Piz Terri 3149mt.
|
||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Vista da
Luca_P
Per oggi accetto la proposta di Sky, che in verità era un'idea comune nata durante la recente salita allo Scopi, e decidiamo di effettuare un'escursione, anche se in stagione avanzata, su un bel tremila delle Alpi Ticinesi molto noto agli appassionati: il Piz Terri a 3149mt.
Sveglia poco dopo le 4 e partenza alle 5 per la Val Blenio che raggiungiamo in un paio d'ore e qui una sorpresa negativa :-( che rischia di compromettere la riuscita della vetta: una sbarra chiude la strada proprio sotto la diga del Luzzone per pericolo valanghe (?) e non ci permette di proseguire in auto.
Siamo a circa 1450mt. e soprattutto molto distanti dal punto dove pensavamo di partire a piedi.
Nonostante ciò non ci disperiamo e alle 7.30 esatte siamo in partenza per la nostra escursione che, anche per la quantità di neve in quota, si preannuncia veramente tosta e piuttosto impegnativa soprattutto dal punto di vista fisico.
Siamo logicamente equipaggiati con piccozza, ramponi e ciaspole, ma per non sovraccaricarci decidiamo di non portarci dietro corda ed imbrago più un'eventuale seconda piccozza che in effetti sarebbe stata di grande utilità.
Tranquilli e determinati saliamo fino alla diga e poi via per la lunghissima strada che costeggia il Lago di Luzzone e che ci porta fino all'Alp Garzott.
Da qui cominciamo l'escursione che avremmo voluto fare originariamente anche se invece abbiamo già camminato per circa un'ora.
La neve l'incontriamo poco prima della capanna Motterascio mentre del ghiaccio insidioso è presente fin dal basso e ci crea qualche piccolo problema nell'attraversamento di torrentelli e di zone bagnate.
Alla capanna breve sosta per mangiare qualcosa e per visitarla, che è davvero molto bella ed acccogliente e poi partenza, da questo punto su neve continua, verso l'itinerario che ci dovrebbe condurre fin in vetta al Terri.
La fatica nella neve si fa sentire, ma noi dopo aver calzato le ciaspole procediamo verso la nostra meta.
Il sole nonostante non sia quello estivo ci fa sudare e ci disidrata facendoci aumentare ancor più la sensazione della stanchezza.
Questo è forse il momento più duro della gita anche perchè arrivati in fondo alla valle di Güida decidiamo di fare un largo giro sulla sinistra piuttosto che procedere più diretti verso la bocchetta sotto la cresta finale del Terri.
Piano piano arriviamo comunque a questa sella a quota 2745mt. e dopo una breve sosta calziamo i ramponi e ci dirigiamo verso l'attacco al Terri su pendenze piuttosto sostenute e con neve buona ma non particolarmente consistente essendo inizio stagione.
Giungiamo al punto chiave della salita dove un vero e prorpio muro di neve e ghiaccio solcato da alcuni camini ci sbarra la via, soprattutto per le condizioni della neve qui proprio incosistente e con roccia e pietre instabili sotto.
Vedo Sky un po' in difficoltà ed io stesso non sono proprio certissimo di riuscire a passare.
Dopo aver tentato un passaggio sulla destra vedo un canalino più centrale e con movimenti delicati e senza possibilità di sbagliare mi ritrovo quasi al culmine di esso, riesco a piantare la picca oltre, sento che essa mi dà una certa sicurezza e riesco finalmente ad uscire fuori da questo passaggio molto delicato.
A questo punto cerco di guidare Sky che si è fermato sotto ma siccome lui non se la sente decidiamo che lui mi attenderà lì ed io tenterò di raggiungere la vetta.
Mi dispiace che il mio socio non abbia potuto proseguire con me ma d'altra parte mi ha dato il suo assenso ad andare avanti altrimenti non l'avrei lasciato lì solo.
Oramai le difficoltà sono terminate anche se con la neve quest'ultimo tratto non è assolutamente banale.
Verso le 14.30 dopo 7 ore esatte comprese tutte le soste tocco e bacio la croce del Terri intorno a me il Paradiso, il clima ed il panorama sono eccezionali.
