoletta, devo dire che è un itinerario veramente spettacolare. La Val Cugnoletta lascia senza respiro sia per la sua verticalità che per quanto c’è attorno. Tiriamo il fiato solo al P.so dello Zapel, anche se devo dire che le bocche non sono state chiuse un attimo! Poi dicono delle donne! Io stando indietro e facendo qualche foto un po’ di silenzio me lo sono goduto, ma quei due, che macchinette….!
Poco dopo il P.so troviamo neve e decido di mettere i ramponi, ci vedo veramente male e non mi sento per niente sicura su questo terreno ghiacciato. Poco dopo anche loro li indossano, si potrebbe aspettare ancora un po’ ma la neve è durissima meglio evitare scivolate inopportune. Proseguiamo la salita individuando qualche bollo o ometto. Arriviamo alla prima difficoltà costituita da un saltino di pochi metri, poca neve per usare picca e ramponi e troppa per poter cercare qualche appiglio per le mani. Mario passa, io ho qualche difficoltà in più ma con calma riesco a venirne fuori, a questo punto ho tolto tutta la neve e per Marco la cosa si complica, si sposta più a sinistra e riesce ad uscirne anche lui. Proseguiamo ma siamo lenti, sbagliamo clamorosamente il punto chiave del percorso, invece di andare a sx verso una specie di cengia di cui ci aveva parlato il rifugista che tra l’altro ringrazio per il suggerimento di portare anche la piccozza e forse avremmo dovuto ascoltarlo anche quando ci aveva detto che l’itinerario al momento non era messo bene, poca neve per un verso e troppa per l’altro! Insomma condizioni non ideali! Andiamo quindi a destra, saliamo sempre molto ripidamente e ci troviamo a pochi metri dalla cresta proprio a pochi metri dalla croce, a destra vedo benissimo la chiesetta! Ok io da qui non passo! C’è un saltino di 2 m circa troppo esposto per i miei gusti, non ci sono appigli o appoggi degni di questo nome, per poter utilizzare la picca bisogna alzarsi un poco e se lì perdo la presa tanti saluti a tutti! Mario è decisamente più esperto di noi e in qualche modo riesce a salire e a questo punto ci propone di salire al rifugio a chiedere una corda, proposta immediatamente accettata. Aspettiamo e mi sembra sia passata un’eternità quando finalmente sento l’urlo che sta arrivando con una corda, poco dopo me la sento piombare sulla testa unitamente ad un coro di voci, ma quanta gente sta arrivando ci chiediamo io e Marco! No, è solo Mario gli altri sono spettatori che hanno capito che sta succedendo qualcosa di strano…con l’aiuto della corda da un lato e la picca dall’altro mi sento meglio e risalgo il saltino tra gli applausi e i complimenti del comitato di accoglienza! Beh sappiate che ora sul Grignone nella salita dal nevaio c’è una variante Cristina! Arriva anche Marco dopo di che in un attimo siamo in cresta a 10 m circa dalla croce di vetta.
Mangiamo all’esterno del rifugio in un clima ovattato di pieno autunno, c’è silenzio, tanto silenzio e il pallido sole e la nebbiolina che invade il lago e la valle dà un tocco nostalgico a questo momento di rilassamento e riposo. E’ molto tardi ma non importa, arriveremo di sicuro a Pasturo con il buio e per me sarà un guaio aggiuntivo, ma non posso di certo mettermi a correre.
Scendiamo al Pialeral con il sentiero delle foppe, più carino dell’estivo e quando vediamo il cartello che indica il rifugio Riva a 2 h ci rassegniamo definitivamente. Appena la luce diminuisce accendiamo la prima frontale, si vede ancora ma io faccio molta fatica a vedere dove metto i piedi, gli ultimi 40 minuti nel buio più totale li scendo guardando solo i piedi di Marco e per la prima volta in vita mia mi sento chiedere quanto manca?!?!
Per domani mi sa che dovremo rivedere i nostri programmi!
Dati GPS:
Dislivello salita 2087
Km 21,72
Partiamo dal fatto che oggi, causa mega super visita oculistica la settimana prossima, non posso mettere le lenti a contatto, di conseguenza sono cieca come una talpa, avviso subito i miei compagni di avventura chiedendo loro di avere pazienza, cosa che regolarmente dimenticheranno…..carini!!!!