Mi fermo poco sia perchè Sky mi attende sia perchè è tardi; giusto il tempo di fare qualche foto, ma non l'autoscatto, e di firmare il libro di vetta dopodichè mi avvio per il rientro cercando le mie tracce di salita.
Arrivato al camino delicato avviso Sky che è ancora lì ad attendermi e con attenzione mi calo dal canalino dove penso transiti la via estiva, che non è quello fatto all'andata ma mi sembra migliore per scendere.
Raggiunto Sky ci apprestiamo alla discesa che avviene regolare senonchè per l'ultima ora e mezza, interminabile, dobbiamo accendere le frontali che saggiamente ci siamo portati dietro.
Alle 19 esatte siamo alla macchina.
Grazie tante a Sky e grazie alla Montagna che come sempre ci unisce e ci regala queste avventure e queste emozioni indimenticabili... per sempre.
Vista da
Sky
Me l’aveva proposto,
Luca_P, di fare il Piz Terri in invernale quando c’eravamo visti allo Scopi e così, ad un paio di settimane di distanza, organizziamo.
La giornata, bellissima come tempo, inizia però storta : arriviamo al Luzzone alle 7.30 che è già albeggiato da un po’ (abbiamo fatto male i conti !!) e lì troviamo la sbarra a quota 1450.. Perdiamo così 150 m di dislivello e una decina di km, tra andata e ritorno, di strada lungo il lago che avremmo potuto
fare in macchina. Capiamo subito che la frontale ci servirà al ritorno, ma fortunatamente la dovremo usare su un tratto non tecnico, presumibilmente sulla strada lungo il lago.
Partiamo senza perdere un attimo abbastanza forte, in 1h siamo a Garzott, alla fine del lago, in 2h25m alla Capanna Motterascio. Una breve visita al bel locale invernale e via ! Da qui inizia la neve. Partiamo comunque senza ciaspole, poi le mettiamo. Ad un certo punto dobbiamo superare delle roccette..
Per evitarle ci portiamo più in alto e le superiamo.. Purtroppo così facendo (ce ne accorgeremo solo al ritorno..) allunghiamo di parecchio e ci tocca anche passare da un canale.. divertente, ma pur sempre evitabile ! Faccio fatica in questo tratto.. ho caldo e sono lento.. Luca è sempre lontano, più avanti di
me.. Arriviamo comunque alla sella. Lì decidiamo di lasciare giù le ciaspole e proseguire con i ramponi. Partiamo con la cresta NW. 40° di inclinazione.
Completamente in ombra, con una neve perfetta, le cose cambiano dal giorno alla notte per me, mi sento rinato e tengo il passo del mio compagno di avventura.
Fino ad un punto in cui la neve si fa farinosa..
Luca_P va a sinistra, ma torna indietro.. troppo esposto.. Riprova un canalino più a destra.. niente..
Si sposta ancora più a destra e, con grande fatica, riesce a passare. Da sopra mi dice di andare ancora più a destra, dove c’è il famoso caminetto, ma per arrivarci c’è da fare un traverso esposto e con neve farinosa.. Io provo a passare da dove è andato lui, salgo un po’ ma si scivola.. sono 45°-50°.. la
piccozza non prende.. Ce ne vorrebbero due.. E comunque non è sicuro..
Preferisco lasciar perdere.. Lascio che Luca vada avanti e con calma scendo di qualche metro e mi accampo in un piccolo pianoro, in attesa del suo ritorno.
Gli faccio i meritati complimenti quando arriva.. Scendiamo seguendo più o meno il sentiero ufficiale. Arrivati alla capanna Motterascio il sole tramonta.. in discesa alle 17.30 accendiamo le frontali.. la strada lungo il lago non finisce più.. Io sono annoiato.. Alle 19 siamo alla macchina, col buoi pesto.. Il mio
GPS segna 24 km..
Luca_P se ne è fatto almeno un altro in più.. 1450 m di dislivello per me, 1700 per lui..
Peccato non essere riuscito ad arrivare in vetta.. ho visto le foto in estiva di
Paoloski e dove mi sono fermato era una passeggiata.. Peccato perché, come immaginavo, da lì in poi non c’erano più difficoltà.. però non c’erano le condizioni per passare in sicurezza.. Con una corda e due piccozze forse ce l’avrei fatta, ma con dietro le ciaspole il peso aumenta considerevolmente.. Per il futuro comunque la cosa è da pensare..
Un grazie al mio compagno di avventura, alla prossima !