Partiamo con molta calma da Pasturo, sbagliamo subito strada, controlliamo la traccia di

Senza più sbagliare, avendo letto più relazioni, arriviamo all’imbocco della Val Cugnoletta, devo dire che è un itinerario veramente spettacolare. La Val Cugnoletta lascia senza respiro sia per la sua verticalità che per quanto c’è attorno. Tiriamo il fiato solo al P.so dello Zapel, anche se devo dire che le bocche non sono state chiuse un attimo! Poi dicono delle donne! Io stando indietro e facendo qualche foto un po’ di silenzio me lo sono goduto, ma quei due, che macchinette….!
Poco dopo il P.so troviamo neve e decido di mettere i ramponi, ci vedo veramente male e non mi sento per niente sicura su questo terreno ghiacciato. Poco dopo anche loro li indossano, si potrebbe aspettare ancora un po’ ma la neve è durissima meglio evitare scivolate inopportune. Proseguiamo la salita individuando qualche bollo o ometto. Arriviamo alla prima difficoltà costituita da un saltino di pochi metri, poca neve per usare picca e ramponi e troppa per poter cercare qualche appiglio per le mani. Mario passa, io ho qualche difficoltà in più ma con calma riesco a venirne fuori, a questo punto ho tolto tutta la neve e per Marco la cosa si complica, si sposta più a sinistra e riesce ad uscirne anche lui. Proseguiamo ma siamo lenti, sbagliamo clamorosamente il punto chiave del percorso, invece di andare a sx verso una specie di cengia di cui ci aveva parlato il rifugista che tra l’altro ringrazio per il suggerimento di portare anche la piccozza e forse avremmo dovuto ascoltarlo anche quando ci aveva detto che l’itinerario al momento non era messo bene, poca neve per un verso e troppa per l’altro! Insomma condizioni non ideali! Andiamo quindi a destra, saliamo sempre molto ripidamente e ci troviamo a pochi metri dalla cresta proprio a pochi metri dalla croce, a destra vedo benissimo la chiesetta! Ok io da qui non passo! C’è un saltino di 2 m circa troppo esposto per i miei gusti, non ci sono appigli o appoggi degni di questo nome, per poter utilizzare la picca bisogna alzarsi un poco e se lì perdo la presa tanti saluti a tutti! Mario è decisamente più esperto di noi e in qualche modo riesce a salire e a questo punto ci propone di salire al rifugio a chiedere una corda, proposta immediatamente accettata. Aspettiamo e mi sembra sia passata un’eternità quando finalmente sento l’urlo che sta arrivando con una corda, poco dopo me la sento piombare sulla testa unitamente ad un coro di voci, ma quanta gente sta arrivando ci chiediamo io e Marco! No, è solo Mario gli altri sono spettatori che hanno capito che sta succedendo qualcosa di strano…con l’aiuto della corda da un lato e la picca dall’altro mi sento meglio e risalgo il saltino tra gli applausi e i complimenti del comitato di accoglienza! Beh sappiate che ora sul Grignone nella salita dal nevaio c’è una variante Cristina! Arriva anche Marco dopo di che in un attimo siamo in cresta a 10 m circa dalla croce di vetta.
Mangiamo all’esterno del rifugio in un clima ovattato di pieno autunno, c’è silenzio, tanto silenzio e il pallido sole e la nebbiolina che invade il lago e la valle dà un tocco nostalgico a questo momento di rilassamento e riposo. E’ molto tardi ma non importa, arriveremo di sicuro a Pasturo con il buio e per me sarà un guaio aggiuntivo, ma non posso di certo mettermi a correre.
Scendiamo al Pialeral con il sentiero delle foppe, più carino dell’estivo e quando vediamo il cartello che indica il rifugio Riva a 2 h ci rassegniamo definitivamente. Appena la luce diminuisce accendiamo la prima frontale, si vede ancora ma io faccio molta fatica a vedere dove metto i piedi, gli ultimi 40 minuti nel buio più totale li scendo guardando solo i piedi di Marco e per la prima volta in vita mia mi sento chiedere quanto manca?!?!
Per domani mi sa che dovremo rivedere i nostri programmi!
Dati GPS:
Dislivello salita 2087
Km 21,72
Tourengänger:
cristina

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