Per oggi accetto la proposta di Sky, che in verità era un'idea comune nata durante la recente salita allo Scopi, e decidiamo di effettuare un'escursione, anche se in stagione avanzata, su un bel tremila delle Alpi Ticinesi molto noto agli appassionati: il Piz Terri a 3149mt.
Sveglia poco dopo le 4 e partenza alle 5 per la Val Blenio che raggiungiamo in un paio d'ore e qui una sorpresa negativa :-( che rischia di compromettere la riuscita della vetta: una sbarra chiude la strada proprio sotto la diga del Luzzone per pericolo valanghe (?) e non ci permette di proseguire in auto.
Siamo a circa 1450mt. e soprattutto molto distanti dal punto dove pensavamo di partire a piedi.
Nonostante ciò non ci disperiamo e alle 7.30 esatte siamo in partenza per la nostra escursione che, anche per la quantità di neve in quota, si preannuncia veramente tosta e piuttosto impegnativa soprattutto dal punto di vista fisico.
Siamo logicamente equipaggiati con piccozza, ramponi e ciaspole, ma per non sovraccaricarci decidiamo di non portarci dietro corda ed imbrago più un'eventuale seconda piccozza che in effetti sarebbe stata di grande utilità.
Tranquilli e determinati saliamo fino alla diga e poi via per la lunghissima strada che costeggia il Lago di Luzzone e che ci porta fino all'Alp Garzott.
Da qui cominciamo l'escursione che avremmo voluto fare originariamente anche se invece abbiamo già camminato per circa un'ora.
La neve l'incontriamo poco prima della capanna Motterascio mentre del ghiaccio insidioso è presente fin dal basso e ci crea qualche piccolo problema nell'attraversamento di torrentelli e di zone bagnate.
Alla capanna breve sosta per mangiare qualcosa e per visitarla, che è davvero molto bella ed acccogliente e poi partenza, da questo punto su neve continua, verso l'itinerario che ci dovrebbe condurre fin in vetta al Terri.
La fatica nella neve si fa sentire, ma noi dopo aver calzato le ciaspole procediamo verso la nostra meta.
Il sole nonostante non sia quello estivo ci fa sudare e ci disidrata facendoci aumentare ancor più la sensazione della stanchezza.
Questo è forse il momento più duro della gita anche perchè arrivati in fondo alla valle di Güida decidiamo di fare un largo giro sulla sinistra piuttosto che procedere più diretti verso la bocchetta sotto la cresta finale del Terri.
Piano piano arriviamo comunque a questa sella a quota 2745mt. e dopo una breve sosta calziamo i ramponi e ci dirigiamo verso l'attacco al Terri su pendenze piuttosto sostenute e con neve buona ma non particolarmente consistente essendo inizio stagione.
Giungiamo al punto chiave della salita dove un vero e prorpio muro di neve e ghiaccio solcato da alcuni camini ci sbarra la via, soprattutto per le condizioni della neve qui proprio incosistente e con roccia e pietre instabili sotto.
Vedo Sky un po' in difficoltà ed io stesso non sono proprio certissimo di riuscire a passare.
Dopo aver tentato un passaggio sulla destra vedo un canalino più centrale e con movimenti delicati e senza possibilità di sbagliare mi ritrovo quasi al culmine di esso, riesco a piantare la picca oltre, sento che essa mi dà una certa sicurezza e riesco finalmente ad uscire fuori da questo passaggio molto delicato.
A questo punto cerco di guidare Sky che si è fermato sotto ma siccome lui non se la sente decidiamo che lui mi attenderà lì ed io tenterò di raggiungere la vetta.
Mi dispiace che il mio socio non abbia potuto proseguire con me ma d'altra parte mi ha dato il suo assenso ad andare avanti altrimenti non l'avrei lasciato lì solo.
Oramai le difficoltà sono terminate anche se con la neve quest'ultimo tratto non è assolutamente banale.
Verso le 14.30 dopo 7 ore esatte comprese tutte le soste tocco e bacio la croce del Terri intorno a me il Paradiso, il clima ed il panorama sono eccezionali.
Mi fermo poco sia perchè Sky mi attende sia perchè è tardi; giusto il tempo di fare qualche foto, ma non l'autoscatto, e di firmare il libro di vetta dopodichè mi avvio per il rientro cercando le mie tracce di salita.
Arrivato al camino delicato avviso Sky che è ancora lì ad attendermi e con attenzione mi calo dal canalino dove penso transiti la via estiva, che non è quello fatto all'andata ma mi sembra migliore per scendere.
Raggiunto Sky ci apprestiamo alla discesa che avviene regolare senonchè per l'ultima ora e mezza, interminabile, dobbiamo accendere le frontali che saggiamente ci siamo portati dietro.
Alle 19 esatte siamo alla macchina.
Grazie tante a Sky e grazie alla Montagna che come sempre ci unisce e ci regala queste avventure e queste emozioni indimenticabili... per sempre.
Vista da

Me l’aveva proposto,

La giornata, bellissima come tempo, inizia però storta : arriviamo al Luzzone alle 7.30 che è già albeggiato da un po’ (abbiamo fatto male i conti !!) e lì troviamo la sbarra a quota 1450.. Perdiamo così 150 m di dislivello e una decina di km, tra andata e ritorno, di strada lungo il lago che avremmo potuto
fare in macchina. Capiamo subito che la frontale ci servirà al ritorno, ma fortunatamente la dovremo usare su un tratto non tecnico, presumibilmente sulla strada lungo il lago.
Partiamo senza perdere un attimo abbastanza forte, in 1h siamo a Garzott, alla fine del lago, in 2h25m alla Capanna Motterascio. Una breve visita al bel locale invernale e via ! Da qui inizia la neve. Partiamo comunque senza ciaspole, poi le mettiamo. Ad un certo punto dobbiamo superare delle roccette..
Per evitarle ci portiamo più in alto e le superiamo.. Purtroppo così facendo (ce ne accorgeremo solo al ritorno..) allunghiamo di parecchio e ci tocca anche passare da un canale.. divertente, ma pur sempre evitabile ! Faccio fatica in questo tratto.. ho caldo e sono lento.. Luca è sempre lontano, più avanti di
me.. Arriviamo comunque alla sella. Lì decidiamo di lasciare giù le ciaspole e proseguire con i ramponi. Partiamo con la cresta NW. 40° di inclinazione.
Completamente in ombra, con una neve perfetta, le cose cambiano dal giorno alla notte per me, mi sento rinato e tengo il passo del mio compagno di avventura.
Fino ad un punto in cui la neve si fa farinosa..

Si sposta ancora più a destra e, con grande fatica, riesce a passare. Da sopra mi dice di andare ancora più a destra, dove c’è il famoso caminetto, ma per arrivarci c’è da fare un traverso esposto e con neve farinosa.. Io provo a passare da dove è andato lui, salgo un po’ ma si scivola.. sono 45°-50°.. la
piccozza non prende.. Ce ne vorrebbero due.. E comunque non è sicuro..
Preferisco lasciar perdere.. Lascio che Luca vada avanti e con calma scendo di qualche metro e mi accampo in un piccolo pianoro, in attesa del suo ritorno.
Gli faccio i meritati complimenti quando arriva.. Scendiamo seguendo più o meno il sentiero ufficiale. Arrivati alla capanna Motterascio il sole tramonta.. in discesa alle 17.30 accendiamo le frontali.. la strada lungo il lago non finisce più.. Io sono annoiato.. Alle 19 siamo alla macchina, col buoi pesto.. Il mio
GPS segna 24 km..

Peccato non essere riuscito ad arrivare in vetta.. ho visto le foto in estiva di

Un grazie al mio compagno di avventura, alla prossima !
Tourengänger:
Luca_P

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (26)